Appello dei preti di frontiera: ”la Chiesa accolga tutti, anche le coppie gay”
Articolo di Giacomina Pellizzari del 17 dicembre 2012 tratto dal sito del Messaggero Veneto
UDINE. «La Chiesa accolga le coppie omosessuali». E’ l’appello che i preti di frontiera rivolgeranno domani leggendo la tradizionale lettera di Natale. Anche quest’anno i sacerdoti, Pierluigi Di Piazza, Franco Saccavini di Udine, Mario Vatta di Trieste, Giacomo Tolot, Piergiorgio Rigolo e Renzo De Ros di Pordenone, Alberto De Nadai, Andrea Bellavite e Luigi Fontanot di Gorizia, Albino Bizzotti di Padova e Antonio Santini di Vicenza, che da un decennio sottoscrivono la missiva indirizzata a religiosi e laici soffermandosi sull’accoglienza nel senso più ampio del termine, toccano temi d’attualità già affrontati anche dal papa Benedetto XVI.
A differenza del Santo Padre, però, che solo pochi giorni fa, in occasione della Giornata della pace, ha affermato esplicitamente che i «tentativi» di rendere il matrimonio «fra un uomo e una donna giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione» sono «un’offesa contro la verità della persona umana» e «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace», i preti di frontiera sollecitano la Chiesa ad aprire le porte alle coppie omosessuali. Lo fanno in modo discreto spezzando una lancia a favore dei diritti civili delle coppie omosessuali che il Papa e quindi la Chiesa, invece, esclude.
Ad anticipare il contenuto della missiva è il parroco isontino sospeso a divinis nel 2007 quando si candidò a sindaco di Gorizia con Rifondazione comunista e alcune liste civiche, Andrea Bellavite, nel corso di uno scambio di opinioni a margine di un incontro pubblico svolto, ieri, a Udine. Premesso che la Lettera di Natale è incentrata sull’accoglienza di tutti senza distinzioni di appartenenze religiose e politiche, di razza, di colore politico, Bellavite ribadisce: «Una Chiesa di inclusione non può chiudersi alle coppie omosessuali.
Dopodiché ognuno di noi può avere le sue opinioni sul matrimonio tra omosessuali, io personalmente sono favorevole, ma a prescindere da questo riteniamo che la Chiesa non deve chiudere le porte alle coppie gay». La Lettera di Natale, quindi, non vuole essere una spinta al matrimonio gay, «tutt’altro – aggiunge Bellavite – tant’è che la Lettera non fa alcun riferimento alla forma sacramentale dell’unione e punta tutto sull’accoglienza affinché nessuno venga escluso».
E quando dice «nessuno» il prete di frontiera intende omosessuali, divorziati, risposati, tutti coloro che oggi la Chiesa continua a vedere come non rappresentanti della famiglia tradizionale. Ma non è tutto perché i parroci invocando l’accoglienza di tutti entrano anche nel merito dei diritti doveri dei cittadini e dei politici.
Ecco perché, nell’esprimere un’opinione sul contenuto della Lettera di Natale, Bellavite ricorda che accoglienza è sinonimo di partecipazione e quindi i cittadini devono «sentirsi corresponsabili della cosa pubblica per compartecipare alla costruzione della società».
E per costruire una società sana, i cittadini devono pagare le tasse ed evitare ogni forma di corruzione. Anche il problema corruzione è, infatti, al centro della missiva del gruppo di preti impegnati a sollecitare comportamenti virtuosi pure da parte dei politici.