Pensieri sulla fede: sessualità e peccato
Riflessioni del pastore valdese Pawel Gajewski tratte dal blog Pensieri sulla fede del 13 gennaio 2011
Vorrei condividere con voi queste dieci tesi riguardanti la nostra sessualità in relazione con alla categoria del peccato, una delle centrali nel pensiero religioso di matrice cristiana. Vi sarò grato per commenti e/o critiche.
1. Interrogato sul divorzio, Gesù ricorda che la norma di ogni pratica è la volontà originaria di Dio. Commenta poi alcuni estratti dei due racconti della creazione (Genesi 1 e 2). Quel commento (Matteo 19:4-6) costituisce il punto di partenza per ogni approccio cristiano alla sessualità.
2. La sessualità è un dono di Dio; ha come finalità l’umanizzazione della persona nell’incontro con l’altra persona ed è chiamata ad esprimere e simboleggiare l’amore creatore di Dio e l’apertura totale verso la dimensione relazionale dell’esistenza.
3. Il peccato non è soltanto e non soprattutto nelle infrazioni morali, da catalogare secondo una pedante e ottusa casistica: la sua massima manifestazione può concentrarsi nell’uomo religiosamente più zelante e moralmente più ineccepibile.
4. La quintessenza del peccato come condizione esistenziale naturale dell’essere umano è l’amor sui, l’amore di sé che si manifesta nella ricerca egoistica e autoreferenziale del piacere e della sicurezza.
Nel rapporto con Dio il peccato si dimostra in un atteggiamento perverso dell’essere umano verso Dio, nella ricerca di Dio non per Dio propter Deum ma per sé stesso, per ricavarne protezione benefici, sistemazioni personali e comunitarie sul piano terreno, salvezza e pace eterna, esente da infernali complicazioni, sul piano ultraterreno.
5. Tale amor sui è secondo il giudizio di Lutero la invincibile concupiscenza, il peccato segreto e profondo, che occorre scoprire in tutte le sue proporzioni per vedere la necessità di estirparlo fin delle sue radici più profonde. Un simile processo di rigenerazioni può essere operato da Dio soltanto.
6. Dal punto di vista teologico la sessualità umana è la sfera in cui l’invincibile concupiscenza si manifesta con la stessa forza in cui essa si manifesta in tutti gli altri ambiti dell’agire umano.
Poiché la sessualità è l’unico ambito in cui un essere umano può dare origine all’esistenza di un altro essere umano l’attenzione all’esercizio della sessualità è ed è stata in tutte le culture umane particolarmente alta e il più delle volte sottoposta a una visione morale di tipo religioso.
7. L’esercizio della sessualità deve essere sottoposto a una disciplina; si tratta però della disciplina volta a tutelare ogni forma di relazione interpersonale nel quadro di un ordine sociale universalmente condiviso.
Nell’ottica del pluralismo ogni comunità di fede può proporre (mai imporre) ai propri aderenti una visione morale della sessualità.
8. All’interno della coppia e nella dimensione ecclesiale la teologia cristiana rivendica la centralità di agape di Dio (I Corinzi 13) come criterio fondamentale dell’esercizio della sessualità e della valutazione dei comportamenti sessuali.
9. L’esercizio della sessualità visto dalla prospettiva di una teologia delle opere può generare paure e frustrazioni legate a una presunta rottura della comunione con Dio a causa di comportamenti sessuali moralmente discutibili dal punto di vista oggettivo e/o soggetivo.
10. L’esercizio della sessualità nella prospettiva della teologia della grazia è fondato sulla fedeltà assoluta di Dio e quindi tende a testimoniare tale fedeltà attraverso la vita di coppia.
Bibliografia
Argentieri, S., A qualcuno piace uguale, Torino, Einaudi, 2010.
Dahrendorf, R., Libertà attiva. Sei lezioni su un mondo instabile, Roma-Bari, Laterza, 2005.
Fuchs, E., Desiderio e tenerezza. Una teologia della sessualità, Torino, Claudiana, 1984.
Subilia, V. Solus Christus, Il messaggio cristiano nella prospettiva protestante, Torino, Claudiana, 1985.