C’è post@ per me. Un giovane mormone e un cattolico discutono di fede e omosessualità
Testo tratto dal blog parolenondette
Un ragazzo gay mormone scrive: “vivo la mia fede pienamente, ma non riesco a conciliare entrambe le cose perchè è difficile essere omosessuali e credere”.
Gli risponde Roberto, un giovane blogger cattolico e gay che ha vissuto anche lui queste difficoltà, che questo disagio “proviene non tanto dal proprio rapporto personale con Dio, quanto da chi in Sua vece crede di interpretare la Sua volontà, magari mettendo in ballo la stessa Bibbia per far dire ad essa quello che forse non ha mai detto”.
Così, email dopo email, entrambi si confrontano sull’amore, la chiesa, la fede e la loro l’omosessualità. Due persone come tante che cercano di capire come conciliare la loro omosessualità con la loro parte più profonda, la loro fede.
7/10/08 13:48
Ciao Roberto, mi è stato segnalato il tuo blog da gionata.org e mi hanno detto di parlare con te. Io sono un ragazzo di quasi 20 anni, sono di G**** (ndr in Sicilia) e sono omosessuale. Io sono un Mormone e vivo la mia fede pienamente, ma non riesco a conciliare entrambe le cose perchè come sai è difficile essere omosessuali e credere.
Nella mia Chiesa c’è l’ideale di una famiglia tradizionale e avere dei figli. Io ho parlato recentemente col presidente della chiesa e mi ha detto di lasciare questa cosa e cercare di evitare di peccare. Il presidente mi conosce bene e forse quello che ha detto lo ha fatto per il mio bene.
Io non so che fare , se lasciare questa natura o andare avanti fingendo a tutti e avendo nel frattempo la mia relazione! il mio ex ragazzo mi ama moltissimo e io l’ho lasciato per questo motivo! io vorrei tornare con lui, ma non so se farlo o no. Io ancora non sono convinto se essere omosessuale o no, o se cambiare questo stato e frequentare una ragazza! spero che mi risponderai. ti saluto a presto.
07/10/08 23:22
Carissimo E* io sono Roberto ho 32 anni e sono di Palermo. Non sai la gioia che ho provato nel ricevere la tua mail. (…) mi rendo conto sempre di più che ci sono tanti ragazzi e ragazze come noi che sperimentano il disagio, la difficoltà nel conciliare la propria omoaffettività con la propria fede e, quindi, di vivere in modo sereno e gioioso. E questo disagio proviene non tanto dal proprio rapporto personale con Dio, quanto da chi in Sua vece crede di interpretare la Sua volontà, magari mettendo in ballo la stessa Bibbia per far dire ad essa quello che forse non ha mai detto…
Mi chiedevo se il tuo ex ragazzo fosse Mormone come te, se avete parlato ed affrontato assieme questa tua difficoltà. Lui come vive invece la sua identità omoaffettiva con la sua fede? Perché non parlare al Presidente della tua chiesa per comunicare a lui il vostro affetto, l’amore che avete l’uno per l’altro?! Pensare invece di fuggire da se tessi per soffocare e reprimere la propria omoaffettività con un matrimonio di copertura è la cosa più sbagliata che uno potrebbe fare. Significherebbe, prendere in giro se stessi, Dio e la propria famiglia.
(…) Non sai quante volte, quando ho scoperto di essere gay, ho pregato il Padre Celeste con forti grida e lacrime affinché mi guarisse, mi liberasse dall’omosessualità e Dio invece ha ascoltato la mia preghiera facendomi capire di essere amato da Lui così come ero, perchè “lui ama tutte le cose esistenti e nulla disprezza di quanto ha creato; se avesse odiato qualcosa, non l`avrebbe neppure creata”(Sapienza 11,24).
Mi scrivi che vorresti “lasciare questa natura”, ma sai benissimo che la propria natura non si sceglie, nè si cambia; non siamo noi a decidere o scegliere la nostra identità affettiva e sessuale, è un dato di fatto come per l’eterosessualità. Ti invito invece a prendere atto in modo sereno e gioioso che il Padre Celeste ti ha “creato come un prodigio” (Salmo 139,14) imparando a conoscere te stesso, confrontandoti magari con atri ragazzi che vivono la nostra stessa realtà, cercando di approfondire la tua fede. (…) Qual è poi il peccato di cui ti saresti macchiato??? Quello di amare?? Sappi che l’Amore “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Corinzi, 13).
Ed ancora si legge nel Vangelo che Gesù, rivolgendosi alla donna peccatrice, così disse: “le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato” (Luca 7,36-8,3). Se, dunque, ciò che ti legava a quel ragazzo era l’amore, quale sarebbe la colpa di cui ti saresti macchiato?! Quella di amare?!
08/10/08 23:32
Ciao Roberto, sono felice che mi hai risposto con queste parole. Comunque ti rispondo dicendoti che il mio ex non è Mormone, non crede molto! non so per il momento che fare perchè mi trovo in bilico fra due scelte se lasciare questa natura o no. Il presidente mi ha detto che molte persone sono uscite da questa condizione disagevole e che ora sono felici, hanno una famiglia. e lui mi ha detto che posso. Sono confuso… tu come stai? che mi dici di nuovo? spero di risentirti…
9/10/08 19:44
Carissimo E*, (…) Volevo dirti che la mia intenzione, non è quella di convincere nessuno…, ma partendo dalla mia piccola testimonianza di vita e di fede, voglio aiutarti a metterti in discussione per intraprendere un serio cammino di ricerca, di consapevolezza dentro di te, affinché sia tu stesso a convincerti che tu sei semplicemente e diversamente normale!!! (…)
Continui a scrivermi che ti trovi in bilico fra due scelte, “lasciare questa natura o no”. Ma come ti ho già scritto prima, NON SI SCIEGLIE il proprio orientamento affettivo e sessuale, e quindi NON POTRAI MAI lasciarlo. Forse riuscirai a nasconderlo, potrai camuffarlo facendo finta di diventare eterosessuale, potrai soffocarlo per qualche tempo magari mettendoti con una ragazza o celebrando un matrimonio di copertura… Ma sappi che, prima o dopo la tua VERA NATURA riaffiorerà con più forza e alla fine potresti trovarti a fare la doppia vita come fanno tanti bravi mariti e padri di famiglia che contemporaneamente hanno una doppia relazione con un uomo, o magari la notte in modo squallido vanno in giro per appagare il proprio orientamento sessuale mettendo da parte quello affettivo. (…)
Io per esempio, quando ho scoperto di essere gay, sono stato talmente male che ero quasi sull’orlo di un esaurimento nervoso. Ho dovuto prendere persino degli ansiolitici perché sapevo che la mia Chiesa Cattolica considerava l’omosessualità “intrinsecamente disordinata” e che considerava gli atti omosessuali un peccato da condannare moralmente e biblicamente. Ma nel più profondo del mio cuore, sentivo e sapevo che la mia identità non aveva nulla di disordinato, nulla di sbagliato, nulla di malato e tanto meno nulla di peccaminoso.
Mi sono reso conto che quello che la mia Chiesa in modo ufficiale mi diceva, non mi bastava. Dovevo continuare a cercare, dovevo approfondire, dovevo confrontarmi con altri ragazzi che come me vivevano la mia stessa realtà. Non mi convinceva più l’interpretazione biblica di quei passi che la mia Chiesa Cattolica utilizzava per condannare l’omosessualità. Ma ho voluto approfondire io stesso, cercando, leggendo, documentandomi. (…)
Forse il tuo Presidente si riferisce ad alcune presunte “testimonianza” di “ex-gay” che affermano (peraltro senza nessun riscontro scientifico) di essere state guarite sia psicologicamente, sia spiritualmente dall’omosessualità. Ma forse, il tuo Presidente e così quasi tutti i rappresentanti delle Chiese Cristiane o di altre Religioni, dimenticano che il 17 maggio 1990, seguendo di qualche anno l’analoga decisione dell’American Psychiatric Association, l’Assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato definitivamente l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali e nel gennaio del 1993 ha scritto che essa è “una variante naturale del comportamento umano”. (…) Non temere di conoscere te stesso, di fare verità nella tua vita, perché Gesù stesso disse: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8,32).
“A quanti cercano la verità, concedi la gioia di trovarla, e il desiderio di cercarla ancora dopo averla trovata” (dalla Liturgia delle Ore – Vespri III settimana del salterio tempo ordinario – lunedì)
11/10/08 13:39
Ciao Roberto, è un piacere scriverti. Lo so, è difficile per me essere così perchè non riesco a capirmi. non so se posso cambiare come hanno fatto in molti. Sono confuso in molte mie scelte e non so cosa fare. grazie per quello che mi hai scritto nella lettera precedente e dei tuoi consigli. spero di farne uso. Il mio ex non è mormone comunque. Con lui non andiamo d’accordo in questi ultimi periodi e quindi forse lo lascio perdere (…)Non so che fare… dammi dei consigli tu. ti saluto ci sentiamo presto…
14/10/08 17:05
Carissimo E*, (…) Leggo ancora che sei convinto che si possa cambiare il proprio orientamento, ma ti assicuro che questo non può avvenire, tranne che tu non voglia fingere per il resto della tua vita. Il fatto che tu voglia continuare ad innamorarti di un ragazzo è la prova che infondo tu vuoi vivere serenamente e gioiosamente la tua omoaffettività. E se inizierai ad accettare te stesso per quello che sei, vedrai che Dio saprà scrivere dritto sulle righe storte della tua vita. Credimi E*******, si può essere sia gay che Mormone allo stesso tempo, come anch’io sono gay e Cattolico!!! (…)
Non sprecare il tempo a pregare chiedendo qualcosa di cui non hai bisogno – ovvero che Dio “ti curi” dal tuo “disturbo”.
Invece di questo, chiedi piuttosto che Dio ti guidi per poter capire ciò che Lui ha riservato per te. E se questo significa che tu dovrai essere la miglior persona gay al mondo, allora cerca di esserlo. Questa accettazione ti darà il coraggio necessario per amare e conoscere più profondamente te stesso. E ti aprirà gli occhi su un nuovo mondo di verità e di potenziali positivi”.
Un grande ed affettuoso abbraccio,
Roberto