Che annuncio cristiano c’è per la nostra famiglia in Transizione?
Riflessioni su Luca 1, 26-38 del gruppo Vite Nuove, rete di famiglie cristiane in transizione
C’è un annuncio per tutti, un annuncio che ci chiama, interroga, accompagna.
Il nostro è un Dio che spesso irrompe nella nostra vita esattamente come il coming out di figlə transgender che viene a scompaginare, squilibrare, rompere schemi, forse anche a “turbare” la tranquillità e serenità a lungo costruita.
Ma è lì, in questa confusione di emozioni, pensieri, sensazioni, forse sconcerto, rabbia e sofferenza, che avviene l’incontro. Nella nostra fragilità.
Il turbamento, esattamente come quello di Maria, è assolutamente comprensibile, bisogna attraversare la destabilizzazione per arrivare al SI, all’accoglienza profonda di una novità sorprendente.
L’annuncio inatteso arriva e squarcia la quotidianità ma è da questa frattura che può entrare una luce nuova e diversa. Non lasciamoci spaventare dal turbamento, il coming out è un dono che i figli e le figlie fanno ai genitori spostandoli da una sorta di zona comfort verso l’apertura all’ignoto, all’oltre, all’ulteriore come Maria ha dovuto percorrere il suo cammino dall’annuncio, alla croce, alla Resurrezione.
Ed è proprio Maria a insegnarci l’atteggiamento da tenere: custodire e meditare ciò che accade nella vita di figli e figlie, guardare con il cuore, riflettere con la ragione ma lasciar passare nel cuore ciò che inizialmente si fatica a comprendere. Ci vuole tempo per capire e far scendere nel profondo la nuova realtà esistenziale che loro vivono e che ci chiama a un viaggio oltre l’immaginato, l’atteso, lo sperato, il desiderato.
Il richiamo “non temere” è rincuorante, rassicurante, ci rende capaci di affrontare le difficoltà nonostante la fatica. La forza viene dall’alto.
Il SI non vuol dire non nutrire dubbi o non provare incertezze ma è una chiamata a mettersi in cammino, a essere pronti a lasciarsi sconvolgere da un Dio che si incarna anche nelle fragilità di una famiglia che accoglie il coming out di figlə alla ricerca di se stessə. L’invito è levarsi per portare la buona notizia che ognuno è un dono unico, amato e voluto dal Signore così come è. La vocazione profonda di un genitore di fglə T è questa: proclamare il prodigio di figli e figlie finalmente riconciliati con sé.
Maria è titubante di ciò che non conosce e vede più grande di lei ma poi lascia spazio alla manifestazione di un progetto straordinario pensato dal Signore proprio per lei proprio come figli e figlie T sono desiderati e voluti proprio per la famiglia a cui sono donati. Ed è quella famiglia, non un’altra, a essere chiamata a compiere il salto della fiducia e dell’abbandono.
La fatica di Maria è comprensibile, anche lei vive i suoi fallimenti di madre (Gesù perso nel tempio a 12 anni). Spesso non è nemmeno riconosciuta dal Figlio stesso e ogni volta si deve rimettere in cammino, ascoltare in un “eccomi” che, oltre a celare paura e fragilità, è anche una risposta entusiasta ad abbracciare la scelta di stare dalla parte di un Figlio considerato fuori dalla norma, un diverso come esattamente accade al genitore di figlə T da amare così come si sono manifestatə. Come per Maria si tratta di un salto nel vuoto, non si sa passo passo cosa verrà richiesto se non accompagnare nell’amore e con amore.
Quindi che senso ha un evento come il coming out? Non c’è risposta all’inizio ma la si costruisce momento dopo momento nel trasformare i figli e le figlie in un dono nuovo, inaspettato che aiuta ad allargare gli orizzonti del cuore, dei pensieri e delle azioni al di là di muri e pregiudizi verso la missione di dialogare con tutti i contesti che ancora faticano ad accogliere e riconoscere.
Alla famiglia viene consegnata la certezza di essere “piena di grazia”, la benedizione che è proprio “dire bene” della nuova realtà e arrivare a proclamarla senza timore anche nelle comprensibili difficoltà. La buona notizia dell’annuncio è l’invito ad abitare la fatica lasciando la guida del cammino a un Dio che viene a visitarci anche e proprio nei momenti di fallimento e condurci a una nuova fecondità che vince ogni infertilità. Ed è in questo SI così difficile e delicato, che i figli e le figlie T ci prendono per mano e ci scortano in percorsi nuovi, sconosciuti e impensabili, un nuovo lungo viaggio in cui siamo accompagnati e accompagniamo.
Il cuore ha risorse molto più grandi della ragione ed è lì che avviene l’incontro con la nuova nascita di figlə T che attendono solo di essere accoltə, amatiə e riconosciutə.
E il loro SI alla vita diventa il nostro SI alla loro vita.