Abbiamo un papa strabico? Il Vaticano e la disoccupazione

Il papa domenica scorsa si è dimostrato molto preoccupato dei disoccupati per la eventuale chiusura dello stabilimento FIAT a Temini Imerese, in Sicilia. E ha pienamente ragione. La situazione, per chiunque abbia coscienza – non solo cristiana – è veramente grave. Il suo appello ha avuto una vasta eco mediatica, anche se il teatrino che ne è risultato- la Fiat cattiva, il governo, la regione Sicilia, i sindacati, buoni – mi lascia tante perplessità.
Comunque sono contento che la chiesa dia visibilità al gravissimo problema della disoccupazione. Speriamo continui.
Non posso infatti fare a meno di notare come finora Vaticano e Cei siano stati silenti o molto generici. In particolare, visto che lavoro nella scuola, mi turba il tombale silenzio sui 18 mila insegnanti e lavoratori della scuola a cui non è stato rinnovato, alle volte dopo molti anni, il contratto quest’anno. E’ l’inizio di un piano triennale governativo che prevede 130 mila posti in meno nella scuola, pur in presenza di un aumento di studenti.
Disoccupati e irrisi: “si trovino un altro lavoro” ha detto la ministra Gelmini; “il lavoro è una merce” è l’idea del ministro Brunetta, “ le disoccupate belle sposino mio figlio” è l’arguta battuta di Berlusconi. Come mai questo silenzio?
Forse perché non è bene criticare un governo da cui si spera molto? Forse perché l’aumento di stipendio concesso solo ( ripeto: solo) agli insegnanti di religione è un anticipo di tanti altri favori richiesti? Questi sono solo cattivi pensieri miei.
Certo che questo strabismo, cioè vedere una cosa sola, nel Vaticano e nella Cei mi sembra spesso presente: coppie unite da amore buono (sposate) e cattivo (unioni civili); i figli di Dio e i figli di Dio “intrinsecamente disordinati” ( noi gay), la vita da difendere assolutamente nell’embrione, meno assolutamente negli embrioni che sono diventati emigranti e emarginati ( o carcerati) trattati come bestie (per loro qualche protesta generica di retrovia, i cardinaloni tengono la bocca ben cucita) e tanti altri casi.
Speriamo che il lamento del papa per i disoccupati di Termini Imerese sia l’inizio di una conversione, una metanoia pasquale, e facciamo di tutto perché questo avvenga.