All’Incontro Mondiale delle Famiglie si parla per la prima volta di omosessualità in famiglia
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 26 settembre 2015, liberamente tradotto da Innocenzo
All’Incontro Mondiale delle Famiglie (WMF di Philadelphia) è stato tenuto Giovedi pomeriggio (24 settembre 2015) un incontro sull’omosessualità. Hanno partecipato più di 750 persone all’incontro con un uomo cattolico celibe e gay, Ron Belgau, e con sua madre, Beverley.
Il loro obiettivo, secondo un’intervista pubblicata sul sito Slate era quello di “aiutare le famiglie cattoliche ad amare meglio le persone LGBT”. Nell’incontro i Belgau hanno condiviso le loro storie personali ed è questa la prima volta, da quando è nato vent’anni fa l’Incontro Mondiale delle Famiglie, che una persona apertamente omosessuale è invitata a parlare.
Beverley Belgau ha ricordato il coming out di suo figlio Ron come “il giorno peggiore della mia vita”. Ma insieme hanno anche ribadito gli insegnamenti sull’omosessualità della chiesa che impone il celibato, anche se hanno ammesso che la risposta dei leader della chiesa alle persone “LGB cattoliche potrebbe essere migliorata”.
All’incontro con i Belgau ci sono stati “solo posti in piedi, in parte a causa di un cambiamento dell’ultimo minuto della sala conferenze, che ha lasciato centinaia di aspiranti partecipanti in piedi fuori dalla sala”, ha riferito il Religion News Service. L’organizzazione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie non ha comunicato perché una sessione riguardante l’omosessualità è stata spostata da una sala plenaria, in grado di contenere 10.000, in una sala molto più piccola con una capacità di sole 1.000 persone.
Ryan Hoffman di Call To Action ha commentato: “Stiamo solo cercando di capire e di dare agli organizzatori [dell’Incontro Mondiale delle Famiglie] il beneficio del dubbio… Questo però ci dice che la gente vuole parlare di persone LGBT cattoliche e del loro rapporto con la Chiesa cattolica”.
Ha riferito il Philadelphia Inquirer che “dopo la conferenza c’è stato un ampio dibattito fatto di domande e di risposte, durato due ore, dopo di che ai presenti è stato chiesto di lasciare la sala”. Alcune domande erano molto concrete, ovvero se un cattolico potesse frequentare persone sposate dello stesso sesso, a cui Beverley Belgau ha risposto che, chi aveva posto questa domanda, doveva decidere “con amore”. Altri hanno contestato le affermazioni di fondo di Ron Belgau, come Ed Buechel di Fortunate Families (associazione di genitori cattolici con figli LGBT) che ha criticato il celibato obbligatorio per le persone LGBT:
“Questo va bene per qualcuno a cui è stato dato il dono da Dio della castità e del celibato. Io sono il padre di un figlio gay di 34 anni. Lui ama la sua chiesa e ama il suo Dio. Ma a causa del conflitto tra gli insegnamenti della chiesa e il suo desiderio di essere un buon cattolico, ha avuto un esaurimento nervoso 12 anni fa”.
Anche se intitolato “Considerate sempre la persona: omosessualità in famiglia” (Always Consider the Person: Homosexuality in the Family”), questo incontro è stato criticato perché non ha considerato la persona, ma è stato diretto principalmente a ribadire le rigide concezioni sulla sessualità (del magistero).
Marianne Duddy-Burke di DignityUSA (associazione di cattolici LGBT USA) ha scritto su Facebook: “I problemi sono iniziati per me quando si è parlato di Ron come di chi aveva “un’attrazione verso lo stesso sesso”. Questo porta ognuno di noi (omosessuali) a essere indicati come un disordine, un malato, un difetto. Cosa che porta alla disumanizzazione, a un senso di inferiorità morale e di assunzione di peccato. Da lì si arriva alla discriminazione, all’esclusione e alla violenza.
Tutta questa catena non è stata mai stato affrontata. Non c’era (nella conferenza) alcun considerazione di come questa (nostra) identità sia intrinseca alla personalità o che il nostro orientamento sessuale è un dono benedetto (da Dio). Il punto di vista della ‘Chiesa’ che è stato presentato era abbastanza confuso e disordinato”.
Delfín Bautista, un altro aderente di Equally Blessed (associazione di cattolici per inclusione delle persone LGBT), ha detto che in questo incontro i cattolici LGBT non sono entrati in contatto con quello che sono, ma “con il rifiuto e l’emarginazione che esiste nella società e anche all’interno della chiesa”. La mancanza di prospettive per le persone LGBT cattoliche, tranne che mostrare la vita di celibato di Ron Belgau, era impressionante.
Ronnie Polaneczky, editorialista del Daily News, ha definito questa “un’occasione sprecata,” e aggiunge: “Davvero? Questo è il meglio che la Chiesa ha da offrire ai cattolici LGBT, l’aspettativa che siano celibi? A questa riunione straordinaria dei cattolici da tutto il mondo, perché solo questo uomo gay e celibe è l’unica testimonianza dei membri LGBT della chiesa?”. (…)
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Testo originale: At Philly’s World Meeting of Families: Not Much Time Given to Homosexuality, But LGBT Catholics Keep Conversation Going