L’enigma corporeità. Quando la teologia riflette su sessualità e religione
Recensione e intervista di Silvia Lanzi del 16 dicembre 2010
È uscito recentemente, per i tipi del Centro Editoriale Dehoniano un libro molto interessante che si intitola “L’enigma corporeità: sessualità e religione”.
Si tratta di una raccolta di saggi che hanno come punto focale il rapporto tra due componenti irrinunciabili dell’essere umano: il sesso e la religiosità.
A curarlo il professor Antonio Autiero e la dottoressa Stefanie Knauss, la quale, non essendo nuova a studi riguardanti corporeità e teologia, è stata così gentile da rispondere ad alcune domande.
“Il trattamento della sessualità dalla prospettiva teologica e’ una cosa un po’ giovane e recente” ci dice. E prima di porre le mie domande, ci tiene a fare una premessa.
“Il termine sessualità ha tre significati principali, vale a dire procreazione (che viene solo marginalmente trattata nel libro); identità (concetto che non è per niente facile da definire e va ben oltre il solito binario maschile/femminile) legata al terzo aspetto, pur non esaurendolo completamente, vale a dire l’attività (cioè il fare sesso)”.
La sessualità, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, sia è stata in qualche modo, riabilitata. Non più come semplice mezzo per procreare, o per evitare le fiamme dell’inferno, ma come modo per esprimere tenerezza e amore nel senso più bello e profondo del termine. Si può dire che questa pubblicazione segua questa nuova prospettiva?
Sicuramente. Per le autrici e gli autori, la sessualità è certamente più di un processo biologico di procreazione, un ‘male necessario’; è una parte importante dell’esistenza umana che si realizza anche attraverso la relazione sessuale con altre persone.
Bisogna però dire che il Vaticano II ha rappresentato un passo importante in avanti, seguito subito dopo dai due passi in dietro della Humanae vitae; e ancora oggi l’atteggiamento del magistero non è pienamente positivo nei confronti della sessualità: solo la sessualità vissuta all’interno del matrimonio viene vista come capace di sviluppare questo potenziale di rafforzare l’amore e esprimerlo in maniera compiuta.
Su questo posso solo raccomandare l’attenta lettura che ha fatto Mannion dei vari documenti magistrali che si trova nel nostro libro.
Avere però una prospettiva più positiva verso la sessualità, come la proponiamo nel nostro libro, non significa celebrarla in modo acritico facendone il centro di tutta la vita – ci sono forme di sessualità forzata, in cui essa diventa strumento di potere, modalità “commodified” della sessualità, nelle quale il sesso diventa una merce e che contribuisce alla configurazione di una nuova ‘ideologia del piacere’ che sembra sostuire la tradizionale ideologia del controllo, e questi aspetti vanno analizzati criticamente.
In questo ambito la chiesa, la teologia hanno qualcosa di importante da dire nei discorsi contemporanei.
Esiste, secondo lei, una “teologia dal basso” che non sia solo la voce del Magistero e delle alte sfere ecclesiastiche, ma che provi a interpretare e tradurre le nuove esigenze ed “emergenze” (nel senso di nuovi bisogni) che sono affiorate di recente – un po’ come, mutatis mutandis, ha fatto la teologi della liberazione?
Anzitutto, ed è veramente importante ricordarselo sempre, bisogna distinguere tra i vari livelli, in cui, nell’ambito religioso si svolge il discorso sulla sessualità, e in genere ogni discorso e argomento: c’è il Vaticano/ciò che dice il Magistero, che normalmente è molto cauto nell’esprimersi, in particolar modo sulla sessualità, e segue le norme tradizionali; c’è la teologia (anche morale) che si è sviluppata molto negli ultimi anni e che su molti temi propone una visione più aperta, anche riguardo la sessualità, la sua importanza nell’esistenza umana, e i modi di viverla.
Con questa apertura, la teologia si distingue spesso molto dalle dichiarazioni vaticane, ed è più vicina al vissuto delle persone.
E poi c’è come terzo livello la vita, la comunità, le cristiane e i cristiani ‘alla base’ che vivono la loro sessualità con responsabilità nel contesto della propria fede, anche se ciò vuol dire forse di allontanarsi dalle dottrine del Magistero, come ad esempio quelle sulla contraccezione.
Alla base, nella vita vissuta, queste domande hanno spesso un’altro aspetto da quanto s’immaginano nelle alte sfere…
Per la teologia morale (e anche per le altre discipline teologiche) l’esperienza concreta e vissuta è una fonte di riflessione: essa prova a coniugare quest’esperienza con le fonti della Scrittura, della tradizione e la loro saggezza, e i principi o temi etici (come la giustizia, il rispetto, il diritto di piacere, la vulnerabilità, la personalità e così via).
Si può notare che negli ultimi anni, le esperienze di sessualità vissuta fuori dal matrimonio, in coppie omosessuali o con partner diversi, la lotta per i diritti della donna di avere il controllo sul suo corpo e sulla sua sessualità, la lotta per i diritti delle persone omosessuali, di quelle diversamente abili e di quelle in qualche modo marginali di vivere la loro sessualità, di esprimere desiderio e di sperimentare piacere – tutte queste esperienze hanno avuto un loro influsso anche sulla riflessione teologica riguardo la sessualità.
Non so se si può paragonare questo alla teologia della liberazione, ma si tratta nelle sue forme più riuscite, di una teologia che cerca mettere insieme esperienza umana di sessualità, esperienza religiosa e conoscenza di Dio.
Il nostro libro, però, non è un libro di teologia morale – cosa che ritengo importante sottolineare.
Non diamo linee guide su come vivere la sessualità in modo “giusto”, non giudichiamo le varie forme di sessualità; piuttosto proviamo ad analizzare qual è il suo ruolo per l’esistenza umana nella sua complessità di materialità e immaterialità, e per l’esistenza umana vissuta davanti a Dio, a comprenderla meglio, anche se alla fine questo ci porta a riconoscere ancora una volta la sua profonda enigmaticità – in tutti i sensi.
Sembra che questa raccolta di saggi si snodi su due binari, da una parte antropologico-storico, dall’altro così spinto verso argomenti, che come diceva lei, hanno iniziato da poco ad interpellare la collettività. Perché questa scelta?
Sicuramente si può notare un percorso un po’ più storico e poi alcuni saggi che trattano temi più attuali. Per noi era importante uno sguardo retrospettivo per capire meglio il contemporaneo.
Però tutti i saggi sono attuali, perché anche quelli di taglio prettamente storico applicano metodi e prospettive nuove, come la lettura queer che Ammicht Quinn fa di un’immagine medievale, o l’analisi acuta e originale di Alfieri di alcuni testi della prima età moderna.
Con questi sguardi contemporanei sul passato, si può notare che per molti versi, avevamo una visione del passato tinta da ciò che era l’opinione mainstream sulla sessualità nel tardo Ottocento e nella prima metà del Novecento: i sacerdoti travestiti della dea di cui parla Hoepflinger o la cultura veneziana del Rinascimento studiata da Ruggiero sono forse più “moderni” di ciò che pensavamo, e quindi la riscoperta critica della storia può aiutare a sviluppare nuove prospettive per il presente.
Spero che questo si rifletta poi anche nei saggi che trattano più direttamente della attualità (come quello di Viefhues-Bailey sulla discussione riguardo ai matrimoni gay negli Stati uniti).
È bello e stimolante, questo nuovo approccio alla tradizione…
La cosa che per me è veramente importante in questo contesto, è mostrare che la teologia, e la religione, non erano e non devono essere nemici della sessualità e della corporeità delle persone; corpo e sesso non sono un tabù nell’ambito spirituale, anche se qualche volta si potrebbe pensarlo.
Nella tradizione e nella storia si trovano appunto tanti esempi di inclusione della sessualità nell’esperienza religiosa (per esempio nella mistica, cfr. il saggio di Furey), di definizioni flessibili, meno dualistiche dell’identità sessuale, di modi di viverla ‘fuori la norma’ – voglio dire, anche la Bibbia è piena di storie d’amore e sesso che non seguono le norme!
E questa riscoperta è veramente liberatoria per molte persone con cui ho parlato: l’atteggiamento negativo del magistero nei confronti della sessualità non è per niente il nucleo della fede cristiana e non è la sua essenza, ma un dato che risulta da molti fattori storici e culturali,
e che può cambiare nuovamente.
Gli estensori dei contributi sono, in parte, stranieri e come tali sicuramente con background culturali diversi. Quanto è stato importante per la varietà e l’innovazione del libro?
Il libro e’ nato da un seminario tenuto presso la Fondazione Bruno Kessler a Trento (www.fbk.eu) al quale avevamo invitato studiosi di diverse discipline e ambiti linguistici per condividere le nostre esperienze, competenze e ricerche sul tema.
Ci ha aiutato molto il fatto che in ambito anglofono la discussione fosse già molto più avanzata, mentre, ad esempio, le esperienze tedesche o italiane hanno mostrato che il tema non è affatto esaurito: anzi queste ultime hanno aggiunto approcci particolari al tema (come quello di Wendel che parte da un approccio filosofico poco conosciuto all’estero).
Per il libro poi abbiamo scelto alcuni degli interventi, e altri ne hanno scritti persone che non avevano potuto intervenire al seminario.
Direi quindi che proprio per un tema complesso come quello della sessualità, una molteplicità di voci come quella che abbiamo nel libro, è assolutamente importante: volevamo infatti mostrare che la sessualità non è ‘naturale’, un ‘dato della biologia’, ma un costrutto eterogeneo di cultura, religione, scienze, filosofie, politica.
Ecco le premesse del bel libro curato da Autiero e da Knauss che ringraziamo ancora della disponibilità accordataci.
Un libro interessante e foriero di nuove prospettive che sicuramente arricchirà con intelligenza il dibattito in corso sulla sessualità in ambito ecclesiastico e non.
Indice de ‘L’enigma corporeità: sessualità e religione‘
Introduzione.
I. CORPOREITÀ DA COMPRENDERE
Il contributo delle scienze naturali nella comprensione delle differenze sessuali (V. Chizzola)
La religiosità ha un sesso? (S. Wendel).
Una sessuazione non-segregante: il «terzo sesso» interpella la Bibbia (M. Perroni)
Estatici e selvaggi: pratiche di «cross dressing» in alcuni esempi tratti dalla storia delle religioni (A.-K. Höpflinger)
Essere creatura, diventare umano: una critica a Oliver O’Donovan (G. Loughlin)
II. CORPOREITÀ DA DISCIPLINARE
Maternità versus sessualità femminile: versioni cristiane di una contraddizione classica (A. Pedregal)
Corporeità e sessualità in sant’Agostino: spunti per una lezione esemplare (A. Autiero)
Ridendo con Aretino, ovvero: si può fare una storia del genere e del sesso dell’Italia pre-moderna? (G. Ruggiero)
Carne negata, carne dovuta, carne inquisita fra XVI e XVII secolo (F. Alfieri).
Qualcosa è cambiato? Corsi e ricorsi nell’immaginario erotico cattolico (G. Mannion)
Cittadinanza sessuale e violenza religiosa nello Stato nazionale laico (L. Viefhues-Bailey).
III. CORPOREITÀ DA REALIZZARE
Lance mistiche e teorie della sessualità (C.M. Furey)
Sessualità e religione: ancora «diavolo e acqua santa»? (S. Knauss)
Rendere «queer» la teologia morale: de-moralizzare e ri-moralizzare la sessualità (R. Ammicht Quinn)
«Queering» il corpo del Cristo: una lettura ecclesiologica (G. Ward).
Note sui curatori
ANTONIO AUTIERO (Napoli 1948) è professore ordinario di teologia morale presso la facoltà di teologia cattolica dell’Università di Münster. Direttore del Centro per le scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler di Trento dal 1997, è membro, tra l’altro, dei gruppi di lavoro per la bioetica presso la Conferenza Episcopale Tedesca e presso la Commissione delle conferenze episcopali dell’U.E. di Bruxelles, nonché membro della Commissione Etica del governo federale tedesco per la ricerca sulle cellule staminali.
STEFANIE KNAUSS è dottoressa di ricerca in teologia. Ha studiato presso le università di Freiburg, Manchester e Graz e ora è ricercatrice presso la Fondazione Bruno Kessler – Scienze religiose di Trento. Nella sua ricerca si occupa soprattutto della corporeità, nella religiosità e nella teologia, e della relazione tra teologia e cultura.
Autiero Antonio, Knauss Stefanie (a cura di), L’enigma corporeità: sessualità e religione, Centro Editoriale Dehoniano, 2010, Pagine 296
Il libro è in vendita in tutte le librerie ed anche presso Libreria Claudiana di Firenze (sconto del 10% ed invio postale in tutta Italia, solo per i lettori di gionata.org)