Bufera nel mondo cattolico dopo il ‘No’ Vaticano alla depenalizzazione dell’omosessualità

“Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come ‘matrimonio’ verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”.
Con queste parole mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha giustificato il proprio ‘no’ in sede Onu alla proposta francese di depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo.
“L’intervista di mons. Migliore, letta integralmente, dice cose chiare e del tutto condivisibili”: qui si tratta “non solo di ‘depenalizzare l’omosessualità’ come è stato scritto, ma di introdurre una dichiarazione di valore politico che si può riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma (non solo legale, ma anche relativa alla vita di gruppi sociali o religiosi) che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell’uomo”.
Polemiche roventi si sono scatenate sulle dichiarazioni di mons. Migliore. “È avvilente constatare come i vertici della Chiesa Cattolica siano inesorabilmente prigionieri di un terribile pregiudizio sull’omosessualità e tenuti in scacco da un paradosso insostenibile”, ha scritto in un comunicato stampa il gruppo romano di credenti omosessuali Nuova Proposta.
Noi “ci sentiamo omosessuali e siamo contenti di essere così”, ha scritto inoltre il gruppo del Guado di Milano. “Ci sentiamo credenti e, pur ringraziando Dio per il dono della Fede, proviamo vergogna per questa Chiesa che confonde il suo potere teocratico con il messaggio del Vangelo e uccide la speranza di tante donne e di tanti uomini a cui il Signore l’ha mandata.
Chiediamo allo Spirito Santo di illuminare le menti dei vertici vaticani, ormai ottenebrate dalla paura e ricordiamo al papa e ai suoi collaboratori che un giorno anche loro dovranno rendere conto al Signore delle tante parole sbagliate che hanno pronunciato quando hanno parlato di omosessualità”.
“Mi chiedo – ha dichiarato il portavoce di Noi siamo Chiesa Vittorio Bellavite – se questa è la messa in pratica, all’oggi, delle tanto conclamate e sollecitate ‘radici cristiane’ dell’Europa; mi chiedo perché si dicono cose di cui la Chiesa si dovrà pentire in un futuro, magari non troppo lontano.
Noi Siamo Chiesa e, in generale, i cattolici ‘del dissenso’ o ‘critici’ sperano che si esprimano con chiarezza e ad alta voce, individualmente o mediante le tante associazioni, i molti credenti che si trovano a disagio di fronte a questa presa di posizione, che è estranea ad una autentica sensibilità evangelica, oltre che molto dannosa dal punto di vista pastorale”.
Intervistato dal Corriere della Sera (2/12), il teologo Vito Mancuso ha definito le posizioni di mons. Migliore “incoerenti con tutta la difesa della sacralità della vita umana in cui si sta impegnando la Chiesa. C’è una fortissima discontinuità tra questa presa di posizione e la difesa degli embrioni, delle persone in stato vegetativo. Si vuole evitare la condanna penale, e la Chiesa cattolica che fa? Si oppone!”. “Le parole di Migliore sono davvero troppo dure, anzi”, così la Chiesa rischia di essere “poco accogliente, non cattolica, cioè non universale, in fin dei conti, poco cristiana”.
Secondo le Comunità di Base italiane “il Vaticano ha superato ogni limite ponendosi dalla parte dei Paesi in cui l’omosessualità è illegale e viene repressa con sanzioni, torture, pene e persino con l’esecuzione capitale. Svela così un tratto, tenuto per lo più velato, del fondamentalismo cattolico: il persistere, dal medioevo, del carattere violentemente totalitario dell’ideologia che domina ancora, purtroppo, i vertici ecclesiastici, per cui ciò che non è in linea con le loro regole morali è peccato e ciò che è peccato deve essere reato. Un reato che i giudici del braccio secolare devono punire con pene temporali in nome di Dio e dell’ordine naturale da lui stabilito per sempre”.
Durissimo anche il commento di don Franco Barbero, di cui è recentemente uscito il libro Omosessualità e Vangelo (Il Segno dei Gabrielli, vedi notizia in questo stesso numero): “In questo momento in cui l’arroganza delle destre colpisce gli omosessuali con ritmi quotidiani, il Vaticano favorisce questo fiume di aggressioni e di violenze.
Il papato romano si è messo apertamente dalla parte dei violenti ed è diventato uno dei maggiori maestri di immoralità e di degrado morale. Come cristiano provo un profondo ribrezzo per una istituzione che presume di parlare in nome di Dio mentre è in preda al delirio di onnipotenza, tipica patologia dei tiranni. La Chiesa di Gesù va cercata altrove”.