Bibbia e omosessualità: “basta con la Bibbia”

So che molti non saranno d’accordo con queste riflessioni. Molti diranno che sono sul pendio scivoloso di quanti hanno respinto la Scrittura e quindi respinto Cristo e che queste mie parole vanno contro l’insegnamento del Vangelo. Ovviamente, nulla di quello che potrei dire vi convincerà e io non sono interessato ad avere dei ‘dibattiti’ su questo tema.
Se invece volete leggere, su questo tema, un libro di qualcuno che ha cambiato di 180 gradi il suo pensiero e che invece sostiene l’accoglienza dei gay nella chiesa potete leggere Rogers Jack’s “Jesus, the Bible, and Homosexuality” (Gesù, la Bibbia e l’omosessualità), che presenta una coerente argomentazione biblica sul perchè l’omosessualità non è un peccato e sul perchè i nostri fratelli e le sorelle omosessuali dovrebbero essere pienamente accolti in tutti i settori della chiesa e del ministero.
Ma questo non è il mio tema di cui voglio discutere ora. Penso invece alle molte persone hanno accolto le persone omosessuali nelle proprie chiese (mi vengono in mente Rogers e Jack Johnson Stacy) e che sono stati facilmente condannati tanti perché, apparentemente, non hanno una “visione sufficientemente elevata della Scrittura”. Ebbene – se questo è il problema – dico: “Allora basta con la Bibbia!”.
Ho riflettuto molto su questo problema, per una varietà di ragioni anche perchè recentemente perché Sara ha raccolto alcuni amici della nostra chiesa per guardare insieme il documentario, “For the Bible Tells me Soi”. Se non sapete nulla del film potreste davvero guardare un trailer o un pezzetto del fim, disponibile in rete, dal titolo “E ‘una scelta?“.
In questo film ci sono alcune storie estremamente tristi e storie estremamente coinvolgenti. C’è il racconto di una ragazza che si è suicidata perchè sua madre era incapace di accettare la sua sessualità. Oppure la storia di un giovane gay che, aiutato dalla sua famiglia, ha dato vita ad un movimento di sensibilizzazione e di protesta non-violenta per portare la sua famiglia al quartier generale di James Dobsons, del Focus on the Family (Focus sulla Famiglia).
Siamo stati a guardare questo film con un gruppo di persone che andavano dai venti ai 50 anni. Alcune gay, altre etero. Alcune sposate (sia con gay che con etero), alcune no, alcune insieme al loro partner. Abbiamo passato una grande serata con questi amici, quando ci siamo salutati durante la notte ho ripensato al film e mi ha turbato molto pensare che, in questo mondo, ci sono persone (soprattutto cristiani) che pensano che ai nostri amici gay e lesbiche non dovrebbe essere consentito sposarsi, adottare bambini, avere gli stessi diritti delle persone etero o essere ordinati pastore per seguire la loro chiamata verso il ministero. Piuttosto, secondo loro, dovrebbero essere “raddrizzati” o “cambiare”.
I cristiani hanno una storia nell’utilizzare la Bibbia come un’arma (questa è un’affermazione un pò forte – ma probabilmente non e lontana dalla verità). Sia che sia stata utilizzata per giustificare la schiavitù, opprimere le donne o sostenere le guerre, è chiaro che la Bibbia è stata utilizzata da molti in maniera sbagliata [possiamo inserire qui anche le accuse che vi sono di abusare della Bibbia per favorire l’accettazione delle persone persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT)].
Quando la Bibbia viene utilizzata come un arma, come uno strumento di discriminazione, come un mezzo attraverso cui le persone possono giustificare le loro convinzioni di odio e d’ingiustizia penso, e mi chiedo, se non abbiamo terribilmente sbagliato da qualche parte.
Per alcuni, credo che la Bibbia sia diventata un idolo. Alcuni hanno posto la Bibbia sopra la compassione e l’amore predicato da Gesù verso un’inclusività radicale, questo per non toccare quella che si ritiene essere la corretta interpretazione di una piccola quantità di versetti che parlano dei rapporti sessuali.
Coloro che iniziano citando il Levitico e i versi tratti dalla lettera ai Romani, non appena qualcuno porta in primo piano il tema dell’omosessualità, suggerisco di lasciare per un po, su uno scaffale, la loro bibbia che usano a mo di bastone. Forse sarebbe meglio uscire e prendere un caffè con qualche persona gay. Così potrebbero ascoltare la loro storia, conoscere quale è stato il loro cammino e vedere come vivono l’essere cristiani e la loro chiesa.
Recentemente ho compreso che vi è una crescente quantità di paura e d’ignoranza legata a questo tema. Viviamo nel 21° secolo ma, nel nostro mondo, c’è ancora tanta paura verso le persone omosessuali. Paura che viene dall’ignoranza e dalla mancanza di conoscenza. Mi chiedo quanta paura potrebbe essere cancellata se, quanti temono i gay, effettivamente avessere modo di conoscere qualche persona gay.
In realtà è così che funziona il mondo. Qualcuno scopre che sua zia o suo zio è gay – o forse si tratta di un fratello o di una sorella. E così, all’improvviso, questo “problema” non è solo un problema, ma è qualcosa che riguarda persone reali e a noi vicine. Sento spesso storie di persone le cui convinzioni sono cambiate dopo che sono state costrette a confrontarsi con l’omosessualità di una persona a loro cara.
Non avevo mai prestato molto attenzione al tema dell’omosessualità prima che uno dei miei migliori amici dell’università mi rivelasse di essere omosessuale. Ad un tratto non è stato semplicemente un “problema”, ma ho imparato a vederlo non più come un “problema”. Ho imparato che spesso alcune delle persone con forti convinzioni anti-gay sono, in realtà, persone che non hanno mai incontrato o non hanno mai avuto una conversazione con un gay cristiano.
Ci sono molte persone che continueranno a rendere, sempre più forti e persuasivi gli argomenti biblici che, a partire dalla Scrittura, puntano all’accettazione dei gay nella chiesa.
Una questione che, sopratutto quanto si parla di matrimonio gay nella nostra società, continuerà ad essere un problema pubblico e ad ottenere molta attenzione anche per gli anni venire (basta guardare la recente storia di copertina di Newsweek).
Quindi non voglio sostenere che dobbiamo buttare via la Bibbia ma, per alcune persone, potrebbe essere più produttivo – e meglio per la società – se accantonassero la bibbia per un po di tempo, interrompendo l’ascolto della retorica odiosa di James Dobson e compagni, impegnandosi invece a riflettere e a discutere con lesbiche, gay, bisex e trans.
I cristiani devono superare le loro infatuazione per questi pochi versetti biblici e per una interpretazione letterale di questi testi. Invece i cristiani devono guardare a Cristo più che alla Bibbia. I cristiani devono effettivamente vivere l’amore radicale e la compassione che Gesù ha mostrato nelle Scritture. I cristiani devono rendersi conto che il mondo non terminerà quando gli omosessuali avranno il diritto di sposarsi o quando daremo finalmente il benvenuto ai fratelli e alle sorelle lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) al ministero pastorale.
Se è la Bibbia la causa del ritardo con cui accettiamo e celebriamo le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) come pienamente umane e create a immagine di Dio, così come sono, allora forse abbiamo bisogno di dire: “Allora basta con la Bibbia”.