Cari senatori come si può non vedere che la comunità LGBTQI è fatta di persone
Lettera di Antonella Borighian (Bari) pubblicata sul settimanale ADISTA Segni Nuovi n°40 del 13 novembre 2021, pag.13
Sono la mamma di un ragazzo transgender e in questi anni, da quando c’è stato il suo coming out, abbiamo affrontato tutti gli step che il percorso impone, cercando tutte le volte l’equilibrio che i nostri stereotipi minavano. Per noi ci sono stati momenti di grande sofferenza e di paura. La paura è un sentimento utile quando devi sfuggire ai pericoli, allo stesso tempo è ciò che ci paralizza davanti all’ignoto, allo sconosciuto, all’altro da me.
Questa paura l’abbiamo pian piano trasformata in conoscenza e consapevolezza. Sempre c’è stato l’amore e la vicinanza a nostro figlio. È stato quello il motore, il filo conduttore che ci ha accompagnato e continua ad accompagnarci, in questo percorso che è innanzitutto un percorso di conoscenza.
Certo potevamo scegliere: rimanere pietrificati dalla paura, legati al pregiudizio, ancorati alle nostre povere certezze e negare a oltranza la realtà che avevamo sotto gli occhi e che richiedeva a gran voce un riconoscimento! Oppure darci una possibilità di crescita, di cambiamento, di apertura e riconoscere negli occhi di mio figlio e di tutte le persone come lui, gli stessi bisogni e lo stesso desiderio di felicità che era il nostro.
La conoscenza, ecco ciò che manca a queste persone dal cervello e soprattutto dal cuore piccolo (ndr che hanno affossato in senato il Ddl Zan).
Come si può essere così chiusi, come si può non vedere che la comunità LGBTQI è fatta di persone, che hanno famiglie, che a loro volta vivono difficoltà, sofferenze, paure e allo stesso tempo le affrontano! A cosa hanno pensato applaudendo al mancato riconoscimento di un diritto, al disconoscimento di persone?
Come molti hanno affermato in questi giorni, tutto questo ha il sapore di una battaglia persa e le battaglie le combattono i guerrieri e da guerrieri torneremo a difendere ciò che amiamo, perché al contrario di quei piccoli personaggi che applaudivano alla disfatta, noi abbiamo cuore e testa grandi.