Cari genitori, vostro figlio potrebbe essere omosessuale
Riflessioni di Amelia* tratte dal The Huffington Post Gay Voices (Stati Uniti), 12 maggio 2011, tradotte da Michele e pubblicate su ilgrandecolibri.com il 7 gennaio 2012
Vostro figlio potrebbe essere gay. Non sto parlando del figlio del vostro vicino o di quello di vostro cugino e nemmeno sto parlando di mio figlio (sebbene il ragionamento valga per tutti). Sto parlando di vostro figlio. Vostro figlio potrebbe essere gay.
Potreste voler protestare: “A mio figlio non piacciono le melodie sdolcinate. Gli piacciono il calcio e il Lego”; “Mia figlia non gioca a softball. Ama vestiti da principessa e rosa”; “Mio figlio ha una ragazza”; “Mia figlia ha un ragazzo”; “Mio figlio è troppo piccolo per pensare a queste cose”.
Beh, sono qui a dirvi che nessuna di queste cose ha importanza.
Certo, alcune persone omosessuali possono combaciare a certi stereotipi, ma non tutti… e probabilmente nemmeno la maggioranza. Molti ragazzi gay si divertono a giocare nel fango con i bastoni e ad ascoltare rock. Molte ragazze lesbiche amano il balletto e dipingersi le unghie.
Nessuna di queste cose definisce la sessualità di qualcuno. Anche se il vostro bambino ancora cammina gattonando, il suo orientamento sessuale può essere già ben definito… non ciò a cui stanno pensando al momento.
E certamente, vostro figlio o vostra figlia potrebbe avere il classico partner eterosessuale designato dalle convenzioni al momento, ma questo non vuol dire che sarà sempre così.
Come faccio a sapere che vostro figlio potrebbe essere gay? Vostro figlio è un essere umano. A seconda di quale studio voi consideriate tra quelli che avete disponibili, troverete che ad una percentuale compresa tra il 3 e il 10 per cento degli esseri umani capita di essere gay, lesbica o bisessuale.
Non c’è modo di saperlo con certezza, e non c’è assolutamente modo per cambiarlo. Dunque, perché vi dico tutto ciò? Perché penso che sia il momento giusto per noi genitori di pensare a ciò che diciamo.
Un uomo veste di rosa, e noi lo chiamiamo “femminuccia”. Una donna è forzuta e possente, e viene quindi chiamata “camionista”. Un atleta viene ferito, e noi diciamo che deve andarsene e smettere di fare la “checca”.
Una donna attraente è nel parco con la sua ragazza e commentiamo: “Quello di cui avrebbe bisogno è un uomo vero”.
Dobbiamo pensare a quello che diciamo quando chiamiamo l’amica di nostro figlio la sua “ragazza”, o quando chiamiamo l’amico di nostra figlia il suo “ragazzo”.
Alcune di queste cose sono assolutamente offensive e violente. Le ultime due potrebbero esser dette in completa innocenza. Ma tutte mandano lo stesso messaggio a un bambino omosessuale: c’è qualcosa di sbagliato in te. Ed è un messaggio che i bambini (e gli adulti) gay percepiscono forte e chiaro.
Vorrei pensare che certe persone non fanno caso alle parole d’odio omofobico quando l’aria esce dalle loro bocche, o almeno non pensano che sono importanti. Beh, è così comunque, e lo sono.
Quindi la prossima volta che vedete qualcosa di strano e le parole “Che gay!” stanno per uscire dalle vostre labbra, prendete un attimo per pensarci.
Guardate vostro figlio e pensate. Volete che vostro figlio pensi e impari che c’è qualcosa di sbagliato in queste cose? Dopo tutto l’ha sentito dritto dritto da mamma e papà…
L’idea di avere un figlio gay spaventa molti genitori. Vogliono che i loro figli siano felici. Li vogliono in salute. Vogliono che diventino adulti di successo, e che creino meravigliose famiglie a loro volta. Essere gay non toglie nessuna di queste cose dalle possibilità.
Diavolo, se tutti lavoriamo abbastanza duro contro l’odio in questo paese, potranno perfino regalarvi quel matrimonio in bianco che avete sempre sognato per loro. Tutti i genitori hanno sogni per i loro figli.
Diavolo, ne ho una tonnellata. Ma non possiamo lasciare che i nostri sogni per loro diventino più importanti di ciò che loro sono e di quello che loro vogliono per sé.
I nostri figli non sono piccole fotocopie di noi. Sono le loro unicità ed hanno il loro sentiero da percorrere per loro conto. Quindi fermatevi, pensate e chiudete la vostra bocca.
E, quindi, la prossima volta che siete in giro e un altro adulto chiama qualcuno un “finocchio”, apritela. La persona che difendete potrebbe essere il vostro stesso figlio.
Siate certi che il vostro bimbo sappia che essere gay non è un male e forse, semplicemente forse, non sentirà il bisogno di nasconderlo se lo è.
E quindi avrà una maggiore possibilità di crescere come quell’adulto felice e in salute che voi volete diventi.
* Amelia è una madre moglie, partner e capofamiglia statunitense. Quando non è in ufficio passa più tempo possibile con i suoi tre giovani figli, col marito e la sua migliore amica. Nel suo abbondante tempo libero lavora a maglia, legge tanta fantascienza, guarda la televisione e legge troppi libri.
Considera un atto degno di un supereroe trovare un paio d’ore, di tanto in tanto, per leggere i suoi romanzi trash. “Amelia” è lo pseudonimo con cui scrive sul suo blog per salvaguardare l’identità della sua famiglia.
Testro originale: Open Letter to Parents: Your Kid Might Be Gay