A Catania l’esperienza di una parrocchia che accoglie i cristiani omosessuali

Non ho una specifica preparazione o particolare competenza riguardante la problematica omosessuale, solo una esperienza di 35 anni di ascolto e accoglienza. Come per un genitore che non fa differenza tra i figli, così per un parroco, per una comunità cristiana, ascoltare ed accogliere ogni persona, senza alcun giudizio moralistico, dovrebbe essere la cosa più ovvia.
Come per la Parola di Dio, così per la storia di ogni persona, ènecessano farsi condurre, per essere fatti partecipi del suo mistero, e allora l’accompagnamento è reciproco. Quanta rabbia, sofferenza, paure, sensi di colpa ho colto assieme a un grande desiderio di liberazione, di autenticità, di comunione.
Una verità di base: Dio ama ogni persona come individuo unico. Dio non ama di meno qualcuno semplicemente perché omosessuale. “L’amore tra due persone, siano dello stesso sesso o di sesso diverso va appoggiato e rispettato” (cardinale Hume). Il nostro ruolo è lasciarsi sorprendere e scorgere i segni del passaggio di Dio nella storia delle persone. Quando in una comunità c’è questa dimensione di accoglienza, ascolto, dialogo e comprensione, il rischio dell’emarginazione scompare.
Omosessuali credenti e in ricerca (i Fratelli dell’Elpìs) si riuniscono nei nostri locali senza alcuna clandestinità. Alcuni del gruppo hanno fatto di questa comunità la loro parrocchia, partecipandovi in maniera piena. Non si è mai impostata una catechesi specifica per omosessuali, in quanto non può esistere un gruppo di credenti “a parte”. Offrire spazio interiore e spazi logistici significa riconoscere diritto di esistere ed esprimersi, di partecipare e comunicare.
Questa disponibilità permette, poi, un’evoluzione dell’esperienza col Signore che possiamo soltanto favorire, ma non gestire. Di fondamentale importanza è, infine, la possibilità, offerta ai “non omosessuali” di accostarsi ai loro problemi, ma soprattutto alle persone superando i pregiudizi e, comunque, interrogandosi sul valore della “diversità” e dell’ottica evangelica.