La fiducia in Dio e noi, tra forza e fragilità
Riflessioni del teologo André Gounelle* pubblicate sul blog del mensile protestante Évangile et Liberté (Francia) il 22 ottobre 2015, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Mai l’essere umano è stato tanto potente e tanto minacciato. Da una parte sta aumentando le sue capacità al di là dell’immaginabile. Si parla di “transumanesimo” per designare l’attuale superamento della sua condizione: considerevole allungamento della durata della vita, cancellazione degli effetti dell’invecchiamento, accrescimento delle possibilità fisiche e mentali, invenzione di sistemi che trasformano la vita. Le fantasie di immortalità e onnipotenza sembrano a portata di mano.
Dall’altra parte si profilano, in parte a causa di tali cambiamenti, delle catastrofi che rischiano di cancellarlo dalla faccia della Terra: esaurimento delle risorse naturali, innalzamento del livello dei mari, inquinamento generalizzato, avvelenamento degli organismi, senza contare i massacri causati dalla moltiplicazione esponenziale della popolazione.
Forza e fragilità, una tensione che non è nuova: la Bibbia afferma che l’essere umano è di poco inferiore a un dio e come l’erba che secca al primo refolo di vento. Di fronte a questo misto di forza e debolezza l’Evangelo propone un atteggiamento: la fiducia attiva. Fiducia, perché nel mondo agisce una forza positiva, quella di Dio, che finirà per avere la meglio malgrado tutto; attiva, perché ci spinge non ad aspettare un colpo di bacchetta magica, ma a porre le nostre forze e le nostre debolezze al servizio di Dio e del prossimo. Di fronte a Dio, la nostra potenza non sarà motivo di esaltazione e la nostra fragilità non sarà motivo di sconforto.
* André Gounelle è pastore, professore onorario all’Istituto protestante di teologia di Montpellier, è autore di numerosi libri e collaboratore di Évangile et Liberté da 50 anni.
Testo originale: Force et fragilité