10 passi biblici che insegnano una prospettiva cristiana nuova sull’omosessualità
Testo di Layton E. Williams*, pubblicato su Sojourners (Stati Uniti) in data 8 giugno 2017. Liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata
Molti cristiani, sia persone LGBTQ+ che eterosessuali, si rivolgono alla loro fede per cercare risposte su come vivere in una cultura sempre più aperta e inclusiva. La storia della chiesa cattolica con le persone LGBTQ+ è stata spesso segnata da tensioni, dolore e, a volte, persino violenze.
Chi considera l’omosessualità un peccato ricorre a passi biblici molto conosciuti, dell’Antico e del Nuovo Testamento, intorno ai quali si è sviluppata gran parte del dibattito sulla sessualità. Nel suo libro God and the Gay Christian (Dio e il cristiano omosessuale), Matthew Vines, attivista cristiano LGBTQ, mette in discussione queste interpretazioni di condanna, ricordando che non sono gli unici testi biblici che parlano di identità sessuale e di genere.
Ce ne sono altri che invitano a porre l’accento sull’amore più che sulla legge, sulla dignità di ogni persona amata da Dio e sull’accoglienza riservata a chi è stato storicamente respinto come impuro o indegno.
Genesi 1,26: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza»
Il racconto della creazione ci dice che, tra tutte le cose, l’essere umano è creato a immagine di Dio. Il fatto che Dio sia indicato al plurale lascia intravedere la possibilità di una diversità che appartiene al mistero stesso di Dio.
Sapere che ogni essere umano porta in sé l’immagine di Dio ci ricorda che tutti siamo sacri. Anche chi appare o ama in modo diverso da noi riflette ugualmente questa immagine.
Atti 10,15: «Quello che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano»
Nella visione di Pietro Dio lo invita a mangiare cibi che la legge ebraica riteneva impuri. Quando Pietro rifiuta, Dio lo ammonisce: ciò che Dio ha purificato supera la legge.
Poco dopo, incontrando i pagani, Pietro comprenderà che la promessa di Dio non ha confini tracciati dagli uomini e che la sua comunità non è definita dalle nostre regole.
Atti 8,36: «Ecco qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»
L’eunuco etiope, escluso perché non conforme alle norme sessuali del tempo, cerca Cristo senza rinnegare la sua diversità. Filippo lo accoglie e lo battezza. La domanda dell’eunuco — «Che cosa impedisce che io sia battezzato?» — è ancora oggi la voce di tante persone LGBTQ+ che chiedono di essere incluse senza barriere.
Isaia 56,4-5: «Agli eunuchi che osserveranno i miei sabati, che sceglieranno ciò che a me piace e si atterranno alla mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome migliore che figli e figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato»
Già secoli prima di Gesù, Dio aveva promesso amore e riconoscimento a coloro che erano esclusi. Isaia annuncia che chi rimane fedele al Signore riceverà nella sua casa un monumento e un nome eterno, meglio di figli e figlie. È un messaggio di inclusione che precede e prepara la radicalità del Vangelo.
Isaia 43,1: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni»
Questo versetto è una parola di conforto per chiunque abbia paura del rifiuto. Dio ci ama non per merito nostro, ma perché siamo suoi. Per una persona queer o trans, sentirsi chiamata per nome da Dio è la garanzia che non c’è nulla da temere.
Galati 3,28: «Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù»
San Paolo annuncia che in Cristo le divisioni che hanno sempre separato gli uomini non contano più. Non c’è più Giudeo né Greco, schiavo né libero, uomo né donna.
L’amore di Cristo abbatte ogni barriera e mette in discussione anche le visioni rigide e binarie dei ruoli di genere.
Matteo 22,37.40: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti»
Gesù ci ricorda che tutta la Legge e i Profeti si riassumono nell’amore: amare Dio e amare il prossimo. Ogni osservanza che non nasce dall’amore tradisce lo spirito stesso della fede.
Salmo 139,13-14: «Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda»
Questo salmo canta la tenerezza di Dio che ci conosce intimamente. Ogni parte della nostra identità era già nelle sue mani prima che nascessimo. Non c’è luogo che possa separarci dal suo amore.
Matteo 15,27-28: «È vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita».
La donna cananea, straniera e quindi esclusa, chiede a Gesù di guarire sua figlia. Lui la respinge, ma lei insiste e lo sorprende con la sua fede.
Gesù allora la esaudisce. È un episodio che mostra un amore così grande da allargare persino gli orizzonti di Gesù. Ci insegna che i nostri pregiudizi non possono limitare l’amore di Dio.
1 Giovanni 4,7-8: «Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore»
Il cuore del cristianesimo è qui: l’amore. Ogni amore autentico viene da Dio e lo glorifica. Chi ama conosce Dio, perché Dio è amore.
*Layton E. Williams è autrice del libro “Holy Disunity: How What Separates Us Can Save Us” (WJK Press, 2019).
Testo originale: 10 Bible Passages That Teach a Christian Perspective on Homosexuality

