11 ottobre 2025 a Milano al Guado “Le migrazioni del cuore” con don Giuliano Zanchi
«Le immagini hanno più vite dei gatti. Esse vanno e vengono nella vita degli umani con sorprendente capacità di adattamento. Migrano come quegli stormi fruscianti che, nei cambi di stagione, inseguono i climi e assecondano i venti» [G. Zanchi, Le migrazioni del cuore, EDB, 2027, 71].
È questo il caso dell’immagine del Sacro Cuore: divenuta presto emblema di una religiosità intimistica e di un cattolicesimo conservativo, ha finito poi per percorrere gli scenari più impensabili, dalla street art al mondo dei tatuaggi, dall’alta moda all’arte contemporanea. E se a lungo questo Cuore è stato oggetto di appropriazione di un certo cattolicesimo tradizionalista, non sono mancate ri-appropriazioni emancipatorie: basti pensare al logo dei Giovani del Guado, sezione giovanile della storica associazione milanese di cristiani LGBT che quest’anno compie quarantacinque anni.
Così, se da un lato «la devozione al Sacro Cuore ha finito per iconizzare perfettamente tutta l’“introversione” di un cattolicesimo a disagio con le transizioni culturali del tempo» [Idem, 33], proprio questo tempo si è impegnato talvolta a ripulirne l’immagine da incrostazioni ideologiche.
Sabato 11 ottobre 2025, alle ore 17.00, a Milano, presso la sede del Guado (via Soperga, 36), ci accompagna tra queste migrazioni Giuliano Zanchi, direttore della Collezione Paolo VI di Concesio, direttore della «Rivista del Clero Italiano», e autore di studi ai confini tra estetica e teologia (il più recente: Dare luogo alla grazia. Sugli spazi della liturgia, Vita e Pensiero, 2025).
Al di là degli aspetti più propriamente iconografici e culturali, si tratta di una riflessione che può servire a mettere a fuoco quel «bisogno che tutte le azioni siano poste sotto il “dominio politico” del cuore», di cui scriveva Papa Francesco nella sua ultima enciclica [Dilexit nos, 13].
All’incontro si potrà partecipare anche online, entrando nella stanza https://meet.google.com/gmg-bwrs-znw di Google Meet.

