Benedizione delle coppie dello stesso sesso. Una decisione confermata dal sinodo valdese
Articolo di Alberto Corsani tratto dal settimanale Riforma, 9 settembre 2011, p.10
Il Sinodo non torna indietro. Lentamente, con cautela e con la convinzione, espressa dai due terzi dell’assemblea, che l’atto votato l’anno scorso in materia di benedizioni a coppie dello stesso sesso non era un salto nel buio ma la scelta consapevole di non rifiutare una soluzione a un problema di sofferenza.
Non l’accoglienza delle persone (che nessuno negherebbe), ma l’accoglienza della loro affettività.
In una discussione serena, senza la «pressione», anche mediatica, che qualcuno aveva avvertito l’anno scorso (anzi, caso mai con qualche aspettativa esterna, peraltro inevitabile quando si sceglie di compiere scelte innovative), soprattutto grazie ad alcuni interventi propositivi, si è preso atto, per qualcuno retrospettivamente, che un’urgenza pastorale aveva trovato piena cittadinanza nel Sinodo 2010; e, al tempo stesso, che da qui in avanti si tratta di sostanziare quella decisione, rafforzandola nei contenuti e nelle maniere in cui potrà esplicarsi.
In primo luogo con l’aumentare delle chiese (poche finora) che si esprimano in forma scritta.
Magari allargando il campo dello studio alla materia, più ampia, delle attuali forme di famiglia e della genitorialità.
E nella consapevolezza che non è solo la componente africana delle chiese a trovarsi a disagio: questa componente non ha d’altra parte rifiutato il più ampio cammino di fraternità sin qui intrapreso.
Nessuno ha negato che il disagio di qualcuno esista e sia da superare nella comunione: ma il disagio non è la sofferenza, vi è una differenza qualitativa fra i due termini e la saggezza, non del Sinodo ora concluso, ma delle chiese e dei credenti d’ora innanzi, servirà a far sì che nessuno si debba sentire estraneo. Accoglienza dunque, ma alla Parola evangelica che libera.
Per quanto attiene, invece, alle coppie «di fatto», rilevato che non si hanno più documenti sul matrimonio dal lontano 1971, eccettuato il «Testo comune» firmato con la Cei, e ribadita la contrarietà della Chiesa al cosiddetto «matrimonio di coscienza», anche di fronte alla complessa problematica di una richiesta di benedizione da parte della comunità immigrata (un caso affrontato dalla Conferenza del II Distretto), il Sinodo ha deciso di rinviare la materia e di approfondirla in vista di una prossima discussione.
DOCUMENTI. LE DECISIONI DEL SINODO VALDESE 2011
Benedizione di coppie dello stesso sesso
Il Sinodo,
– ritenendo che la chiesa nel suo insieme, abbia ben iniziato il processo di approfondimento e confronto richiesto dall’atto 83/SI/2010;
– che nelle nostre chiese siano presenti posizioni e sensibilità molto diverse sull’argomento della benedizione delle coppie dello stesso sesso;
incoraggia le chiese
– a proseguire nel cammino intrapreso, estendendo la propria riflessione ai temi della famiglia e della genitorialità;
– a impegnarsi per migliorare il clima di ascolto reciproco, evitando giudizi squalificanti;
– a vivere queste diversità in un clima di fraternità e di unità.
Benedizione di coppie di fatto
Il Sinodo, preso atto della richiesta di cui all’atto 41/CDII/2011, incarica la Tavola di affrontare la situazione e di riferire al prossimo Sinodo.
Famiglia
Il Sinodo, considerando opportuna una riflessione approfondita su famiglia, matrimonio e coppie di fatto, invita la Tavola a nominare una commissione che ne affronti i diversi aspetti teologici, ecclesiologici e regolamentari in vista di una prossima discussione sinodale.