Come essere inclusivi con le persone bisessuali, cristiane e non
Post pubblicato da Eliel Cruz sul blog RachelHeldEvans (USA) il 22 agosto 2014, libera traduzione di Davide Erbogasto
“Sei finalmente un gay in piena regola?“. Erano anni che non vedevo la mia amica e lei mi ha sparato questa domanda dopo meno di cinque minuti dall’inizio del nostro incontro a pranzo. Non vedevo l’ora di rivederla, ma la domanda è arrivata come un pugno nello stomaco. Mi è passata la voglia di incontrarla. Evidentemente, nel passaggio da adolescente ad adulta, non aveva cambiato i suoi preconcetti sulla bisessualità. Ma se i suoi preconcetti non erano cambiati, neppure la mia identità era cambiata.
La bisessualità non è ben capita né dalla comunità gay, né da quella etero, ed ancora meno dalla comunità cristiana, in cui la sessualità spesso si limita a logiche binarie: etero/gay, maschio/femmina.
Quando sei bisessuale, il genere non è un fattore decisivo in una storia romantica. Riporto una definizione dell’attivista bisessuale Robyn Ochs, che viene citata spesso: “mi definisco bisessuale perché riconosco di avere in me la possibilità di essere attratta, affettivamente o sessualmente, da persone di più di un sesso e/o genere, non necessariamente allo stesso tempo, non necessariamente nella stessa maniera, e non necessariamente con la stessa intensità.”
Non mi sono mai identificato come gay. Sono cresciuto pensando che uno dovesse scegliere se essere etero o gay, e non mi è mai venuto in mente che sessualità e genere possono essere incredibilmente fluidi. Quando scoprii il termine bisessuale, sono sicuro che i cieli si sono spalancati e gli angeli hanno cantato. Quella parola mi calzava a pennello. Ero attratto affettivamente e sessualmente sia da uomini che da donne. Feci coming out con i miei amici e la mia famiglia e cominciai la mia vita fatta di domande a proposito della mia sessualità.
Viviamo in un mondo dove è più facile trattare con bianco e nero, uno o l’altro, ragionamento binario. Ma la verità è che non è così che Dio ci ha creati. Siamo ben più complessi di così. La creazione di Dio non è affatto binaria.
La Chiesa discute raramente di bisessualità (a dire il vero si parla poco anche di asessuali o transgender). Finora il confronto è stato centrato sulla comunità gay e presentato come un dibattito gay contro etero, lasciando una buona parte della comunità LGBT fuori dalla conversazione. Così si è contribuito male alla conversazione ed i cristiani gay ed etero, allo stesso modo, continuano con questo atteggiamento. Per cui, ecco qui 7 consigli per includere nella discussione la comunità LGBT nella sua interezza.
1. Non presumere che qualcuno sia gay
Quante volte mi è capitato: sto parlando di qualcuno del mio stesso sesso e si dà per scontato che io sia gay. Oppure scrivo a proposito della mia esperienza di discriminizione da parte della chiesa, e vengo etichettato come gay. Ricordo chiaramente che l’Huffington Post ha twittato un mio articolo dicendo che era scritto da “un ragazzo gay della Chiesa Avventista del Settimo giorno”. Presumere che qualcuno attratto dallo stesso sesso sia gay può cancellare la sua identità.
2. Gay non è una parola inclusiva
Le parole sono importanti, specialmente per gli scrittori: sono alla base della nostra professione. Il termine gay non è inclusivo perché si riferisce soltanto a persone attratte esclusivamente da persone dello stesso sesso ed esclude quelli attratti da molti generi. Inoltre esclude la comunità transgender. Gay non è mai stato un termine inclusivo. Inclusivo sarebbe usare o scrivere LGBT. Se LGBT sembra troppo lungo, direi che le nostre identità valgono la fatica di aggiungere alcuni caratteri.
3. Smettetela di chiamarli “matrimoni gay”
Questo è un problema comune e porta a cancellare le identità bisessuali. I bisessuali si sposano con persone dello stesso sesso o del sesso opposto, ma non per questo sono in una relazione gay o etero. Quando usiamo parole generiche come “matrimonio gay“, diamo per scontato che entrambe le persone nella relazione siano gay e molte volte questo non è vero. Una valida alternativa a matrimonio gay è “matrimonio ugualitario” o “matrimonio dello stesso sesso”.
4. Solo perché uno è bisessuale, non vuol dire che possa scegliere un genere
Molti cristiani credono che i bisessuali possano semplicemente scegliere un genere rispetto a un altro. Questo di solito viene consigliato come alternativa alla peccaminosa scelta di vita di essere in una relazione omosessuale. Alcuni potrebbero pensare che sarebbe una via preferibile, se non migliore, per i bisessuali, ma non è così semplice.
Come la maggior parte delle persone, io non mi innamoro di un uomo o di una donna, ma di una persona, un individuo unico. Per me, questo non ha tanto a che fare col sesso quanto con trovare un vero compagno di vita. Potrei finire per passare il resto della mia vita con una donna o un uomo, ma in entrambi i casi, sono e resto bisessuale. Perché la sessualità non è determinata dal genere del tuo partner.
5. Bisessuale e poliamoroso non sono sinonimi.
Di solito quando dico che sono bisessuale, i cristiani si spaventano e pensano, a torto, che io abbia bisogno di due partner, un uomo e una donna, allo stesso momento. No, i bisessuali non hanno necessariamente bisogno di un uomo e di una donna per sentirsi realizzati. Alcune persone, proprio come nella comunità etero, sentono il bisogno di avere più di un partner. Ma non è una caratteristica specifica della bisessualità, come la poligamia non è solo dei Mormoni americani.
6. Se dici LGBT, credici veramente.
Succede troppo spesso che, anche se viene usato l’acronimo LGBT, i bisogni specifici di quelli di noi che sono dietro la B, la T o addirittura la L non sono rappresentati da quella sigla. Veniamo spinti da parte, dimenticati, o addirittura non riconosciuti.
La nostra comunità è varia. Se avete intenzione di scrivere, discutere, o interagire con la comunità LGBT, almeno cercate di includere ciascuno di noi. Se appartenete a un’organizzazione o una chiesa LGBT, fate in modo di avere programmi specifici per la comunità bisessuale. Se scrivete a proposito di persone LGBT ma finite solo per fare esempi di gay e lesbiche, cercate esempi di bisessuali e transgender.
7. Date voce ai bisessuali cristiani
Molte storie di cristiani gay hanno ricevuto notevole risonanza sui canali mediatici principali e in quelli cristiani. Ma quante volte avete visto storie di cristiani bisessuali? O cristiani transgender? Ce ne sono sicuramente là fuori, ma forse sono più difficili da trovare, perché sulle maggiori piattaforme non vengono pubblicate altrettanto di frequente.
Le storie danno vita al cambiamento. Ci aiutano a rivestire di umanità l’argomento di cui parliamo in modo teorico. Sono un promemoria importante che stiamo parlando di persone, e in questa comunità in particolare, stiamo parlando di cristiani. Per cui quando cercate storie per i vostri eventi, piattaforme, o anche solo per la vostra propria educazione, veniteci a cercare. Anche noi siamo cristiani che abbiamo storie che hanno bisogno di essere ascoltate.
Dobbiamo cominciare ad affrontare questa discussione nelle sue molteplici sfaccettature, e questo significa includere la comunità bisessuale. C’è una florida comunità bisessuale anche all’interno della comunità religiosa. È ora che la Chiesa cominci ad interagire con noi.
* Eliel Cruz. Eliel è un cristiano bisessuale che tratta di bisessualità per la rivista statunitense The Advocate ed è cofondatore di The Intercollegiate Adventist GSA Coalition. Eliel scrive spesso di argomenti quali sessualità, religione, e media per l’Huffington Post, Believe Out Loud, e Mic.
Testo originale: Bi The Way: 7 Tips to be Inclusive of Bisexuals in Christianity (by Eliel Cruz)