Ascoltando Don Barbero a Trento su religiosità, amori e diversità sessuale
Riflessioni tratte da Rete Agatergon del 18 novembre 2009
Il primo di una serie di incontri-seminari sul rapporto tra la religiosità delle persone con orientamento non eterosessuale e le correnti ideologiche, teologiche e culturali di alcune delle religioni o delle filosofie etiche, si è tenuto sabato 14 novembre 2009 presso il Centro Servizi S. Chiara in via S. Croce a Trento.
Il primo seminario intitolato Amore cristiano e coppie gay, lesbiche e trans (nd organizzato da Arcigay del Trentino) con la partecipazione di un’appartenente al gruppo di spiritualità GLBTQ “La Ressa” di Trento.
Protagonista del dibattito don Franco Barbero, Animatore e presbitero della Comunità cristiana di base di Pinerolo e collaboratore dell’associazione “Viottoli”, autore del libro Omosessualità e Vangelo, conosciuto dagli omosessuali per aver celebrato un matrimonio gay nel 1978 e per le numerose benedizioni a coppie omosessuali.
Vi chiederete: che ci fa un atea, miscredente, appassionata anticlericale ad un’incontro del genere? Ebbene me lo son chiesta anche io.
Non credo in Dio, credo di aver perduto la fede prima di aver avuto l’esercizio del voto, ma sono cresciuta in questa società, imperniata sui valori cristiano cattolici che volenti o nolenti hanno condizionato la nostra mente, la nostra cultura, il nostro modo di vivere.
Una società la nostra, fondata su ipocrisia, menzogna, assurdo senso di sacrificio che riduce la religione a mero strumento di controllo delle masse, perdendo di fatto l’autentico messaggio che la fede dovrebbe esaltare e divulgare: l’Amore.
L’Amore, dice Don Barbero è una sfida così come lo è la fede. L’Amore diverso unito alla fede è doppiamente complicato. Ci si chiede dunque se è necessario essere atei per definirsi omosessuali felici e quali strategie occorre utilizzare per conciliare fede e omosessualità.
All’inizio del suo apostolato Don Barbero si è dedicato alle confessioni: uomini, donne, gay, lesbiche si rivolgevano a lui in cerca di conforto e consiglio. I suoi studi in teologia non l’avevano preparato per affrontare questo tema e la formazione culturale impartita in seminario e prima ancora in famiglia l’avevano indotto a credere in un modello fuorviante della realtà ossia il modello unico di amore proposto tra uomo e donna.
Nel suo primo libro “il dono dello smarrimento” edito per la prima volta 50 anni orsono, si affrontava il tema scottante dell’omosessualità e parole come gay e lesbica erano impronunciabili, transessuale non era addirittura contemplato.
Il mondo era assai diverso allora.
Nonostante le contraddizioni nella società di oggi assistiamo ad una rivoluzione culturale e antropologica irreversibile di portata planetaria: ne sono un cardine evidente i numerosi omosessuali che scelgono di non nascondersi più, che affrontano i timori legati alla visibilità, che scelgono di non esiliarsi e si sostengono reciprocamente attraverso gruppi e associazioni.
Don Barbero invita tutti a vedere il film ”due volte genitori”, a proporre la visione di questo documentario a tutte le scuole e i luoghi ove si fa cultura. I bambini devono essere educati al riconoscimento non di un modello unico ma all’amore di per sé.
Questa rivoluzione tocca tutte le grandi religioni, da quella cattolica, a quella ebraica (“con gli occhi della mente”), a quella islamica, ma gli studi sono occultati, non divulgati, dentro le religioni c’è tensione, conflitto, crisi.
Ne sono la dimostrazione la recente nomina del capo della chiesa luterana svedese una donna lesbica Eva Brunne, i valdesi che riconoscono i pastori omosessuali.
Don Barbero ha affrontato in sala l’annosa questione della sessualità dei sacerdoti: «Conosco numerosissime donne che hanno relazioni con i preti: rapporti sofferti, tenuti segreti. Non sarebbe più serena e sincera una Chiesa in cui i sacerdoti si potessero sposare? Ma davvero vogliamo ostinarci a credere che Gesù fosse figlio unico, che non avesse dei fratelli, che non fosse nato da una donna in carne e ossa anziché da una statua di marmo?»
La teologia cattolica chiarisce in che termini l’omosessualità sia realmente riconosciuta: «Nel primo numero del 2008 di Concilium, la rivista ufficiale del cattolicesimo teologico, alcuni biblisti spiegano come sia insensato appellarsi alla Bibbia per condannare l’omosessualità.»
Il teologo Hans Küng sostiene che se la Chiesa procederà in questa direzione, diverrà una setta fondamentalista; essa è divenuta la perversione di una legge che non rispetta le persone.
La Chiesa è il popolo non la gerarchia ecclesiastica, è necessario riporre al centro dell’Ecumenismo il soggetto etico, il quale deve responsabilizzarsi, documentarsi e non chiedere il permesso a nessuno di amare.
Nel suo libro “il dono dell’omosessualità” Don Barbero affronta con coraggio lo scottante tema dell’omosessualità. Il Vaticano gli domandò a più riprese di ritrattare il termine “dono”, evidentemente considerato inappropriato.
Un pensiero difforme deve per sua natura ribadire la sua non conformità; un pensiero difforme spaventa, risulta difficilmente controllabile e fornisce risvolti imprevedibili.
Sarà per questo che le note “teorie riparative” del signor Nicolosi trovano consenso e sostegno nelle gerarchie ecclesiastiche?
La Chiesa pretende di dare tutte le risposte ma è evidente che si pone le domande sbagliate; se ascoltasse di più le persone, come da anni ormai fa don Barbero, forse molte di queste potrebbero ripensare un genuino riavvicinamento alla fede.