Amico mio. Ricordando tutti i Matteo del mondo
Poesia di Serigne MBacke Diagne
«Fammi entrare, amico mio. Non mi chiedere il colore della pelle, se sono maschio o femmina, se ho il naso grosso o la bocca piccola, o che nome hanno i miei dei». Sono le parole di “Amico mio”, la poesia che Serigne MBacke Diagne, 12 anni di Montefano (Mc) mamma italiana e papa` senegalese, ha scritto pensando a Matteo, l’adolescente di Torino d’origine filippina che si e` suicidato perche` discriminato, a causa dei pregiudizi sull’omosessualità, dai compagni di scuola.
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Amico mio* di Serigne MBacke Diagne
Fammi entrare, amico mio,
non mi chiedere il colore della pelle,
se sono maschio o femmina,
se ho il naso grosso o la bocca piccola,
o che nome hanno i miei dei.
Fammi entrare, amico mio,
non mi chiedere da dove vengo,
se ho i capelli rossi o gialli,
se ho le scarpe alla moda,
o se ho la playstation.
Fammi entrare, amico mio,
ho freddo e sono solo,
non sento piu` i profumi della mia terra,
non vedo la mia famiglia,
non respiro aria pulita,
ma solo smog e polvere.
Per favore, amico mio, aiutami a vivere’.
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* Questa poesia e` stata letta durante la seconda Conferenza regionale sull’Immigrazione che si e` svolta ad Ancona, all’interno di ‘Eco&Equo’, la Fiera dell’attenzione sociale ed e` arrivata al terzo posto nella sezione ragazzi del concorso nazionale di poesia “Una poesia per l’infanzia” di Sant’Angelo in Pontano (Ap), .