Dal silenzio alla difesa. La storia di una famiglia con un figlio gay
Testimonianza di Marianne M. Buccini (Brecksville, Stati Uniti) tratta da Fortunate Families Newsletter* (Stati uniti) del maggio 2010, liberamente tradotta da Alessandra C.
Jim disse a me e a suo padre di essere gay nell’aprile del 2000. Era il suo primo anno di scuola superiore ed era la serata del banchetto d’onore. Jim ci chiese di arrivare a scuola un po’ prima perché aveva qualcosa da dirci, così con il suo consulente e un giovane pastore ci disse di essere gay. La vasta gamma di emozioni che provammo come genitori ci stravolse.
Vennero l’amore e l’accettazione appena l’abbracciammo e gli dicemmo che aveva il nostro totale appoggio. Subito dopo venne la paura (pensai a Matthew Shepard). Sapevo di aggressioni contro gay e lesbiche.
Più di tutti durò il dolore (sebbene accettando l’orientamento sessuale del nostro amato figlio, era forte il timore che non potesse più vivere la vita che avevamo sognato per lui). L’eterosessualità è considerata norma. Temevamo che la vita potesse essere più difficile per lui. Capimmo che una vita tenuta in segreto sarebbe stata ancora più dura.
Così quella sera d’aprile del 2000 iniziammo un viaggio. Alcuni genitori del PFLAG (Associazione di genitori, amici e famiglie di lesbiche e gay, corrispettivo dell’italiana AGEDO) dicono che quando un figlio esce allo scoperto, vanno a nascondersi i genitori.
Io e mio marito parlammo di Jimmy solo tra di noi, mai con nessun altro (nemmeno con Jimmy).
Jimmy prese parte alla Gay Straight Alliance (Alleanza a favore dei gay) nella nostra comunità, arrivò all’ultimo anno di scuola superiore e decise di iscriversi all’università nell’autunno del 2001.
Durante i quattro anni successivi, Jimmy visse a casa, andava a scuola e aveva un lavoro part-time. La cosa più importante è che ci aiutò a vivere bene la sua omosessualità. Jimmy fu lo strumento grazie a cui si affermò l’alleanza per i gay all’università.
Si recò al centro per giovani lesbiche, gay e transgender. Raccolse fondi per i malati di AIDS e io fui con lui. Si innamorò, e noi accogliemmo il suo ragazzo in casa nostra. Ci permise di capire che la sessualità è un punto centrale per l’identità umana.
Ci aiutò a comprendere che una relazione seria a lungo termine è una relazione sana e per lui sarebbe stata con un uomo, con cui sperava di avere un futuro. Pian piano, mio marito ed io uscimmo allo scoperto. Mio marito ne parlò a famigliari e amici. Nostra figlia, che ha tre anni in meno di Jim, divenne una fantastica alleata.
Portò l’Associazione di genitori, amici e famiglie di lesbiche e gay (PFLAG) al campus della sua università durante la Settimana dell’Unità con una presentazione intitolata LGBT 101. Presi parte all’associazione, in cui inizialmente cercai appoggio, per diventare più tardi, un punto d’appoggio per gli altri. L’associazione mi incoraggiò, inoltre, ad assumere un ruolo di sostegno. La felicità di mio figlio è per me di incredibile importanza. Tra i miei obiettivi c’è la possibilità che esprima l’amore per un altro uomo in un ambiente comunitario sicuro e comprensivo.
Negli ultimi dieci anni, abbiamo percorso tutti un lungo cammino. Jim vive una relazione stabile col suo compagno, un pastore cristiano della United Church. Si è laureato e specializzato in servizi sociali ed entrerà quest’estate in seminario. Vuole diventare un prete episcopale.
Io sono ancora attiva nell’Associazione di genitori, amici e famiglie di lesbiche e gay (PFLAG) di Cleveland e servo da segretaria nel comitato consultivo partecipando a incontri mensili di sostegno a gruppi e dirigendo l’istruzione comunitaria ed eventi di sostegno.
Dò il mio aiuto ai workshop di Safe Zone Training con gli studenti dell’alleanza a favore dei gay dell’associazione LAMBDA all’università. Di recente ho preso parte al Listening Parents Network (rete di genitori all’ascolto) di Fortunate Families.
Non è stato semplice restare cattolici. Le recenti affermazioni sbagliate della Chiesa hanno rafforzato la mia fede cattolica, e soprattutto la voglia di insegnare agli altri cattolici la verità sugli orientamenti sessuali, di raccontare ripetutamente la storia della nostra famiglia e di sostenere i diritti della comunità lesbica, bisex, gay e trans (LBGT).
* Fortunate Families Newsletter è il foglio informativo di Fortunate Families, Associazione statunitense delle famiglie cattoliche per il rispetto e la giustizia per i loro figli e figlie omosessuali.
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Testo originale: From silence to advocacy – one family’s story (File pdf)