Cercate di capire il dolore dei vostri figli transgender
Riflessioni pubblicate sul blog CatholicTrans* (Stati Uniti) il 28 giugno 2015, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro, quarta parte
“Il mio dolore è forse anche quello di vostro figlio/a“. Quando sono uscita allo scoperto come transgender ero sopraffatta dalla situazione; ancora oggi lo sono, e molto probabilmente lo è anche vostro figlio/a.
Se riuscite, provate per un momento a mettervi nei miei panni e capire cosa provo. Non necessariamente quello che provo io lo proverà anche vostro figlio/a, ma so per certo che la mia è un’esperienza molto comune tra le persone transgender.
Immaginate che, fin da quando ne avete il ricordo, ciò che volete più di ogni altra cosa al mondo è qualcuno che vi ami e si prenda cura di voi. È qualcosa di così importante per voi, che fareste qualsiasi cosa per essere amati, compreso nascondere molti dei vostri desideri e sentimenti. Certo, tutti vi hanno detto che il vero amore non conosce condizioni, ma quando giocate con i vostri amichetti, oppure guardate la televisione, vedete come la gente strana viene presa in giro, e la gente normale, invece, riceve riconoscimenti. A dire il vero non capite bene cosa sia “normale”, ma vi sentite diversi, perciò imitate gli altri nella convinzione che l’amore senza se e senza ma non esiste e che dovete essere come gli altri.
Ma, dopo esservi nascosti per molti anni, vi sentite comunque incompleti. Non volete che si amino solamente alcune parti di voi, volete che vi si ami nella vostra interezza, e quando qualcuno vi dice “Ti voglio bene” non potete fare a meno di pensare “Be’, non me ne vorresti se sapessi tutto di me”.
Alla fine, dopo anni di agonia, vi rivolgete a quelle persone che hanno promesso di volervi bene senza condizioni. Mettete alla prova il loro amore, non perché volete capire se davvero vi vogliono bene, ma perché avete bisogno del loro amore.
Così, raccontate loro il vostro oscuro segreto. Avete paura che non ameranno quella parte di voi, avete paura che il loro amore svanisca, ma raccontate comunque il segreto, perché siete arrivati al punto in cui non avete nulla da perdere, e tutto da guadagnare.
Raccontate loro il segreto, e rimanete terrorizzati, perché le vostre peggiori paure trovano conferma. Di fronte ai vostri occhi si materializzano le ipotesi più nere e gli incubi segreti che avevate coltivato per tutta la vita. L’amore non è incondizionato. Esistono dei lati di voi stessi che non possono essere amati. Dovete aderire a certi standard per essere accettati. E non importa quante volte le persone a voi care vi abbiano detto “Ti voglio bene senza se e senza ma”, quelle per voi sono parole vuote. Ciò che fanno e ciò che dicono suggeriscono prepotentemente ben altro, cioè che il vostro lato transgender non è cosa buona, e non hanno problemi a dirvelo perché pensano che in realtà non sia parte di voi, ma ciò che voi avvertite è “Pensano che io sia un errore”. Vi dicono che non possono voler bene ad Anna, e non hanno problemi a dirvelo perché pensano che voi in realtà non siate Anna, ma ciò che voi avvertite è “Non mi vogliono bene”. Vi proibiscono di partecipare alle riunioni famigliari, e non hanno problemi a farlo perché pensano che la vostra vera identità sia partita per la tangente, ma ciò che voi avvertite è “Io sono qui, e soffro come non mai”.
Genitori di persone transgender, questa è la mia storia, così hanno reagito i miei genitori. Vostro figlio/a potrebbe vivere più o meno le stesse situazioni: vi prego di essere consapevoli del potere che avete di accettarlo o respingerlo.
Potete anche pensare che l’identità transgender sia una menzogna, potete accettare o meno la disforia di genere di vostro figlio/a, potete anche non ritenerla reale, ma è importante che comprendiate come vostro figlio/a vive il vostro rifiuto. Non conta avere ragione o meno, vostro figlio/a sta soffrendo enormemente. Se intendete proteggerlo/a, dovete comprendere il suo dolore, o perlomeno riconoscere che esiste.
* Salve, e benvenut* su CatholicTrans. Questo blog è partito da un’iniziativa personale mirante a conciliare la fede in cui sono cresciuta con la mia identità transgender; nel tempo è poi cresciuto organicamente, fino a diventare una risorsa non solo per me stessa, ma anche per altr*. CatholicTrans è un tentativo di contrastare la marea di disinformazione sul tema e di creare uno spazio web che fornisse informazioni affidabili e non impregnate di paura sulle tematiche transgender da un punto di vista cattolico e cristiano. Questo blog è un progetto intersezionale, che tratta in maniera molto specifica delle identità e delle esperienze trans da un punto di vista decisamente cattolico. Detto questo, tenete conto del fatto che esso non rappresenta necessariamente né il mio punto di vista personale (non sono più cattolica), né quello del movimento transgender nella sua interezza. Anche se questo blog rappresenta solo una piccola parte di ciò in cui credo, rimango fortemente convinta che l’unico modo per la tradizione teologica cattolica di essere logicamente coerente e autenticamente compassionevole è accettare di tutto cuore i suoi figli e le sue figlie trans*.
Testo originale: TO GRIEVING CHRISTIAN PARENTS OF A TRANSGENDER PERSON