Celebrato a Roma il primo matrimonio gay ebraico in Italia
Intervista di Jonathan Bazzi a Serafino e Federico pubblicata sul sito Gay.it il 15 settembre 2016
Serafino e Federico si sono sposati con rito ebraico a Roma lo scorso fine settimana. Serafino è militare di carriera, mentre Federico è giornalista. Il loro matrimonio è stato un evento importantissimo per la comunità ebraica italiana ma anche per la nostra comunità LGBT. Abbiamo chiesto a Serafino di raccontarci come sono arrivati a questa importante conquista.
Ciao, quando vi siete conosciuti tu e Federico?
Ci siamo conosciuti dieci anni fa e dopo alcuni mesi siamo subito andati a vivere insieme, prendendo una nuova casa. Io ero appena tornato dall’Afghanistan dove ero stato in missione per sei mesi.
Voi frequentate un gruppo ebraico riformato a Roma, che ha in genere posizioni più aperte sull’omosessualità. Qual è il vostro rapporto con l’ebraismo in generale?
Ci siamo convertiti insieme a Parigi nel 2012. Io andai in vacanza da solo in Israele nel 2005 per due settimane, girai il paese visitando le città più belle, Tel Aviv e Gerusalemme e poi altri luoghi di interesse turistico e religioso. Mi affascinò molto e rimasi incantato dalla bellezza della gente e non solo nel senso estetico. Quindi dopo aver conosciuto Federico, ci siamo tornati e anche lui ne subì subito il fascino. Abbiamo iniziato a leggere sulla storia degli ebrei e di Israele e a studiare l’ebraico, poi quasi come se fosse un’evoluzione naturale abbiamo iniziato a entrare nella religiosità dell’ebraismo.
Nell’ortodossia ebraica c’è una certa chiusura nei confronti dell’omosessualità. Voi avete mai avuto problemi?
Beh sì, a volte succede, anche in ambito reform. In Italia l’ortodossia è sempre ancorata alla interpretazione del Levitico alla lettera, ma va detto che sia negli Stati Uniti che in Israele, all’interno dell’ortodossia si è aperto un dibattito già da qualche anno e si discute animatamente e con grande passione.
A Tel Aviv per esempio esiste un gruppo ebraico ortodosso LGBT. Credo che la differenza la faccia molto anche l’emancipazione socio-culturale locale. In Italia la società è ancora molto arretrata su questioni di libertà e diritti civili e si confonde la chiusura e arretratezza con la tradizione.