Dieci parole. Lettera aperta ai genitori cristiani con figli gay
Riflessioni di Susan Cottrell pubblicate sul suo blog “Freedhearts” (Stati Uniti) il 10 giugno 2013 , libera traduzione di Adriano
Spesso ci viene voglia di ficcare in una scatola tutte le cose che non ci piacciono, e di dimenticarle mettendoci sopra un coperchio. Ma non si può farlo. Vostro figlio è omosessuale. Questo va contro tutto ciò che avreste pensato. Non era quello che avevate in mente e immediatamente vi chiedete, dove avete sbagliato.
Quando si diventa genitore, si sa perfettamente di doversi aspettare l’inaspettato. Ma per molti genitori cristiani, niente può preparare al fatto di sentirsi dire che il proprio amatissimo figlio è omosessuale. Questo è il bambino che avete cullato, che avete alimentato con il cucchiaino di mela grattugiata, del quale sognavate un futuro radioso. Cos’è successo? Cosa ne dirà la Chiesa? Che cosa penseranno i vostri amici? Cosa vi riserva il futuro? Non sapete dove sbattere la testa.
Se siete un genitore cristiano, un familiare o un amico di una persona amata che si è dichiarato gay o lesbica, allora queste riflessioni sono per voi. Vi invito a sedervi, rilassarvi, magari a prendere una tazza di tè e ad immergervi in quello che sto per dirvi. La mia speranza è quella di guidarvi mentre camminiamo per un po’, attraverso questo ginepraio di confusione, per aiutarvi così a ritrovare un po’ di pace.
Nella maggior parte degli ambienti cristiani l’omosessualità di un figlio non è una buona notizia, e potreste ritrovarvi a riflettere senza via di fuga su voi stessi. Ci arriveremo con calma. Prima di tutto mettiamo in chiaro una cosa, il problema non è centrato su di voi. Il primo errore commesso dalla maggior parte dei genitori, è quello di pensare a loro invece che al loro figlio o alla loro figlia. Parliamo dunque di alcuni dei principali ostacoli per i genitori cristiani.
1. Non è un affronto contro di voi. Questo non è qualcosa che il vostro ragazzo ha commesso contro di voi. Non ha “scelto l’omosessualità” per ribellarsi contro di voi, per farvi un torto o per rendervi la vita miserabile. Infatti, non ha davvero nulla a che fare con voi. Non l’avete causato voi, non è un vostro fallimento o un vostro errore. Quando ero una cristiana più giovane, ho insegnato che l’omosessualità è un peccato, pensavo che il trauma subito da qualcuno nel proprio passato avesse provocato la sua omosessualità, anche se non se lo ricordava.
Con mia grande sorpresa, il Signore ha stravolto completamente i miei pensieri e mi ha fatto conoscere tanta gente che, pur avendo avuto un’infanzia esemplare e felice, si era scoperta omosessuale. Mi ha anche ricordato le molte persone etero che pur avendo avuto un’infanzia traumatica, sono rimaste eterosessuali. Le vostre aspettative potrebbero andare in frantumi. Ma queste sono le vostre aspettative rispetto ai vostri figli. Molto semplicemente, potrebbero non essere le aspettative di Dio. Chiedete a Dio di cambiare la vostra visione su vostro figlio, sostituendola con la Sua.
2. Questo orientamento non è una novità per vostro figlio. Probabilmente non vi ha mai confessato la prima volta che ha notato la sua attrazione per lo stesso sesso. In realtà, è molto probabile che abbia convissuto con questa pulsione per un periodo piuttosto lungo. Doveva scoprire quanto fosse reale. Ha dovuto osservare gli altri giovani ragazzi che crescevano nella pubertà, e rendersi conto che non stava sviluppando gli stessi sentimenti.
Forse ha avuto appuntamenti con amici del sesso opposto, per vedere se la passione si fosse potuta sviluppare e magari non è mai successo. Nel momento in cui si è dichiarato, lo ha fatto perché è abbastanza sicuro di quello che sta dicendo. Potrebbe essere necessario lavorare con delle nuove emozioni su tutto questo, e le vostre emozioni saranno altrettanto importanti, ma per loro non si tratta di una situazione nuova di zecca. Non chiedetegli se ne è sicuro, non consigliategli di prendersi un po’ di tempo e di vedere cosa succede. Considerate invece il suo trascorso.
Fategli domande del tipo “Quando lo hai saputo?”, “Per quanto tempo ti sei sentito in questo modo?”. E ditegli quanto siete grati che si sia aperto a voi, e che non deve mai più sentirsi così solo e combattere tutto questo in solitudine.
3. Questo è il momento di abbracciare vostro figlio. Immaginate per un momento il coraggio che c’è voluto per raccontarvi della sua sessualità, soprattutto quando sapeva di contraddire le vostre convinzioni di base. In quel momento, il ragazzo ha bisogno di sapere che ha fatto la cosa giusta nel parlarvi.
Potreste essere travolti dalla paura, dal dubbio, dalla rabbia, dal risentimento, dalla delusione, dalla vergogna, dall’angoscia o dal senso di colpa, ma non abbandonate mai l’obiettivo di esprimere il vostro amore incondizionato e l’ammirazione per il vostro ragazzo. Vostro figlio avrà una propria lista di emozioni da affrontare, non appesantitelo anche con le vostre. Datevi il tempo di elaborare tutti le vostre emozioni. Fate in modo che sia un percorso gentile e comprensivo, per voi stessi e per vostro figlio.
4. E’ terrorizzato di dirvelo. Il rischio che corre è molto reale. Alcuni adolescenti omosessuali sono stati terrorizzati, svergognati, esiliati, minacciati, picchiati ed evitati. Sanno che una volta detto, non può essere più nascosto. Hanno preso questa decisione sia perché hanno fiducia e sperano nel meglio, sia perché non potevano più sopportare di vivere a lungo in una situazione non adeguata. Avete un figlio forte. Siate orgogliosi.
Avete la possibilità di soddisfare la loro fiducia in voi e di superare gli ostacoli grazie all’amore incondizionato di genitore. Questo è il vostro lavoro come genitore e come Cristiano: amare incondizionatamente.
5. Pregare, desideralo e avere fede non renderanno vostro figlio eterosessuale. Se il fare tutte queste cose significa evitare che l’omosessualità venga a visitare una casa Cristiana, non dovremmo vedere che succede così spesso. Ho sentito innumerevoli storie di persone che hanno pregato incessantemente, ma nulla è cambiato. Pensate a tutti quei falsi guaritori che predicano per guarire le folle dalle malattie; quando non vi è alcun risultato, questi ciarlatani dicono a un povero ragazzo sulla sedia a rotelle: “Forse la prossima volta avrai abbastanza fede da poter essere guarito”.
Dove sta la colpa? Se qualcuno non è mai stato guarito dalla sua situazione, è una scelta di Dio, non di quello sulla sedia a rotelle. Qualcuno ha mai pregato per essere eterosessuale? Non penso. Invece esistono innumerevoli storie di quelli che hanno pregato, che ha fatto tanto bene, che hanno seguito ogni insegnamento e che si sono prodigati con tutto il cuore, solo per poi sperimentare delusione e disgusto di sé. Vostro figlio non merita tutto questo.
6. Per gli adolescenti, ci sono ancora molti cambiamenti che devono accadere. Niente panico! Lasciateli scoprire se stessi. Che cosa sapevate a 18 anni che sapete ancora oggi? Pensateci bene, l’orientamento sessuale è probabilmente una delle poche cose di cui eravate sicuri. Non richiede un percorso chiaro a tuo figlio o tua figlia, in una fase della loro crescita in cui il mondo rappresenta ancora il loro guscio.
Non abbiamo ancora imparato quanto sia spiazzante dover compiacere a qualcun altro? Non ditegli che è una fase che passerà. Riconoscete lo sforzo della loro dichiarazione, pensate che potranno avere un futuro importante e che sarete al loro fianco in ogni passo del loro cammino. Nello scoprire che il loro orientamento può non essere quello che pensavano, giò li fa scoprire vulnerabili. Raccontargli che state pregando per un loro cambiamento, o che invecchiando preferiranno probabilmente essere “più etero”, vi allontanerà da loro. Peggio di tutto, non mandateli in un campo di “riorientamento”. Questo traumatizza tantissimi giovani, rinsaldando in loro una profonda vergogna e l’odio verso se stessi.
7. I figli adulti sono fuori dalle vostre mani. Più che gli adolescenti, i ragazzi adulti sono ben al di là della vostra autorità genitoriale. Avete fatto del vostro meglio, come genitore, tuttavia non siete perfetti (nessuno lo è!). Dovete fidarvi di Dio per questo figlio che avete cresciuto.
Abbracciatelo e amatelo come un compagno di fede, come Gesù ci chiede di fare. Non rifuggitelo o non intraprendete azioni che potrebbero solo allontanarti dalla sua vita. Attendete invece i tanti importanti eventi che possono capitare nella vita, e sii presente nella sua vita come volevi che i tuoi parenti lo fossero per te.
8. Archiviate le risposte delle altre gente. Il parere del vostro sacerdote, del vostro gruppo cristiano o della vostra famiglia allargata, non sono così importanti come il benessere di vostro figlio o figlia. Archiviate dunque le opinioni altrui e concentratevi su come Dio vi conduce specificatamente. Se non riesci a dire nel tuo cuore che vostro figlio è più importante delle opinioni altrui, cercate dunque l’aiuto del Signore e chiedete a Lui di ripristinare le vostre priorità.
9. Sostenete il peso psicologico di vostro figlio. Abbandonate il peso delle domande senza risposta e del disagio su di voi. Non siete voi quelli sotto pressione che devono cambiare la propria identità. Vostro figlio ha tutto il resto della sua vita da affrontare, “portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo”, ci dice Dio in Galati 6, 2.
Il rapporto con vostro figlio richiede molto di più. Non affrettarti verso risposte o soluzioni facili. Come per altri grandi eventi della vita, mettevi di fronte all’incognito e, pazientemente, lasciate che Dio riveli le risposte nei Suoi tempi.
10. Infine ricordate che non è vostra responsabilità cambiare i comportamenti delle persone. Non è il nostro compito, anche verso i vostri figli, soprattutto man mano che invecchiano. Se pensate di doverli cambiare da pianista a un giocatore di calcio, smettela immediatamente. Gesù non è per la modifica del comportamento, Egli è la vita, la sua vita scorre attraverso di noi.
Questo è ciò che significa grazia (Kharis): lasciar fluire l’amore di Gesù attraverso di noi, invece che sentirsi obbligato a risolvere tutto. Il vostro compito è quello di amare le persone, soprattutto i vostri figli. Lasciate che Dio utilizzi questa situazione per mostrarvi cosa significa amare incondizionatamente. Mentre amiamo gli altri, Dio è all’opera in modi che non possiamo comprendere.
Questa strada non è probabilmente quella che avreste scelto, né inizialmente intrapreso. Ma se cercate Dio, Egli vi mostrerà la bellezza del viaggio. Forse Dio ha scelto proprio voi per una tribolazione come questa, per far brillare il suo amore in mezzo a tutta la rabbia e l’odio (anche se le vostre convinzioni a riguardo non cambieranno mai).
Forse Egli lavorerà attraverso voi per ripristinare il suo nome che è stato così diffamato verso un gruppo di persone che hanno tanto bisogno di Lui; come tutti noi. Dio è bravo a darci dilemmi che non ci aspettavamo, a scuotere le nostre piccole visioni del mondo. Scuote tutto ciò che può essere scosso, fino a che, tutto quello che resta non possa più crollare. Aggrappatevi a Lui in questo momento, ed Egli porterà qualcosa di meraviglioso: a voi e alla vostra famiglia.
Non esitate a raccontarci se avete avuto l’esperienza di un figlio che si è dichiarato. Dio vi benedica in questo viaggio.
Titolo originale “To the parents of gay children”