E se dovessimo amare e non giudicare chiunque, etero o gay?
Testo tratto dal libro di Susan Cottrell, “Mom, I’m Gay”. Loving Your LGBTQ Child without Sacrificing Your Faith (“Mamma sono gay”. Come potete amare vostro figlio Lgbtq senza sacrificare la vostra fede), paragrafo 11, parte seconda, editore Westminster John Knox, edizione riveduta, Maggio 2016, libera traduzione di Diana
“Quando la gente mi dice di amare il peccatore e di odiare il peccato, io rispondo “Ama chiunque e odia il tuo peccato!”. – (Gabrielle)
Ama Dio e ama il prossimo tuo. Non giudicare se non vuoi essere giudicato. Queste furono parole importanti di Gesù, su come si sarebbero dovuti comportare i suoi seguaci senza di lui. Io non sono sicura del momento in cui la vita di un seguace di Cristo è diventata correggere gli altri, invece di amarli, ma credo che dipenda tutto dal desiderio umano di sentirsi investiti di un’autorità. Zig Ziglar ha detto: “Ci sono persone che quando riescono a trovare una colpa (negli altri), è come se si aspettassero una ricompensa per il loro lavoro.”
Sfortunatamente, pare che i Cristiani siano alla guida di questa marcia, criticandosi gli uni gli altri, come se questo fosse il messaggio del Vangelo. Mia figlia Hannah mi ha detto che preferiva senz’altro il suo gruppo teatrale a quello giovanile cristiano, perché nel teatro poteva essere chi voleva, mentre nel gruppo giovanile cristiano pendevano sul suo capo aspettative non esplicitate. Paolo parla con insistenza del lasciarci guidare da Dio, e di non pretendere che i nostri fratelli e sorelle seguano la nostra stessa via. Pensate come si sentono i vostri figli LGBTQ quando sentono commenti incentrati sul peccato, da parte di ben intenzionati fratelli e sorelle in Cristo.
“Essere gay è come ogni altro peccato”
Questa frase dovrebbe essere gentile, ma non lo è. “Ehi, tutti peccano, quindi non ti sentire fuori dalla norma.” Anche se l’intento è ammirevole, questa frase inizia con la premessa che essere gay sia un peccato, per cui ne deriva una disapprovazione motivata. Tenete conto che i Cristiani gay hanno già lottato e combattuto strenuamente su questa questione, più di quanto possiate immaginare. Lasciatemi spiegare, perché essere gay non è come l’alcolismo, la tossicodipendenza, la pornografia, la guida in stato di ebbrezza, o altre cose che la gente assimila all’essere gay.
In primo luogo, è possibile guarire da una dipendenza. In secondo luogo, quando una dipendenza cessa, la vita migliora. Essi sono più felici, la loro famiglia è più felice ed il lavoro migliora. In tutti i campi c’è un miglioramento. Nessuno discute seriamente sul fatto che essere dipendente dall’alcool sia una buona cosa. La dipendenza è una distorsione di se stessi; essere pulito e sobrio è l’autentica espressione della persona.
Invece, cercare di “smettere di essere una persona LGBTQ” porta alla depressione, ansietà, odio verso se stessi, disperazione – devo continuare? L’orientamento sessuale o l’identità di genere è autentica; la negazione è una distorsione. (Forse non sarete d’accordo con me, dicendo che l’identità LGBTQ non è autentica, ma questa affermazione è indifendibile su molti livelli. Chi non ha fatto esperienza di questo tentativo di distorcere il proprio autentico essere, deve confrontarsi con coloro che hanno vissuto questa esperienza).
Infine, la prova che questo argomento è falso consiste nel fatto che le persone non lo trattano “come ogni altro peccato”. I divorziati, i maldicenti, i presuntuosi, gli eterosessuali single sessualmente attivi – nessuna di queste categorie viene discriminata come le persone LGBTQ, nessuno viene trattato come le persone LGBTQ. Quindi non continuate a fingere su questo argomento.
“Ama il peccatore, odia il peccato”
Questo è diventato un vero piccolo slogan che, ancora una volta, la gente pensa sia gentile dire. Non è gentile. È solo giudicare che qualcuno sia un peccatore, e di conseguenza concedersi il pieno permesso di odiare quella cosa che ha giudicato peccato, anche se risulta far parte dell’identità di una persona. Nel Mercante di Venezia, all’usuraio alla fine fu negato il pagamento con la sua “libbra di carne”, perché è impossibile togliere la carne senza il sangue, su cui l’usuraio non aveva diritto. Così è impossibile odiare la parte LGBTQ di qualcuno, senza odiarlo nella sua interezza.
“Va e non peccare più”
Troppe persone falsamente credono che Gesù abbia detto a tutti “va e non peccare più”. I commentatori del mio blog lo hanno ripetuto più volte. Ma è falso. Nella Bibbia si trova questa citazione solo due volte – una volta ad un paralitico (Giovanni 5), e una volta alla donna adultera perdonata (Giovanni 8). L’idea che “va e non peccare più” venga ripetuta per tutte le Scritture è completamente sbagliata. In entrambi i casi Gesù stava parlando in circostanze specifiche che noi non comprendiamo. In Giovanni 5, noi rimaniamo a chiederci che cosa abbia fatto quell’uomo, perché gli venga detta quella frase, dal momento che Gesù non ha mai associato l’essere paralitico al peccato. Generalizzare questa citazione volendo intendere che il peccato causa disabilità è una lettura irresponsabile. (Gesù lo esplicita in Giovanni 9 con l’uomo nato cieco).
Nell’altro caso, Gesù si rivolge ad una donna colta in adulterio e trascinata da lui. Se Gesù disse questa frase (nei primi manoscritti la storia non è riportata), lo disse solo dopo aver impedito a tutti gli altri di dire o fare qualcosa. Gesù è stato molto chiaro nel dire che nessuno di noi è in grado di correggere gli altri, nemmeno coloro colti in flagrante. In entrambi i casi, Gesù lo disse. E impedì chiaramente a ogni altro di dirlo. Gesù non ha fornito dei comandamenti casuali, ma ha solo parlato nel contesto di gente reale in situazioni reali. Gesù ha ogni diritto di dire ogni cosa a chiunque. Noi no. Inoltre, nessuno va e non pecca più.
La linea di confine, quando si prendono in considerazione queste dichiarazioni offensive e le idee che le rappresentano, è che noi dobbiamo cercare di capire prima di essere capiti. Ho avuto recentemente una conversazione con una persona che capisce veramente l’amore di Cristo, ma non parlava di nulla ma ripeteva le parole di una trasmissione evangelica che era abbastanza dura su questi temi. Che speranza avrei avuto se le avessi parlato visto che la sua trasmissione evangelica le da tutte risposte? Se parlate come il vostro pastore, o ripetete le notizie che ascoltate in televisione, ma probabilmente non pensate con la vostra testa, ripetete solo ciò che avete sentito. Probabilmente non state davvero cercando di capire.
È difficile considerare da un nuovo punto di vista queste dichiarazioni, quando per anni c’è stato insegnato a vederle in modo diverso. Ci vuole un nuovo modello. Ma prendere la propria croce significa che sarà difficile farlo. Che altro, noi questo cambiamento lo dobbiamo ai nostri figli, non è vero?
IL LAVORO DI FREEDHEARTS
Avete fatto alcuni di questi commenti? Dopo aver letto questo capitolo, vedete come possono essere accolti? Vorreste che qualcuno li dicesse a voi? Avete la volontà di cambiare il vostro linguaggio su questi argomenti?