Adozioni gay, l’ira della Chiesa “Sentenza ambigua che crea sconcerto”
Articolo pubblicato dalla redazione de La Repubblica Mobile il 12 gennaio 2013
ROMA – “Una sentenza ambigua che crea sconcerto”. Il giorno dopo la decisione della Cassazione che ha aperto alla possibilità per un figlio di essere cresciuto in una coppia gay, la prima risposta ufficiale della Chiesa arriva dal quotidiano della Cei: “Per esperienza comune di ogni essere umano – scrive ‘Avvenire’ – la nascita di un bambino scaturisce dall’unione tra un uomo e una donna, comporta la cura e l’allevamento da parte dei genitori”.
E aggiunge: “Il punto più sconvolgente della pronuncia, quando considera il bambino come soggetto manipolabile, attraverso sperimentazioni che sono fuori dalla realtà naturale, biologica e psichica, umana e che non si sa bene quanto dovrebbe durare”. Secondo ‘Avvenire’ la sentenza di piazza Cavour “lascia stupefatti quando cancella tutto ciò che l’esperienza umana, e con essa le scienze psicologiche, ha elaborato e accumulato in materia di formazione del bambino”.
E’, quest’ultimo, lo stesso concetto su cui insiste l’Osservatorio dei diritti dei Minori che la definisce una “sentenza shock”. “Non si capisce di cosa parli la Cassazione quando afferma che non esistono certificazioni scientifiche attestanti l’inidoneità dei gay ad adottare – dice l’Osservatorio -.
D’altro canto non è la prima volta che la Suprema Corte stupisce con sentenze scioccanti, come alcune relative alla violenza sulle donne”, rileva in una nota Marziale che è anche consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia”.