Bibbia, genere, sessualità. Perché va ripensata la discussione nelle chiese sulle relazioni tra persone dello stesso sesso
Testo tratto dalla prefazione di Wesley Granberg-Michaelson al libro di James V. Brownson, Bible, gender, sexuality: reframing the church’s debate on same-sex relationships (Bibbia, genere, sessualità: riformulare il dibattito della chiesa sulle relazioni tra persone dello stesso sesso), Eerdmans Publishing Company, 2013, liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata
… Attualmente, il dibattito sulla natura delle relazioni omosessuali divide profondamente le comunità cristiane, generando tensioni dolorose, ostacolando la missione delle Chiese e minando la credibilità della loro testimonianza.
Sono familiari a tutti gli argomenti che vengono dibattiti: per alcuni, accettare o benedire le relazioni omosessuali tradisce l’insegnamento della Bibbia, cedendo così a un’etica sessuale permissiva e secolarizzata.
Per altri, sostenere queste relazioni risponde al comandamento di amare il nostro prossimo, di incarnare nella nostra realtá l’amore di Cristo e di onorare l’integrità spirituale e l’esperienza dei fratelli e delle sorelle omosessuali.
Tuttavia, il modo in cui la discussione in corso è impostata rende difficile un dialogo costruttivo. I testi biblici sembrano scontrarsi con la testimonianza dell’esperienza umana, mentre la posta in gioco viene alzata sempre più sino a toccare l’integrità stessa del Vangelo per entrambe gli schieramenti.
James Brownson, nel suo libro “Bible, Gender, Sexuality: Reframing the Church’s Debate on Same-Sex Relationships“, propone un approccio che può aiutare a superare questo stallo. Invece di concentrarsi sui pochi versetti biblici comunemente citati riguardo l’omosessualità, Brownson inizia analizzando le assunzioni di fondo sostenute da chi difende una visione tradizionale e da chi promuove una visione progressista.
Da questa prospettiva, esplora in profondità quattro aree fondamentali della visione biblica: il modello di relazione uomo-donna, il significato del matrimonio, la procreazione e il celibato.
Una delle intuizioni centrali di Brownson è che l’argomento tradizionale contro le relazioni omosessuali si basa su un concetto di “complementarità” tra maschile e femminile, che, secondo l’autore, manca di un solido fondamento biblico.
Egli invita i lettori a un incontro più autentico e profondo con le Scritture, non solo per considerare ciò che esse dicono, ma soprattutto per comprendere il loro significato più profondo e ispirato.
Brownson esamina anche in dettaglio Romani 1:24-27, offrendo una delle interpretazioni biblicamente più profonde disponibili su questo passaggio in relazione alle relazioni omosessuali.
Alla fine del libro, analizza altri testi biblici frequentemente citati nel dibattito, gettando nuova luce sul loro contesto e significato applicabile.
L’obiettivo principale di questo lavoro non è convincere, ma invitare a riflettere. L’autore ci chiede di esaminare con onestà, preghiera e apertura il significato pieno delle Scritture in relazione alle relazioni omosessuali.
In tal senso, “Bible, Gender, Sexuality” può davvero contribuire a “riformulare il dibattito della Chiesa sulle relazioni omosessuali”, come suggerisce il sottotitolo, dimostrando che un impegno serio e fedele nella lettura della Bibbia, secondo la tradizione riformata, può portare a differenze che non necessariamente devono dividere il corpo di Cristo.
Questa riflessione è un primo passo essenziale per vedere come lo Spirito di Dio ci stia conducendo verso tutta la verità (Giovanni 16:13). Per questo, le Chiese hanno bisogno di questo libro.
Testo originale: Foreword by Wesley Granberg