Bibbia e attualità. Tutto svanisce, Dio rimane
Riflessioni di Mario Cignoni tratte da Riforma del 6 febbraio 2009
«Così parla il Signore [a Baruc]: “Ciò che ho costruito, io lo distruggerò; ciò che ho piantato io lo sradicherò; questo farò in tutto il paese. Tu cercheresti grandi cose per te? Non le cercare!… a te darò la vita come bottino» (Geremia 45, 4-5).
Baruc era un uomo colto, di buona famiglia, ed era segretario del profeta Geremia. Il paese era in guerra e lui coltivava apertamente ambizioni politiche, forse sperando di mettersi alla testa di un popolo umiliato ma ricostituito, ma la sua carriera politica era stata spezzata perché la situazione volgeva al peggio.
Oggi non c’è guerra nel nostro paese, ma stiamo attraversando una drammatica crisi economico-finanziaria alla quale ben si adattano le parole che il Signore rivolse a Baruc.
Finché gli avvenimenti erano lontani, sembravano non toccarci. Ma ora sono vicini. Anche noi, pur senza un brillante avvenire – una bella carriera non dispiacerebbe a nessuno –, la buttiamo spesso in politica, perché sembra che questa possa risolvere tutto.
Le persone parlano spesso di politica e di soldi (proprio i due argomenti che un tempo non si dovevano trattare nei salotti).
Se cerchi consensi, spara contro il sistema, oppure sul fatto che mancano i mezzi, troverai sempre delle orecchie attente. Tanto i soldi non bastano mai…! C’è la crisi. Siamo presi dallo scoraggiamento: «povero me, che destino ingrato!».
L’uomo di oggi è più egocentrico che mai e, pur in mezzo a una crisi generale, cerca il suo piccolo tornaconto: «cose grandi» per se stesso. Che cosa cerca? Riuscita, successo, potere – senza parlare dell’amore per il danaro, dei facili guadagni schivando con ambiguità ogni forma di legalità e di moralità: sono queste le cose che si ricercano.
Non facciamoci illusioni, nel nostro piccolo le cerchiamo anche noi: arrivare, possedere, accumulare, non fosse altro che per ritenerci al sicuro.
Ma ora il mio conto in banca sta diminuendo o comunque non sta crescendo, i titoli non mi rendono, anche io adesso lavoro a tempo parziale, il mio stipendio è stato ridotto, non ce la faccio a andare con gli amici in vacanza alle Maldive, non ce la facciamo a comprarci un’altra auto… ci perdo la faccia. Eh già, è proprio così, purtroppo in mezzo alla crisi ci siamo anche noi.
IL Signore ridimensiona Baruc: l’essere non sta nell’avere. Quante volte l’abbiamo detto, ma quanto è duro accettarlo sulla nostra pelle.
Tutto svanisce, Dio rimane. Questo è l’unico punto fermo. In questa crisi che si abbatte sul paese potrai perdere gran parte dei tuoi beni terreni, ma avrai in dono la vita, il che comprende il necessario per vivere. Il necessario.
La grazia di Dio. Lo sappiamo che siamo salvati per grazia, ma dobbiamo prendere anche coscienza che «la mia grazia ti basta».
Non saremo rassegnati, ma riconoscenti – a Dio – perché avere la vita non è per niente scontato.
Quale il nostro contributo in questa situazione critica? Lo dice il testo: non cercare cose grandi, pensa alla vita, quindi: sobrietà, moderazione, solidarietà. Vale anche per i periodi di prosperità.