Il coming out riguarda tutti gli oppressi del mondo (Isaia 49:8-16)
Riflessioni bibliche* di Ken Stone, Valerie Bridgeman Davis, Bentley de Bardelaben e Holly Toensing pubblicate dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti) nel gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
L’appello a “uscire dal nascondiglio” è da tempo un grande richiamo per Lesbiche, Gay, bisex e Trans (LGBT). Ecco perché Isaia 49:8-16, con il suo esplicito invito a “venire fuori” (versetto 9) e le sue promesse di libertà, sembra essere un passo ideale per una comunità cristiana accogliente e impegnata. Ovviamente, “uscire dal nascondiglio” in presenza dei pregiudizi sociali, politici e individuali continua ad essere difficoltoso. Di fronte a realtà quali la discriminazione sul lavoro, l’intolleranza religiosa e il rifiuto da parte della propria famiglia, le persone LGBT hanno molte ottime ragioni per preoccuparsi delle possibili conseguenze del coming out. Anche gli Israeliti esiliati, a cui Dio si rivolge in Isaia 49, hanno apparentemente delle buone ragioni per preoccuparsi del loro futuro; infatti, il versetto 14 ci dice che si sentivano “abbandonati” e “dimenticati” da Dio. Eppure l’autore di Isaia 49 risponde a questa disperazione con un “Dio transgender”.
Anche se il Dio d’Israele è rappresentato quasi sempre come una divinità maschile nella Bibbia Ebraica, qui il profeta lo descrive come una madre amorevole che si prende cura di suo figlio (versetto 15). Anche se le madri talvolta si dimenticano dei loro figli (continua il profeta), Dio mai dimenticherà gli Israeliti. Così, il messaggio di questo oracolo che scavalca i generi è di speranza e incoraggiamento.
Chi legge è invitato ad avere fiducia in Dio anche nelle circostanze più difficili, in un passo che è in armonia con le parole del salmista che afferma, nel Salmo 130 (131), “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre” (versetto 2). Tale speranza, tale fiducia e cura continuano ad essere importanti per tutti i credenti che “vengono fuori” da ogni sorta di difficoltà per poter camminare verso un futuro incerto.
– In che modo l’immagine di Dio come madre piena di attenzioni viene in aiuto ai credenti che cercano di lasciarsi alle spalle un ambiente oppressivo?
Troviamo l’insistenza sulla speranza e la fiducia anche in Matteo 6:24-34. L’ammonizione di Gesù a non affannarsi “di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete” è nota a tutti, ma difficile da seguire. Eppure può essere un consiglio fondamentale per chi lotta contro l’ingiustizia o sostiene cause impopolari, dato che un’eccessiva ansia per il futuro può impedire di agire. Richiamando la nostra attenzione agli uccelli, ai fiori e agli altri elementi viventi della vibrante creazione di Dio, Gesù ci ricorda che Dio si prende cura delle sue creature e che preoccuparci molto spesso non ci porta da nessuna parte. Inoltre, la sua riflessione sulla creazione ci offre una via per ricentrarci di fronte alle sfide.
Questo ricentramento può essere utile a chi sta venendo fuori da ogni sorta di difficoltà, come Paolo fiduciosamente afferma in 1 Corinzi 4:1-5: per quanto riguarda noi, solo il giudizio di Dio alla fine conta. Né le opinioni degli altri, né (come Paolo suggerisce nel versetto 3) la nostra tendenza a giudicare noi stessi dovrebbero farci desistere da compiti ai quali siamo chiamati. In ogni caso, anche se l’ammonizione di Isaia 49 a “venire fuori” può infondere coraggio ai credenti odierni, è importante tenere presenti le differenze di contesto e di situazione. Isaia 49 è stato scritto per persone reali del mondo antico che dovevano affrontare una deportazione, risultato dell’occupazione militare di un potere imperialista. Gli individui invitati a “venire fuori” sono esplicitamente menzionati come “prigionieri” (versetto 9).
Lungi dal rendere questo passo irrilevante per i lettori contemporanei, il riconoscimento del contesto storico del capitolo può incoraggiarci ad ampliare la nostra visione delle diverse lotte affrontate dai popoli di tutto il mondo, nel passato come nel presente. Dopo tutto la deportazione, l’occupazione militare e l’imprigionamento fisico sono reali oggi come lo erano nel mondo antico. Tutte le persone che vivono simili realtà hanno bisogno di ascoltare parole di incoraggiamento e speranza. In questo modo, un’attenta riflessione su Isaia 49 offre alle chiese accoglienti un’opportunità di trovare dei legami e di stringere alleanze con i vari movimenti per la giustizia, la pace e la compassione.
– Quali legami stringiamo, noi credenti LGBT, con le altre comunità che soffrono per l’ingiustizia e la violenza? In che modo le persone LGBT potrebbero essere chiamate ad assistere o a solidarizzare con tali comunità?
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La nostra preghiera
Dio di Speranza e di Cura Amorevole,
Madre di tutti noi,
cerchiamo il tuo sostegno
mentre veniamo fuori dalle nostre situazioni difficili.
Aiutaci a ricordare e sostenere gli altri
che come noi stanno venendo fuori
da situazioni difficili
spesso molto diverse dalle nostre.
Stringici nelle tue forti braccia,
ti preghiamo.
Amen.
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
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Testo originale (PDF): Ordinary Time through Reign of Christ Sunday Year A