Lesbica e cristiana. Tre giorni vissuti intensamente tutti insieme
Testimonianza di Lorenza di Torino sulla tre giorni InterGruppi per Cristiani LGBT di Bocca di Magra (2-4 giugno 2017)
Incontrarsi a Bocca di Magra. In questi tre giorni vissuti intensamente tutti insieme, si sono trattati diversi argomenti religiosi, che si sono alternati a momenti di confronto con gli altri, meditazione personale, passeggiate nel verde del meraviglioso parco del Monastero e verso la spiaggia e feste.
Il primo giorno, dopo una presentazione con gli altri, ci siamo riuniti ed abbiamo meditato sul tema “Chiamati ad essere se stessi, Chi sei?” (Geremia 1,4-8). Dopo l’intervento prezioso di Don Pino, che mi ha molto coinvolta emotivamente, in quanto ha parlato dei nostri limiti umani, che però, se affrontati non da soli, ma con l’appoggio ed il sostegno delle altre persone che ci circondano, diventano non più un peso insostenibile, bensì una speranza di vita. Questa riflessione oltre ad essere stata trattata poi nei vari gruppi, in cui è venuto fuori il pensiero, le paure, gli ostacoli che ogni giorno sono sul nostro cammino e che, come ho potuto notare, sono quasi tutti simili, per certi aspetti. Ho provato anche una grande speranza nel gruppo, tutti insieme a provare a dare un senso al nostro cammino, a trovare la strada migliore, nonostante il Signore ogni giorno ci metta davanti difficoltà da superare per farci capire se siamo sul sentiero giusto o ci dobbiamo migliorare per avere una vita piena.
Il secondo giorno invece abbiamo trattato il tema “Venite e vedrete” (Giovanni 1,35-39), spiegato dalla cara Suor Fabrizia. Anche lei mi ha trasmesso una sensazione di pace e benessere interiore, con le Sue parole di speranza, di amore immenso, di forza nel dire che il Signore ci accoglie nella sua casa, che sta sempre vicino a noi e non ci abbandona mai. Il Signore non ci offre subito una risposta immediata a quello che noi chiediamo o desideriamo, ma col tempo possiamo capire il significato delle cose, e questo lo si vede anche nel quotidiano con quello che ci accade e come lo affrontiamo. Il Signore non ci abbandona mai, ci offre il Suo amore gratuito non ci chiede nulla in cambio se non di essere noi stessi. In seguito alla sera si è trattato il tema di “Effatà, Apriti” (Marco 7, 32-34). Questo è stato un invito a non accettare le cose così come stanno, a rimanere fermi su se stessi, ma al contrario rinnovarsi continuamente, aprire la porta del cuore per fare entrare il Signore, ricordandoci che non siamo mai soli, ma che Lui è sempre con noi.
Infine il terzo giorno abbiamo parlato di “Ricominciare da capo. Dove stai andando?” (Genesi 12,1 -6). La predica è stata tenuta da Don Gianluca, che è stato molto bravo e chiaro nello spiegare e fare comprendere la rivoluzione che Dio porta nelle nostre vite. Non dobbiamo pensare di stare tranquilli o “mettere le pantofole ai piedi” come ha citato lo stesso Don Gianluca, ma anzi dobbiamo seguire quello che il Signore ci chiede, anche se comporta sforzi, fatiche, rinuncia alle comodità per andare verso l’ignoto. Nello stesso tempo il Signore ci tratta come “amici”, perché come con Abramo, ha fiducia in noi, come noi del resto dobbiamo averne in Lui e non avere paura che ci possa lasciare soli.
Quello che mi ha lasciato e trasmesso quest’esperienza, è prima di tutto l’aver sentito Dio ancora più vicino a me, mi sono sentita accolta e non rifiutata, mi ha toccato il cuore e l’anima, ma soprattutto mi ha permesso di sentire tante testimonianze di fede, di vita, raccontate dalle tante persone presenti, da ragazzi, ragazze, genitori, ma nello stesso tempo anche pastori.
Mi ha arricchita dal punto di vista personale, perché penso che, prima di tutto, occorra essere accoglienti e rispettosi con gli altri, ascoltandoli, essendo anche partecipi del loro vissuto, farlo proprio per capire anche meglio noi stessi ed anche per comprendere appieno che non siamo diversi da tutti gli altri solo perché omosessuali, ma anzi anche la nostra ricchezza interiore è preziosa come quella di qualunque individuo. Ciò che conta è essere in grado di mettersi sempre in gioco, di stare con gli altri, di essere non tanto accettati, ma compresi nel proprio essere, nelle nostre similitudini, ma soprattutto nelle nostre differenze, senza mai giudicare, come non giudica Dio, ma comprendendo ed amando gli altri. Solo in questo modo si può vivere una vita piena ed appagante, solo aprendo il proprio cuore, la propria mente ci si avvicina sempre di più a Dio.
Ringrazio in primo luogo tutti i pastori presenti, Suor Fabrizia, ma soprattutto Innocenzo, Carlo e tutto lo staff che ha organizzato con pazienza e cura questi tre giorni che sono stati molto belli ed intensi da ogni punto di vista e che hanno reso possibile tutto questo. Hanno dimostrato ancora una volta che “credono” in ciò che fanno e che vengono alla fine premiati.