L’amore forte. Due madri in cammino con i loro figli gay
Intervista di Silvia Lanzi del 23 maggio 2014
L’amore autentico. Un titolo forte per un libro forte, nel quale Lidia Borghi esplora il rapporto tra due madri, Mila Banchi e Ursula Rütter Barzaghi, e i loro figli Jacopo ed Enrico e la reazione al loro coming-out.
Una relazione fatta di complicità e di orgoglio – il puro e semplice orgoglio di essere ciò che si è e di essere semplicemente madri.
Le due lunghe interviste sono introdotte da due interventi di Letizia Tomassone e Franco Barbero e da una breve disamina sull’omosessualità e sulle dichiarazioni vaticane a proposito.
Dopo la negatività dei documenti Vaticani, gli omosessuali cristiani non sono come tanti don Chiscotte che combattono contro i mulini a vento?
Le lesbiche ed i gay cristiani hanno, oggi, in Italia, una grande possibilità di rinascita, personale e in quanto unione di persone credenti; la loro appartenenza all’Ecclesia in quanto assemblea – nel significato etimologico del termine – ne fa delle e degli appartenenti, a pieno titolo, alla Chiesa Cattolica e a tutte le altre congregazioni religiose cristiane d’origine.
Come è emerso da entrambi i rapporti del FCOI (Forum dei Cristiani Omosessuali Italiani) svoltisi fino ad ora (il terzo si terrà a Roma durante i giorni 2 e 3 ottobre 2014) i gruppi di omosessuali eminentemente cattolici sparsi per il territorio nazionale non hanno mai chiesto la legittimazione da parte dell’apparato ecclesiastico romano, né tantomeno una qualsiasi forma di accoglienza che – converrai con me – suonerebbe alquanto fuori luogo: perché mai emettere formale istanza di accettazione a casa propria?
Il punto è semmai un altro: alle tante persone lesbiche e gay – ed aggiungo anche transessuali – che credono in Dio, viene oggi data una preziosa possibilità di educazione dall’interno e dal basso nelle parrocchie d’appartenenza; mi spiego meglio: se e quando le persone LGBT cattoliche troveranno dentro di sé la forza di uscire allo scoperto, magari accompagnate dalle anime gemelle, frequentando in modo regolare le funzioni religiose delle rispettive comunità, passo dopo passo – per minuscolo che sia – non faranno altro che cominciare a rendere edotte/i, con amore ed infinita pazienza, tutte e tutti gli esponenti di quella educazione omo-sentimentale di cui, ora più che mai, c’è così tanto bisogno per contribuire, a cominciare dal proprio ambiente d’appartenenza, a scardinare il malanimo ed il pregiudizio che ruota da troppo tempo intorno alle persone lesbiche, gay e transessuali.
Quello che stiamo vivendo è il tempo più maturo per far sì che a fiorire sia l’amore in tutte le sue declinazioni, a cominciare da quello che dobbiamo prima di tutto a noi stesse ed a noi stessi, poi a chi ci è prossimo.
A ciò chiama ogni individuo cristiano il messaggio evangelico. Concludo la risposta alla tua domanda dicendo che – volenti o nolenti – le persone LGBT, cristiane a vario titolo e cattoliche nello specifico, stanno vivendo una vera e propria stagione dell’anima che le vede – o le dovrebbe vedere – protagoniste assolute del loro destino, mentre mettono mano al cambiamento sociale. Sarebbe un vero peccato se ciò non avvenisse, non trovi?
Due Chiese? Le comunità di base e la gerarchia?
Se per “Chiesa” tu intendi l’Ecclesia cui ho fatto riferimento in precedenza, la mia risposta è volta al negativo. In realtà, a giudicare dalle tante risposte che mi giungono dall’analisi dell’abbandono del Cattolicesimo da parte di molte persone che si sentono illuse e discriminate in casa loro – un vero e proprio fenomeno sociale, se pensi a quanto la Nazione italiana, soprattutto all’interno del Parlamento, sia intrisa di Magistero e Catechismo – mi sento legittimata a parlare, semmai, di un divario sempre più netto fra la base delle e dei fedeli e la gerarchia vaticana, a cominciare dalla Conferenza Episcopale Italiana, se mi metto ad analizzare le più recenti esternazioni del suo capo, al quale dobbiamo asserzioni di una certa gravità in merito allo scandalo dei preti pedofili ed a proposito dei tre opuscoli di educazione alla diversità messi a punto dall’Istituto Beck di Roma della psicologa e psicoterapeuta Antonella Montano, nell’àmbito di un progetto governativo di cui l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) si è fatto ente di diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado, per offrire al corpo insegnante nel suo insieme delle linee guida ben precise, volte all’individuazione e neutralizzazione – anche – dei ben noti e oserei dire quotidiani atti di bullismo omofobico di cui sono pieni i nostri istituti d’istruzione.
Quel distacco sta diventando sempre più netto, se pensi al numero – in continua crescita – di sacerdoti che, incuranti delle reprimende cui vengono sottoposti con una certa regolarità da parte dei loro vescovi, non solo danno l’assoluzione in confessionale ai gay, alle lesbiche ed alle/ai transessuali che ad essi si rivolgono, in cerca di un ascolto attento e mai giudicante ma, lo sottolineo, mettono a disposizione i locali parrocchiali per garantire lo svolgimento delle riunioni periodiche dei gruppi di persone LGBT cristiane in genere che vogliano leggere e commentare interi passi delle Sacre Scritture al riparo da qualsiasi atto di malanimo nei loro confronti.
Per non parlare dei semplici diaconi i quali – come nel caso del Gruppo Bethel di Genova – con una presenza amorevole costante nel tempo, danno la possibilità a molti soggetti di sentirsi a casa nella loro assemblea religiosa, nel caso particolare all’interno dei locali attigui alla chiesa di San Benedetto al Porto, il luogo sacro in cui operava alcuni dei suoi piccoli miracoli quotidiani don Andrea Gallo.
Il corpus principale del libro è dedicato all’intervista di Mila Banchi e Ursula Rütter Barzaghi. Due madri forti, due donne forti: donne che hanno accolto, con amore autentico, i loro figli Jacopo ed Enrico le cui vicende, potenzialmente distruttive, hanno invece aperto a scenari incredibili di accettazione e consapevolezza…
Accoglienza, accettazione… Torniamo al punto di partenza, Silvia: davvero una madre, un padre, un fratello oppure una sorella hanno bisogno di accogliere a casa propria – nella fattispecie la famiglia – le persone lesbiche, gay e transessuali che sono sangue del loro sangue? Sai, in fin dei conti io non ci vedo tutta questa differenza, rispetto alla comunità parrocchiale; sempre di congregazioni stiamo conversando.
Che esse siano di tipo religioso o spirituale oppure di quel genere che vede per ora solo un uomo ed una donna unirsi nel vincolo del contratto matrimoniale – davanti al ministro di culto come di fronte al/alla sindaco/a – per quanto mi riguarda solo l’amore conta.
Nella fattispecie, Mila ed Ursula hanno convogliato nella giusta direzione quel sentimento che ci dà la spinta necessaria, sempre, per superare le nostre paure e tutte quelle barriere pregiudizievoli che finiscono per obnubilare la mente, pur di garantire ai figli il pieno godimento di relazioni d’amore autentico con l’ambiente circostante.
Poiché, volenti o nolenti, è con la società che le persone LGBT debbono fare i conti ogni giorno ed è proprio grazie al lavoro costante di educazione sentimentale portato avanti nel quotidiano dalle tante Mila ed Ursula di questo Paese che molti piccoli ambienti, circoli e gruppi umani hanno cominciato, da tanto tempo a questa parte, a mutare il loro rapporto con i gay, le lesbiche e gli individui transessuali. Forti della convinzione incrollabile in base alla quale solo la conoscenza permette di abbattere il pregiudizio, esse stanno contribuendo, con il loro agire proveniente dal cuore, a gettare un ponte verso l’Eternità. A me davvero ciò non pare poco.
L’immagine di copertina del libro è particolare. Un breve cenno?
Ho contratto un debito di riconoscenza con un amico caro, Cesare Catanzani, che mi sta accanto con grande tenacia, malgrado io sia spesso assente dalla sua vita: a lui debbo non solo l’immagine grafica che abbellisce la copertina del mio libro, conferendole un importante valore aggiunto, ma tante serate trascorse al telefono a disquisire di cose preziose come la diversità e quell’amore che tutto muove.
Fotografo dotato di grande sensibilità, nonché grafico pubblicitario dal tratto particolare, Catanzani ha dato vita, nel cuore del Gargano, ad una realtà – La Terra dei sensi – che sforna opere davvero belle e piene di quella sensibilità che anche a me è assai cara.
A cosa stai lavorando in questo momento?
La mia penna è dedicata, in questo periodo, alla stesura di una doppia biografia tutta al femminile, ad un graphic novel che verrà illustrato da un altro amico dal tratto delicato ma profondo e alla revisione delle bozze di un libro, anch’esso su fede ed omosessualità, che non ha ancora potuto vedere la luce.
Lidia Borghi, L’amore autentico, pp. 95, Gabrielli Editori, 2014