Chiesa cattolica e omosessualità. Riflessioni del sacerdote Raul Lugo Rodríguez
Sintesi di José Germán Pasos del libro Iglesia Católica y Homosexualidad del sacerdote Raul Lugo Rodríguez (Editorial Nueva Utopía, Madrid, 2006), liberamente tradotta da Dino
Presentiamo una sintesi del libro del sacerdote Raul Lugo Rodriguez, Iglesia Católica y Homosexualidad (Editorial Nueva Utopía, Madrid, 2006, 224 pagine), un testo molto interessante che merita di essere letto.
In cui afferma che: “La Chiesa e il Vangelo non dovrebbero mai trovarsi in opposizione l’uno all’altro, ma sinceramente credo che nel caso dell’omosessualità lo siano davvero”. Ho deciso di rompere il silenzio per essere fedele alla mia coscienza, “non ho un ruolo di insegnamento che possa essere a rischio, nemmeno un prestigio intellettuale da salvaguardare, né posti privilegiati da perdere”… “E’ un atto di discernimento, al quale voglio collaborare con questo piccolo scritto”.
“Soltanto Dio è in grado di conoscere a fondo la purezza della mia intenzione”… “che queste parole siano capaci di generare un atteggiamento nuovo nei confronti dei nostri fratelli e sorelle omosessuali”…
IGLESIA CATÓLICA Y HOMOSEXUALIDAD (Chiesa cattolica e omosessualità)
Introduzione.
Come molti altri sacerdoti, ho mantenuto il silenzio riguardo alla chiusura della Chiesa verso l’omosessualità e gli omosessuali.
Sono stato testimone, in precedenza muto, di tante sofferenze di uomini e donne omosessuali, e mi sono sempre sforzato di offrire loro una parola di incoraggiamento e di fede.
“Vorrei essere fedele a quelle parole di Gesù che ci ricordano, nel Vangelo di San Matteo, che Dio si compiace di più della misericordia che dell’esecuzione di prescrizioni rituali, più della compassione fraterna che degli olocausti”.
“La Chiesa e il Vangelo non dovrebbero mai trovarsi in opposizione, ma sinceramente credo che nel caso della dottrina sull’omosessualità lo siano”. Ho deciso di rompere il silenzio per essere fedele alla mia coscienza, “non ho un posto di insegnante che è a rischio, nemmeno prestigio intellettuale da salvaguardare, nè posti privilegiati che io possa rischiare di perdere”.
“E’ una scelta ragionata, che desidero confermare con questo piccolo scritto”. “Soltanto Dio può conoscere a fondo la purezza della mia intenzione”… “che queste parole siano capaci di suscitare un novo atteggiamento nei confronti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle omosessuali”.
“Non desidero altro che promuovere una discussione che contribuisca a dare una risposta pastorale ai nostri fratelli e sorelle omosessuali, che sia più in sintonia col volto misericordioso di Dio che Gesù Cristo è venuto a rivelarci”.
“Conosco molte persone omosessuali che stanno combattendo energicamente a favore del riconoscimento e del rispetto della diversità sessuale, dando la loro stessa vita e mettendo a rischio la propria reputazione per combattere l’inerzia”. “Voglio essere un po’ meno indegno dell’amicizia che mi hanno gratuitamente regalato”.
Capitolo 1. La sofferenza degli omosessuali e le proposte pastorali attuali.
Gli omosessuali lamentano di vivere in un mondo di sofferenza ed hanno la sensazione di non essere amati da Dio.
Cita Rubén del Valle che dice “Noi omosessuali siamo stranieri nella nostra propria terra; e ancor più, nella nostra stessa famiglia, nella nostra casa, dobbiamo tacere e soffrire in silenzio il fatto terribile di essere finocchi”.
Allega una barzelletta che era di moda nell’ambiente gay di San Francisco e che esemplifica la sofferenza degli omosessuali. Un figlio rientra a casa e dice a sua madre: Mamma, ho due notizie, una buona e una cattiva; la mamma gli risponde: dimmi prima quella cattiva. La cattiva notizia è che sono gay! E la buona? La buona è che ho l’AIDS e sto morendo!
Riferisce che alcuni documenti della Chiesa recentemente hanno ammorbidito la sua posizione, ma hanno portato in un vicolo cieco, considerando gli atti omosessuali come intrinsecamente disordinati.
La Chiesa accetta che si abbia un’attrazione omosessuale, ma non che si realizzi l’atto, poiché è peccato. Chi può vivere in questo modo?
Per peggiorare le cose “nell’ottobre del 1986 il Papa Giovanni Paolo II ha nominato il cardinale tedesco Joseph Ratzinger segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha pubblicato la Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sull’Attenzione alle Persone Omosessuali.
In essa avverte che “le dichiarazioni fatte in precedenza sono state interpretate in modo eccessivamente indulgente verso la condizione omosessuale, definendola come indifferente se non buona, quando invece è il contrario, per cui questa tendenza deve essere considerata oggettivamente disordinata, caratterizzata dall’autocompiacimento”.
Lugo Rodriguez fa notare che sia l’autocompiacimento che il suo contrario, cioè la donazione di se stessi, li possiamo trovare tanto negli omosessuali quanto negli eterosessuali.
“La Chiesa è molto divertente. Mi è permesso essere omosessuale, ma non posso unirmi a nessuno perché è peccato.
E’ la stessa cosa che affermano i gastroenterologi che dicono che tutte le malattie dello stomaco derivano da ciò che si mangia. E questo è vero. Ma nessuno pensa che la soluzione sia quella di smettere di mangiare.
Non ho nessuna vocazione per l’ascetismo. Ma questo è proprio quello che la Chiesa fa con l’omosessualità”.
Alla fine di questo capitolo segnala che una delle dichiarazioni più avanzate della Chiesa riguardo all’omosessualità è quella dell’Episcopato degli Stati Uniti, che è compresa nella sezione degli allegati (Allegato 1: “Saranno sempre nostri figli”).
Capitolo 2. Le teorie riguardo all’omosessualità: si nasce così o lo si diventa?
L’autore parte dalla definizione di peccato e comportamento peccaminoso. Se ciò che l’omosessuale sente dentro di sé gli arriva come un dato di fatto, in quanto parte della sua natura l’omosessualità non può essere qualificata come peccaminosa. Se invece, come si dice con leggerezza, è una scelta, allora è possibile correggersi, si può mediare il pentimento ed abbandonare uno stile di vita che è stato scelto liberamente.
“Il concetto più o meno unanimemente accettato è che l’omosessualità non sia dovuta ad una sola causa esclusiva, ci sono fattori genetici, ambientali ed educativi”.
“Sigmund Freud la considera una modificazione della funzione sessuale provocata da un arresto nello sviluppo”. Ma “trasformare un omosessuale in eterosessuale non è possibile… la psicanalisi è in grado di cambiare la nevrosi, l’infelicità, le inibizioni e i conflitti, in una vita di pace e armonia, essendo omosessuali o se si è cambiati.
Raul afferma che un approccio morale al fenomeno comporta di dover fare distinzioni e non si può identificate tutti gli omosessuali come peccatori, ma invece è necessario studio e conoscenza scientifica.
Spiega che i teologi moralisti più responsabili differenziano le persone omosessuali in “periferiche” e “strutturate”. Le prime realizzano atti occasionali o circostanziali.
Le seconde hanno un orientamento profondo e perciò tentare di cambiarlo porta al fallimento, con il rischio di provocare la destrutturazione di una vita e di una personalità. In casi come questi ci troviamo di fronte ad un mistero che deve essere rispettato.
Cita il francescano brasiliano Fr. Antonio Moser, consulente del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM), che appoggia la teoria della multifattorialità dell’omosessualità. Inoltre “la questione se l’omosessualità sia un’anormalità mi sembra sia mal posta.
Ci sono omosessuali perfettamente normali ed altri che si sentono profondamente destrutturati, come anche ci sono eterosessuali anormali. Non è l’orientamento sessuale ciò che determina la normalità o l’anormalità. Una persona normale, etero o omosessuale, può incanalare i suoi impulsi, ma non può mai essere costretta ad assumere determinati comportamenti”.
Capitolo 3. I testi biblici che condannano l’omosessualità
Testi che presentano l’omosessualità come parte della storia del peccato
Genesi ( Gn.) 9,18-27 Noè si è ubriacato e sta disteso nudo sul pavimento, suo figlio Cam lo vede ed avverte i suoi fratelli Sem e Jafet i quali arrivano di nascosto dal loro padre con un lenzuolo e lo coprono senza guardarlo. Noè maledice Cam, dicendogli che sarà servo dei servi dei suoi fratelli.
Genesi 1-29 Le città di Sodoma e Gomorra sono distrutte da Dio col fuoco, poiché gli abitanti di queste città fecero irruzione nella casa di Lot per costringerlo a far uscire gli angeli inviati dal Signore per usar loro violenza. Lot li supplicò di non farlo ed offrì loro le sue figlie vergini, ma essi volevano gli angeli.
Giudici 19, 1-30 Un levita che si trovava in viaggio non volle passare la notte a Gebus, dato che era terra di stranieri, non di israeliti. Viaggiava con sua moglie, che gli era stata infedele, un bambino e due asini.
Passò oltre ed arrivò a Gabaa di Beniamino; ma nessuno gli offrì alloggio, tranne un anziano straniero che viveva in questa città. Quando gli abitanti lo seppero, picchiarono alla porta affinché l’uomo uscisse e potessero abusare di lui, ma il vecchio li rimproverò ed offrì loro la sua sposa, che essi violentarono selvaggiamente e poi uccisero.
Testi che proibiscono la prostituzione sacra
Deuteronomio (Dt.) 23, 18-19 Non ci sarà tra le figlie di Israele nessuna prostituta sacra, nè prostituto sacro, nè porterai alla casa di Yahvé dono di prostitute nè guadagno di cane, cioè di prostituto.
1Re, 14, 22-24 Il popolo di Giuda si comportò molto male con Yahvé, adoravano idoli, ed ebbero anche prostituti sacri e rinnovarono tutti gli abomini delle genti che Yahvé aveva scacciato.
Giobbe (Gb.) 36, 13.14 Si rivelano uomini sleali, perdono la vita già all’età della fanciullezza.
Proibizione dell’omosessualità come male morale.
Levitico (Lev.) 18, 22 Non giacerai con un uomo come con una donna. E’ un abominio.
Levitico 20, 13 Se uno giace con un uomo come con una donna, entrambi commettono un abominio. Sono rei di morte. Possa il loro sangue ricadere su di essi.
Testi del Nuovo Testamento nei quali si fa riferimento al peccato di Sodoma
Matteo (Mt.) 10, 14-15 11, 23-24; Lc. 10, 12; 17, 29 Se essi non li ascoltano, escano dalla città e scuotano la polvere dai loro piedi. Questa città nel giorno del giudizio sarà trattata peggio di Sodoma e Gomorra.
2Pietro 2, 4-8 Dio castigò gli angeli che avevano peccato e li mandò all’inferno, e anche nel mondo antico mandò il diluvio sui malvagi. Ha condannato le città di Sodoma e Gomorra, ma ha salvato Lot che era addolorato per il comportamento sfrenato di questa gente viziosa. Il Signore libera dalla prova coloro che seguono il suo volere e nel giorno del giudizio riserva il castigo per i cattivi.
Giuda 6-7 Così come rinchiuse in tenebre profonde gli angeli indegni, allo stesso modo castigò Sodoma e Gomorra che si abbandonavano alla prostituzione e ai loro bassi istinti.
Testi esemplificativi di S. Paolo
Romani (Rom.) 1, 18-32 Per questo Dio li abbandonò alle loro segrete passioni; si lasciarono andare all’impurità e disonorarono il loro corpo. Adesso le loro donne cambiano le normali relazioni sessuali e si danno a relazioni contro natura. Gli uomini abbandonano la naturale relazione con la moglie e si accendono di passione gli uni per gli altri; compiono turpi atti maschi con maschi, e così ricevono su di sè il castigo meritato a causa della loro aberrazione. E non si limitano a farlo, ma approvano quelli che agiscono allo stesso modo.
1 Corinzi 6, 9-11 Non erediteranno il Regno di Dio nè coloro che adorano idoli, nè gli adulteri, nè gli omosessuali e coloro che cercano soltanto il piacere; nè i ladri, nè gli ambiziosi, nè gli ubriaconi, nè i pettegoli, nè quelli che si approfittano degli altri.
1 Timoteo 1, 8-11 La Legge non è stata istituita per i giusti, ma per coloro che non hanno legge, per i ribelli, gli empi e i peccatori, per i corrotti e gli impuri, per quelli che uccidono i loro genitori, per gli assassini, per gli adulteri e per quelli che hanno rapporti sessuali con uomini o con bambini, per i mentitori e gli spergiuri.
Capitolo 4. Argomenti di ermeneutica biblica che spesso sono trascurati.
Lugo Rodriguez segnala che esistono argomenti per interpretare correttamente la Scrittura secondo i moderni studi delle scienze bibliche. Il primo è che la Bibbia racconta l’amore di Dio verso il suo popolo, è la rivelazione di Dio che ha due cardini: VITA e LIBERTA’.
La Bibbia è un’ispirazione del popolo di Dio, ma si basa sulla vita stessa che Dio fornisce; la prima parola di Dio non è la Bibbia ma tutto ciò che da Lui è stato creato, la natura; sono i fatti, gli avvenimenti, tutto ciò che esiste, è la realtà che ci circonda.
Così come si deve tener conto del momento storico, delle abitudini e delle tradizioni dell’epoca in cui è stata scritta la Bibbia, allo stesso modo è necessario mettere in rapporto il messaggio fondamentale della rivelazione con la vita di oggi, il secolo XXI.
Se non si usa la Bibbia come mezzo per aiutarci a percepire la presenza di Dio, la teniamo separata dalla vita del popolo e finisce per trasformarsi in un simulacro. Ciò che Dio vuole non è la Scrittura, ma l’aiuto al fratello bisognoso; non è il Libro, ma la Vita. In questa considerazione tutte le realtà della vita hanno a che vedere con la Bibbia. Leggere la Bibbia e interpretarla fuori dalla cornice della vita significa trasformarla in un feticcio.
In varie occasioni Gesù ha raccomandato ai suoi discepoli di non fare affidamento soltanto sulla rivelazione scritta, ma di domandarsi in ogni momento qual’è la volontà di Dio. Farsi scudo con la Bibbia allo scopo di evitare le nostre responsabilità significa ripetere l’errore degli scribi e dei farisei.
Nella parabola del Buon Samaritano, un dottore della legge chiese a Gesù: “Se per ereditare la vita eterna debbo amare il mio prossimo come me stesso, chi è il mio prossimo?” Gesù gli rispose: “Di chi ti fai prossimo?”
L’aspetto importante qui è che i Samaritani dai Giudei erano considerati eretici ed oggetto di disprezzo. L’unico che aiutò un uomo ferito lungo la strada fu il samaritano, al contrario di quanto fecero un sacerdote e un levita, che si suppone dovessero conoscere la Legge. Il samaritano non conosce la Legge, ma sa e intuisce quella che è la volontà di Dio.
Così, i gerarchi della Chiesa hanno male interpretato i testi che parlano dell’omosessualità. Non possono dare una risposta alle moderne concezioni della diversità sessuale e utilizzano i testi per denigrare, offendere ed umiliare le persone omosessuali, dimenticando che il messaggio della rivelazione scritta è che tutti e tutte possano raggiungere una vita degna e piena.
Fa presente che il Nuovo Testamento o Vangelo, per i cristiani ha un valore superiore rispetto all’Antico Testamento, giacché contiene il messaggio di Cristo stesso, e nel Vangelo non si trova alcuna condanna di Gesù nei confronti dell’omosessualità.
Conclude questo capitolo inserendo alcune riflessioni che un radioascoltatore fece ad una intrattenitrice fondamentalista biblica che, basandosi sul Levitico, aveva condannato l’omosessualità, e che suggeriva che la Scrittura dev’essere osservata alla lettera.
Mi piacerebbe vendere mia sorella come schiava, così come dice Esodo 21,7. Nei tempi attuali, quale prezzo ritiene possa essere il più adeguato?
Ho un vicino che si ostina a lavorare di sabato, e l’Esodo 35, 2 stabilisce in modo chiaro che debba essere sottoposto alla pena di morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo io stesso?
Un mio amico sostiene che anche se mangiare frutti di mare (Lev. 11, 10) è un abominio, è però un abominio meno grave dell’omosessualità. Potrebbe lei chiarirmi questo punto?
So, grazie a Levitico 19, 9, che toccare la pelle di un maiale morto mi rende impuro. Posso continuare a giocare a calcio se mi metto dei guanti?
Il radioascoltatore conclude “Grazie ancora per averci ricordato che la parola di Dio è eterna ed immutabile”.
Capitolo 5. Un’opinione su alcuni testi biblici che condannano l’omosessualità
Dice che la distruzione di Sodoma e Gomorra (Gn. 19,1-29) è stata utilizzata per squalificare l’orientamento omosessuale, ma fa mette in evidenza che ciò che Dio ha punito non è l’omosessualità, ma la mancanza di ospitalità, la mancanza di solidarietà e di aiuto con acqua e cibo per quelli che camminano nel deserto. Per difendere gli angeli che gli hanno fatto visita Lot offre le sue figlie alla folla, come un atto non condannato da Dio, e da qui si deduce che non sono le questioni di sesso ad essere punite.
Anche i Rabbini presentano associati Abramo e Rahab, che era una prostituta pagana, ma entrambi sono ritenuti degni di lode dato che si distinsero per la virtù della loro ospitalità.
Sottolinea che il peccato di Sodoma consiste nella mancanza di ospitalità, per questo non ci deve stupire che il Figlio dell’Altissimo sia nato in modo tanto simbolico come un emigrante in una terra che non era la sua e senza una casa propria.
Più che discriminare gli omosessuali, i testi di Sodoma e Gomorra dovrebbero muovere il nostro cuore verso il dramma che vivono migliaia di esuli dalle loro case, vittime della violenza in Chiapas e a Guerrero e verso i tanti emigranti che perdono la vita alla frontiera con gli Stati Uniti.
Nell’Antico Testamento Dio proibisce la prostituzione sacra di uomini e donne, per il fatto che gli Ebrei uscendo dall’Egitto dovevano essere un popolo diverso dagli altri e quello che Dio proibisce sono queste pratiche come offerte idolatriche, ma non l’omosessualità in sé.
La Chiesa dovrebbe opporsi ai criteri di esclusione e discriminazione, aprendo le sue porte alle persone omosessuali e riconoscendo gli apporti positivi che da sempre esse hanno portato alla Chiesa.
La Chiesa deve prendere in considerazione i progressi scientifici e culturali e la nuova visione della sessualità. Per secoli la Chiesa ha sostenuto che la riproduzione fosse l’unico fine dei rapporti sessuali; ha anche mantenuto il suo appoggio nei confronti della monarchia, contro la democrazia e la repubblica, come se fosse una legge naturale e una rivelazione divina.
Non sta succedendo ora qualcosa di simile con la concezione della sessualità e della famiglia? Il teologo uruguayano Juan Luis Segundo ha affermato che la Chiesa cattolica ha perso la battaglia riguardo al sesso, il controllo delle nascite, la masturbazione, i rapporti prematrimoniali, la diversità sessuale, le seconde nozze. Ma il silenzio del clero continua, benché la maggioranza dei sacerdoti sia più d’accordo con i suoi fedeli che con il Papa.
Non è tempo ora che la Chiesa rompa con le sue pretese divine o naturali ed ascolti i progressi delle scienze antropologiche, che accetti la diversità sessuale e la includa nella Chiesa stessa?
Sono convinto che questo sia il momento propizio e che non si debba spettare oltre.
Capitolo 6. Gesù non ha mai condannato l’omosessualità
Per i cristiani Gesù di Nazareth è la rivelazione definitiva di Dio. Ma Gesù non è solamente ciò che Egli ha detto, ma anche ciò che ha fatto, con chi si è relazionato, a chi si è opposto, con chi ha combattuto e perché.
Il Vangelo, se letto correttamente, ci mostra un’immagine di Gesù diversa da quella sdolcinata del catechismo, ci mostra un uomo pieno di vigore e di passione per la vita, disposto ad affrontare i poteri della sua epoca per rimanere fedele alla sua coscienza. Una lettura attenta del Vangelo può liberare la Chiesa dalla sua mentalità discriminatoria verso gli omosessuali.
La società ebraica era discriminatoria, facile all’emarginazione e all’esclusione. Erano escluse dal culto ebraico le donne, specialmente le adultere e le prostitute, bambini e bambine, gli stranieri, i malati e i moribondi, chi aveva un lavoro spregevole, come il conciatore di pelli o il fonditore di rame, i pastori, gli esattori di imposte e gli spazzini, chi non aveva una linea genealogica pura, chi mangiava cibi proibiti, ecc.
I suoi discepoli affrontavano accuse che il loro Maestro si accompagnava e mangiava con empi e con peccatori. Cristo guarisce i lebbrosi e li tocca senza che sia necessario.
Ricorda la parabola della pecorella smarrita, e il racconto dell’indemoniato che Cristo libera. Gesù è sensibile alla sofferenza degli altri: guarisce in modo miracoloso, libera indemoniati, resuscita i morti, nutre moltitudini sfinite.
Cristo è stato crocifisso; non si aspetti quindi la Chiesa una reazione positiva allorchè si deciderà ad aprire le sue braccia e reintegrare nel suo seno le persone omosessuali.
Gesù dovette affrontare i farisei ipocriti, che si autoproclamavano difensori della Legge. Questa Legge è la Torà ebraica; dicevano che quando Dio diede a Mosè la legge scritta, gli diede anche una legge orale per interpretare la legge scritta, e di questa legge orale erano depositari i farisei.
Gesù sconfessa la Legge di Mosè e tutte le altre leggi quando non dimostravano di favorire lo sviluppo e la felicità dell’essere umano. Mise in discussione l’osservanza del Sabato, poiché di sabato curò un disabile. E’ il povero e non la Legge il criterio ultimo per comprendere la volontà di Dio.
Ricorda che Nelson Mandela lottò contro la discriminazione in Sudafrica. In un discorso disse che “durante l’apartheid i maestri affermavano con la Bibbia in mano che i negri dovevano essere separati dai bianchi. Oggi sappiamo che siamo tutti uguali ed abbiamo la stessa dignità, e anche questo con la Bibbia in mano”.
Gesù è stato capace di cambiare gli schemi educativi che aveva ricevuto nella sua infanzia, l’ebraismo escludente e segregativo, in un modo di pensare aperto senza distinzione a tutti e a tutte.
Sono rare le volte che Gesù nel Vangelo tocca la sessualità. Ci sono tre occasioni nelle quali Gesù tratta temi specificamente sessuali: riguardo al divorzio, nell’episodio degli “eunuchi per il Regni dei Cieli” e in quello della moglie adultera.
Sul divorzio disse che “l’uomo non separi ciò che Dio ha unito”, visto che la donna era considerata proprietà prima del padre e poi del marito. Con questa affermazione di Gesù la donna cessa di essere all’arbitrio del marito che poteva ripudiarla con un certificato di divorzio; e soltanto gli uomini avevano questo diritto, così come potevano tenere concubine nella stessa casa della sposa.
Riguardo agli eunuchi per il regno dei Cieli, all’affermazione dei maschi che, se avessero perso il diritto al divorzio, avrebbero preferito non sposarsi, Gesù disse loro: “Ci sono uomini che nascono incapaci al matrimonio, ce ne sono altri che sono stati mutilati dagli uomini, ed altri ancora che per amore del Regno dei Cieli decidono di non sposarsi. Lo comprenda chi può!”
Gli ebrei davano molto valore al matrimonio e a chi aveva molti figli e disprezzavano chi era solo. Gesù rivendica queste persone. Fa capire che chi decide di non aver figli e di non sposarsi può farlo per motivazioni che elevano, non che umiliano.
Per ciò che riguarda la moglie adultera, i farisei sapevano che quando un uomo ed una donna venivano scoperti in adulterio, entrambi dovevano morire lapidati, ma essi destinavano a questo soltanto la donna, perciò Gesù disse loro: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Quello che Gesù fa negli esempi del divorzio, degli eunuchi e dell’adultera è rivendicare coloro che si trovano socialmente svantaggiati. E’ così difficile applicare questo criterio all’omosessualità?
L’ipocrisia e la manipolazione della religione sono utilizzate per schiavizzare le persone anziché per renderle libere. Questo è valido per tutte le persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
Non è questo il criterio secondo il quale le persone saranno giudicate, secondo il Maestro di Nazareth, ma lo saranno in base alla loro capacità di mettersi al servizio della felicità degli altri, specialmente dei più bisognosi.
Capitolo 7. Perché non si può obbedire all’attuale dottrina della Chiesa
E’ lecito mantenere una posizione staccata dalla dottrina ufficiale della Chiesa a proposito dell’omosessualità e delle persone omosessuali. Per il riconoscimento dell’omosessualità è necessario che prenda origine una battaglia all’interno della Chiesa cattolica, così come ha iniziato a manifestarsi nelle Chiese battista, presbiteriana e anglicana.
L’anglicano Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury afferma: “La mia personale conclusione è che esistono argomenti per riconoscere le relazioni omosessuali come regolarmente inserite in una realtà di fede” e: “Desidero vedere più donne ordinate vescovo”.
Gli inglesi tradizionalisti hanno detto che è “un falso pastore” reagendo non tanto alla sua approvazione di sacerdoti omosessuali, ma per aver qualificato come “moralmente corrotti” i bombardamenti dell’Afghanistan.
La Chiesa ha saputo abbandonare i testi misogini per restare al passo con la rivoluzione di genere, ma deve ancora fare molta strada per andare avanti, dato che non permette l’ordinazione di donne.
Allo stesso modo le Chiese cristiane sono obbligate a percorrere nuove strade per arrivare all’accettazione e alla normalizzazione degli omosessuali nella vita ecclesiale.
Proprio come Sigmund Freud sostiene che non è possibile cambiare un omosessuale in eterosessuale, i moralisti cattolici devono togliere il carico di colpevolezza morale attribuito agli atti omosessuali. Quale santità e quale felicità può essere costruita sulla repressione della vita affettiva e l’attuazione della sessualità? La Chiesa con il suo assenso e con il suo silenzio ha contribuito a perpetrare l’intolleranza e i crimini di odio.
La Chiesa dovrà affrontare il problema dell’atteggiamento col quale si rivolge ai matrimoni di persone dello stesso sesso; ciò che i gruppi gay hanno guadagnato non vorranno certo perderlo.
“Come il Giobbe dell’Antico Testamento, gli uomini e le donne omosessuali hanno molti poemi da scrivere, ma fino ad ora sono letti soltanto dal cuore di Dio: La Chiesa avrà coraggio sufficiente per essere il cuore di Dio in questo momento storico?”
Capitolo 8. Qualche via d’uscita
Le persone omosessuali si chiedono perché la Chiesa cattolica sia tanto chiusa all’omosessualità. Fin qui sono stato critico, ma credo che ora io debba essere propositivo.
Per questo problema l’autore rimanda al capitolo 15 del libro degli Atti degli Apostoli, dove si racconta il dilemma della Chiesa nell’accettare i pagani come cristiani, anche se non erano ebrei, benché essi avessero accettato Gesù come il Messia. A causa di questo dilemma la Chiesa si trovò sul punto di dividersi in due fazioni inconciliabili.
Ma la comunità, guidata dallo Spirito Santo, prese la decisione di ammettere i pagani senza obbligarli a farsi prima ebrei. Questo significava che il modo restrittivo di considerare Dio e la salvezza erano stati superati.
Una sfida di uguali dimensioni si pone dinanzi alla Chiesa di oggi nell’accettazione degli omosessuali nella vita cristiana. Alcune comunità stanno affrontando questa crisi, come ad esempio la comunità anglicana.
E’ possibile che nella morale sessuale della Chiesa continui la morale agostiniana, anche al di sopra del Vangelo, e condannare tanti fratelli e sorelle omosessuali?
C’è chi dirà che si tradiscono i valori tradizionali della Chiesa, ma lo Spirito Santo soffia dove vuole e i cambiamenti di coscienza ai quali l’umanità sta giungendo possono anche essere voce di Dio.
Credo che i segnali di apertura che la comunità umana ha dato nei confronti alla diversità sessuale siano sufficienti per far sì che la Chiesa li discuta ampiamente e domandi a se stessa se il suo stare ancorata al passato non significhi infedeltà ai segni dei tempi.
Le persone omosessuali hanno diritto di relazionarsi con Dio. Devono essere aiutate a superare le paure e l’autodiscriminazione che compenetra le loro menti e i loro cuori. Devono essere guidati a perdonare coloro dai quali ricevono offese e disprezzo, compresa la falsa immagine di Dio che è stata loro data fin da piccoli. Si deve dar loro opportunità di essere testimoni di Gesù a partire dalla loro specifica maniera di vivere.
Si devono offrire ritiri e momenti di incontro per le persone omosessuali nelle nostre Chiesa. Si deve benedire le case in cui vivono. Si deve invocare la benedizione di Dio sopra le loro unioni. Si deve lavorare insieme con i padri e le madri di ragazzi omosessuali.
Attualmente ci sono molte questioni nella Chiesa che necessitano di essere riviste; la discriminazione dei gay e delle lesbiche è soltanto la punta dell’iceberg.
Capitolo 9. I danni che la Chiesa provoca con le sue affermazioni sulla sessualità
Per la Chiesa tutto ciò che ha a che vedere con il sesso è cattivo, sporco, rovina le cose buone. Questa mentalità è molto diffusa, e impedisce che la sessualità cessi di essere peccato, una trappola tesa dal demonio, per trasformarsi in un mezzo di promozione della persona, in intima comunione interpersonale, un dialogo spirituale tra due persone.
Un secondo danno è che il sesso debba servire soltanto per la procreazione, altrimenti è peccato. Senza dubbio il racconto della Genesi (1-2) dà una visione più integrale della sessualità, al contrario della visione pagana di Sant’Agostino e la dottrina stoica.
Se la sessualità fosse destinata soltanto alla procreazione sarebbe una caratteristica animale.
Il terzo danno è la colpevolizzazione del piacere. Nella Chiesa si ha paura del piacere come se fosse un ostacolo per la santità. Nel libro di Tobia c’è un’affermazione di un uomo maritatosi di recente, che dice di avere intimità con sua moglie con rette intenzioni e non cercando il piacere.
Si vede il mondo come una valle di lacrime nella quale si viene a soffrire e non a godere. Ma bisogna far attenzione a non ridurre il sesso ad un semplice strumento per ottenere il piacere a qualsiasi costo, cosa che rende insignificante la sessualità e fa cadere nella patologia e nell’assurdo.
Il quarto danno è giudicare una persona in base alle cose che fa nella camera da letto, mentre un essere umano è molto più di questo. La sessualità è soltanto una delle tante realtà che hanno importanza per farsi l’idea della cattiveria e della bontà di qualcuno.
Capitolo 10. La rivoluzione sessuale di cui la Chiesa ha bisogno
L’autore espone alcune idee sulla sessualità perché il cristiano si rinnovi. Il sesso è buono. La sessualità non è soltanto genialità, è anche un cammino verso il mistero del Dio amore.
L’unione genitale tra un uomo ed una donna ha due finalità, nessuna è più importante dell’altra. Tra persone sterili o omosessuali deve focalizzarsi sulla realizzazione del piacere.
La vita umana è molto più dell’esercizio della sessualità, dobbiamo dare importanza alla giustizia, all’uguaglianza, alla purezza e alla castità. Non si deve reprimere la libido, ma far sì che essa sia umanizzante ed umanizzatrice.
a combinazione di libertà e responsabilità è la chiave per una vita sessuale cristiana, senza che ciò significhi che la Chiesa istituzionale debba prendere decisioni nella camera da letto delle persone, ma che siano queste ultime a decidere.
Nell’esercizio della sessualità è in gioco la nostra vita. Una vita autenticamente umana e cristiana deve esercitare la sessualità cercando di superare la semplice animalità e il delirio per il piacere.
Capitolo 11. Mea culpa di fronte ai nostri fratelli e alle nostre sorelle omosessuali.
In questo capitolo l’autore, in una specie di lettera ( ndr testo riportano integralmente su gionata.org), chiede perdono agli omosessuali, a nome di se stesso e a nome degli altri preti e della Chiesa cattolica, perché non ha saputo apprezzare il corpo, la sessualità e il piacere, pensando che sia qualcosa di basso, di sporco e disprezzabile, come affermava Agostino di Ippona, invece di seguire Gesù di Nazareth.
Per aver provato vergogna di essere visto in pubblico in compagnia di un omosessuale, per aver tollerato che lo chiamassero con epiteti umilianti, per non aver aperto spazi in parrocchia, non aver dato appoggio a seminaristi omosessuali espulsi, per aver tenute chiuse nel cuore le mie opinioni invece di aprire un dibattito pubblico, di cui ci sarebbe così tanto bisogno.
Per aver pensato che l’unica motivazione degli omosessuali sia il sesso, per aver permesso che l’omosessualità venisse identificata con la perversione, con la pedofilia, con la sfrenatezza, con l’AIDS.
Perché “potevo fare molto di più a favore della piena partecipazione degli omosessuali nella Chiesa, potevo aver abbattuto molte più barriere, potevo esser stato più coraggioso”.
E chiede perdono a Dio per non aver imparato la lezione di Cristo crocifisso di amare senza eccezioni e senza condizionamenti. “Io, peccatore e prete, chiedo perdono”.
Testo originale: Iglesia Católica y Homosexualidad
* Nel febbraio 2007 la gerarchia cattolica messicana decideva di sottoporre ad “un processo ecclesiastico” padre Raul H. Lugo Rodriguez, “un discepolo di Gesù e un sacerdote cattolico (in questo ordine) , noto per il suo lavoro nelle povere comunità dello Yucatan e per aver pubblicato numerosi libri di approfondimento biblico. Il libro Iglesia católica y homosexualidad (Editorial Nueva Utopía, Madrid, 2006, 224 pagine) è nato dal suo ministero pastorale con un gruppo di credenti omosessuali.
Per approfondire
Io, peccatore e prete, chiedo perdono alle persone omosessuali
Padre Raúl Lugo: “Gesù Cristo non ha mai condannato l’omosessualità”
Il Vaticano condanna il libro ‘Chiesa Cattolica e omosessualità’ del sacerdote messicano Raul Lugo