A Torino omosessualità e fede s’incontrano al Centro studi “Ferruccio Castellano”
Articolo di Fabrizio Assandri tratto dal mensile What’s Up! del marzo 2009
Nasce a Torino il “Centro studi e documentazione Ferruccio Castellano – Fede religione omosessualità” legato alla storia dei gruppi di omosessuali credenti nati in Italia a partire dagli anni ’80.
Come vivono la spiritualità le persone GLBTQ (gay, lesbiche, bisessuali, transgender e “queer”)? Cosa significa per loro appartenere a comunità religiose, alle Chiese e alla società? Quale insegnamento le religioni hanno elaborato sull’omosessualità?
Per cercare una risposta a queste domande lo scorso 30 gennaio 2009 è stato inaugurato a Torino, presso il Gruppo Abele di don Luigi Ciotti, un Centro studi su religioni e omosessualità.
Si tratta di un’Associazione aconfessionale di volontariato, che vuole creare uno spazio comune di confronto, “per essere un piccolo segno dei tempi che rimetta in discussione l’attuale rapporto tra fede e omosessualità – come ha detto durante l’inaugurazione Gustavo Gnavi, presidente del Centro – Gestiremo un archivio sul tema con testi, rassegne stampa, documenti del Magistero e delle Chiese, insieme a una banca dati dei gruppi interessati alla questione – ha aggiunto Gnavi – oltre ad organizzare dibattiti, convegni, mostre, cineforum”.
Si comincia l’11 marzo 2009 con la presentazione della ricerca del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino su omofobia e transfobia, mentre il 23 aprile il teologo anglicano Gianluigi Gugliermetto parlerà della sessualità nella Chiesa anglicana. Il 28 maggio il biblista Carlo Miglietta interverrà su “Chiesa e omosessualità”.
Pur essendo un’Associazione laica, il centro è legato alla storia dei gruppi di omosessuali credenti nati in Italia a partire dagli anni ’80 (si può trovare un elenco sul sito www.gionata.org).
A illustrarne il percorso su What’s Up è stato don Luigi Ciotti, ricordando Ferruccio Castellano, tra i fondatori dei primi gruppi di gay credenti, alla cui memoria è dedicato il Centro studi.
“Ferruccio ebbe il coraggio di rompere gli schemi e di mettersi in gioco, quando attorno a sé regnavano le discriminazioni e le semplificazioni” ha detto don Ciotti, riferendosi all’organizzazione, nel 1980, del primo campo “Fede e Omosessualità” presso il Centro Ecumenico di Agape (della Tavola Valdese) in provincia di Torino, a cui seguirono la nascita presso il Gruppo Abele nell’81 del gruppo di gay credenti “Davide e Gionata” e l’incontro nell’82 alla Pro-Civitate Christiana di Assisi.
Un percorso irto di ostacoli: “Ad Assisi ci dissero con imbarazzo che non potevano più ospitarci a causa di lavori. La verità era che la Santa Sede era intervenuta chiedendo di non ospitare più incontri di quel tipo in realtà ecclesiali”.
Dopo aver ricordato le sofferenze che portarono nell’83 Castellano al suicidio, quali “la morte della mamma, il mobbing sul lavoro per la sua omosessualità e la solitudine”, don Ciotti ne ha citato le parole al primo campo Agape, laddove affermava che “fede cristiana e orientamento sessuale sono due realtà indipendenti”, e ha auspicato che il Centro a lui dedicato possa farsi strumento di un cammino di riflessione.
Inconciliabilità?
Don Segatti non ha nascosto le difficoltà: “Dal punto di vista dei principi, il Magistero afferma due prospettive difficilmente componibili, perché se da un lato il Catechismo afferma che l’omosessualità non può essere imputata come colpa o malattia, dall’altro c’è difficoltà a riconoscere che questo stato “naturale” si esplichi naturalmente, comprese la sfera affettiva e spirituale”.
Nonostante i limiti permangono segnali di dialogo, tant’è che don Segatti ha annunciato l’ormai prossima pubblicazione di un testo pastorale elaborato dalla diocesi di Torino sull’omosessualità “che sarà uno strumento da utilizzare per la formazione sul tema anche nelle parrocchie”.
Per Don Ciotti: “Far convivere omosessualità e fede causa spesso grandi sofferenze, si temono giudizi, si fatica a parlarne. C’è bisogno di dialogare tra le Chiese e di impegnarsi per dare forza, speranza e dignità alle persone”.
Nel 2005 il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, ricevette alcuni rappresentanti credenti del Comitato Organizzatore del Torino Pride 2006 e delegò due sacerdoti a seguirne le attività, dialogando col Gruppo di Lavoro Fede e Omosessualità, costituitosi in vista del Gay Pride.
Porte che si aprono, come ha riconosciuto anche Enzo Cucco, della fondazione Sandro Penna, nata dal gruppo “Fuori!”, primo movimento gay in Italia. “Il cardinale ha aperto una porta – ha detto – non altrettanto il rabbino e le comunità islamiche della città”.