A Padova due donne sposate dal don Barbero, prete del dissenso
Articolo tratto da Il Mattino di Padova, 6 settembre 2011
Un matrimonio, con tanto di scambio di anelli e un prete a dare la benedizione. Protagoniste due donne. Due ragazze che si amano e che per arrivare a questo momento hanno affrontato un percorso di preparazione spirituale. A benedire la coppia, arrivato appositamente da Pinerolo, don Franco Barbero, conosciuto «prete del dissenso» che ha già sposato oltre 100 coppie gay in Italia.
«La cerimonia si è svolta in un agriturismo sui Colli: erano presenti 50 persone tra parenti e amici, sia etero che omosessuali – racconta una delle due spose – E’ stata una giornata bellissima, con tanta emozione sia da parte nostra che degli invitati. Tutti hanno sentito l’importanza e il valore di questo momento».
Loro sono F.C. e F.M., due giovani militanti dell’associazione lesbica «Il Riparo», ma anche due credenti che hanno trovato in don Barbero, e nella sua comunità di Pinerolo, l’accoglienza che la chiesa «ufficiale» ha rifiutato loro. «Sono venute nella mia comunità a Pinerolo – racconta don Franco – e insieme abbiamo fatto un percorso di avvicinamento a questo momento durato oltre due anni. Non sono uno di quei preti che per sposarsi fa fare un corso di pochi mesi».
Per lui i matrimoni omosessuali non sono una novità: a 73 anni gira per l’Italia a celebrarne una decina l’anno, pur essendo stato «ridotto allo stato laicale» dal Vaticano. Ma quella di Padova è stata una cerimonia che l’ha colpito: «E’ stata una giornata partecipata e molto commovente.
Un’occasione per molti degli invitati di riscoprire la fede – racconta – Consideri che anche al banchetto, mentre mangiavamo, siamo stati ore a discutere sulla figura di Gesù». Timori per la reazione della Chiesa? Che la cosa possa essere vista come una provocazione? «Si tratta invece di una realtà molto accettata da molte comunità e condivisa da moli preti. Da sabato scorso mi hanno già chiamato quattro preti veneti per complimentarsi dell’iniziativa – sottolinea don Franco Barvero – E’ tempo di dare dei segnali, perché lentamente anche la chiesa cambi».
Ma per i gay italiani i matrimoni sono spesso o «clandestini» o «in esilio» in altri paesi. «Per me invece ciò che conta è che davvero ci sia la ricerca di un cammino di fede e d’amore – conclude don Franco – Non credo che Dio metta delle etichette. Nè Gesù ha mai fatto distinzione tra etero e omosessuali. Dove c’è l’amore, lì c’è Dio: è quello che ho capito nella mia piccola vita».
La Diocesi: “Quello non è un vero matrimonio”
Non è un vero matrimonio. E quel prete non può celebrare”. Prende posizione la Diocesi di Padova sull’unione celebrata sabato scorso in un agriturismo sui Colli. “In nome di un corretto uso dei termini e per evitare facili fraintendimenti su una materia tanto delicata quanto basilare per la vita sociale e per la vita cristiana, si precisa che l’unione fra due donne di cui si parla nell’articolo del mattino, non si può definire né tanto meno ha la valenza di matrimonio in senso cristiano – si legge nella nota della Diocesi –
Nulla togliendo, infatti, al rispetto per la dignità delle persone e all’esistenza di un affetto tra due persone anche dello stesso sesso, l’amore sponsale rimanda all’amore biblicamente definito come unione tra un uomo e una donna”.
E il comunicato prosegue: “Pertanto quello riferito dall’articolo, per la Chiesa, è in primo luogo un atto invalido, in quanto non si è celebrato il sacramento del matrimonio, che prevede il consenso tra un uomo e una donna battezzati, e inoltre è un atto illecito in quanto Franco Barbero risulta essere dimesso dallo stato clericale e come tale non è annoverato nella Chiesa tra i ministri ordinati, non può celebrare l’Eucaristia e gli altri sacramenti, né assumere incarichi propri dei chierici o attribuirsi titoli sacerdotali e portare abiti ecclesiastici”.