La speranza di un genitore di far cambiare un figlio gay genera solo dolore
Testo tratto dal libro di Susan Cottrell, “Mom, I’m Gay”. Loving Your LGBTQ Child without Sacrificing Your Faith (“Mamma sono gay”. Come potete amare vostro figlio lgbtq senza sacrificare la vostra fede), paragrafo 7, editore Westminster John Knox, edizione riveduta, Maggio 2016, libera traduzione di Diana
“La cosa peggiore che ho detto ad Alex: “Credo ci siano dei gruppi di lavoro che ti possono aiutare se sei gay” (Mi aveva appena detto che non lo sapeva, perché era quello che volevo sentirmi dire). C’era timore nei suoi occhi e mi chiese se lo avrei mandato in uno di quei gruppi. Dissi: “No, era solo un suggerimento”. Credetemi, non sapevo cosa stavo dicendo. Questa è una delle ragioni per cui ci impiegò cinque anni per dirci che era gay”. – Debby –
Molti anni fa, prima di iniziare il lavoro con FreedHearts e molto prima del coming out delle nostre figlie, chiesi alla mia tutor che risposta avesse per chi era gay. Se pensava che le relazioni gay fossero sbagliate, cosa suggeriva? Lei suggeriva Exodus International, perché erano “fenomenali nel guidare le persone fuori dall’omosessualità”. Ne dubitavo, ad essere onesti, perché non pensavo che un gay potesse davvero cambiare. Un mio vicino, quando ero bambina, ed il mio miglior amico alle superiori, erano entrambi gay e non mi pareva possibile che potessero cambiare.
Se pensate che l’orientamento di vostro figlio possa essere cambiato, tenete conto del male che questi tentativi possono causare a vostro figlio. Perfino Exodus International si è pentita dei suoi sforzi infatti, nel giugno 2013, dopo 37 anni che aveva proposto la cosiddetta “terapia riparativa” ha chiuso i battenti. Alla fine, dopo aver visto la vita dei partecipanti ai loro corsi, i leader di Exodus hanno ammesso che la terapia non funzionava ed il presidente Alan Chambers si è scusato per i vasti e profondi danni che questa falsa speranza di “riorientamento” ha causato alla comunità LGBTQ.
In una tavola rotonda alla Conferenza in rete dei Cristiani gay del 2012, Chambers affermò: “La maggioranza delle persone che ho incontrato il 99,9%, non ha cambiato il suo orientamento sessuale”. Uno dei primi fondatori di Exodus, Michael Bussee, ed il volontario Gary Cooper ne sono un esempio perfetto, perché alla fine hanno rotto il loro matrimonio etero e si sono messi insieme.
In seguito Chambers presentò le scuse alla comunità LGBTQ sulla chiusura di Exodus, dicendo: “Mi dispiace di aver promosso terapie riparative ed aver cercato con ogni sforzo possibile di cambiare l’orientamento sessuale delle persone stigmatizzando i genitori. Mi dispiace per tutte le volte in cui non ho avuto il coraggio di affrontare le persone “a me vicine” che pubblicamente vi chiamavano sodomiti o anche peggio“.
Se la “terapia riparativa” fosse stato un medicinale antidolorifico, ci sarebbe stata un’immediata iniziativa da parte della casa farmaceutica per evitare un’azione legale collettiva. Proprio come un medicinale difettoso, la “terapia riparativa” non solo è un fallimento, ma può essere mortale. Ci sono persone gravemente danneggiate dalla falsa speranza che, se avessero pregato, studiato, seguito i consigli di Exodus, il cambiamento sarebbe avvenuto.
Ma il danno che ne è derivato – l’odio verso se stessi, la vergogna, i matrimoni fatti con fede e poi naufragati, i figli nati da tali matrimoni – è un danno incalcolabile. Pretendere questo cambiamento non significa amare, perché lascia i gay che avevano l’aspettativa di cambiare e credevano con fiducia che ciò sarebbe avvenuto, da soli ed esposti al disprezzo, con un senso di ripugnanza verso se stessi, a volte sull’orlo del suicidio, quando il cambiamento non arriva.
I ministri religiosi “ex-gay” suggerivano la “terapia riparativa” come “una soluzione compassionevole per un problema difficile”. Ma non funziona. Non sono iniziative neppure compassionevoli. Infatti potreste essere sorpresi nel venire a sapere che la cosiddetta “terapia riparativa” comprende l’uso della pornografia per stimolare l’attrazione verso l’altro sesso e l’elettroshock ai genitali per inibire l’attrazione verso persone dello stesso sesso. Non c’è da stupirsi che in alcuni Stati questa terapia sia vietata e che gli avvocati stiano facendo pressione per abolirla in tutti gli Stati Uniti.
Questa è la risposta cristiana o la soluzione compassionevole che i Cristiani possono offrire? No. La soluzione compassionevole è arrendersi a Dio e non cercare di adattare le persone alla nostra visione del mondo. Compassione reale significa capire cosa ha passato e cosa sta passando nostro figlio e rispondere con l’amore.
IL LAVORO DI FREEDHEARTS
La speranza di un cambiamento può continuare ad agitarci, anche dopo aver accettato l’orientamento sessuale di nostro figlio da tempo. Si può manifestare in due modi:
- come un dolore non risolto per la perdita del futuro che avevate previsto per vostro figlio. Se questo è il caso, riconoscete la vostra perdita, esprimetela, e addoloratevi.
- come una speranza attiva che comunicate a vostro figlio che lo vogliate o meno. Anche una “speranza segreta” di cambiamento continua a significare accettazione incompleta, con un effetto deleterio sulle relazioni famigliari. In questo caso, chiedete a Dio di mostrarvi che non dovete agire in questo modo (ricordatevi le innumerevoli testimonianze di coloro che hanno supplicato ed implorato un cambiamento che non è avvenuto). Riconoscete che ogni cambiamento che Dio vuole lo farà, ma la preghiera non sembra portare risultati. Chiedete a Dio di mostrarvi un quadro chiaro del danno derivante dalla speranza che vostro figlio farà qualcosa che non è in grado di fare.