Chiese e omosessualità. Nelle Chiese evangeliche qualcosa sta cambiando
Riflessioni di Simon Barrow tratte da Ekklesia del 26 Febbraio 2009, liberamente tradotto da Giacomo Viggiani
Nella lunga battaglia contro la schiavitù, nel XIX sec., era la voce di cristiani evangelici come William Wilberforce, John Wesley e il vescovo di Londra Beilby Porteus, che giocarono un importante ruolo nel dibattito sull’abolizione della schiavitù, a fianco di gruppi di quaccheri ed altri, sia religiosi che non religiosi. Essi si adoperarono perché, nonostante ci fossero nella Bibbia dei versetti che potevano essere letti in difesa della schiavitù, c’era qualcosa di più importante all’interno del messaggio divino che portava alla conclusione che gli schiavi dovevano essere liberati – come Gesù disse in uno dei suoi sermoni, secondo il vangelo di Luca.
Su quella base, reinterpretarono i versetti a favore della schiavitù come se scritti all’interno di nuovo ordine di grazia portato da Cristo, come un ammonimento all’arroganza umana di penetrare il mistero dell’amore divino, e come tappa di un processo di svelamento di un qualcosa di sconosciuto. Simili argomenti si sentono oggi da parte di cristiani evangelici per quanto riguarda il riconoscimento civile e religioso delle unioni gay.
Questi evangelici sono ancora una minoranza, ma stanno crescendo. Essi cercano di spingere i propri fratelli a cambiare opinione proprio come facevano i loro antenati nella lotta contro la schiavitù, con la stessa serietà teologica e morale.
Questa settimana, quattro organizzazioni evangeliche si sono unite insieme per ricordare i compagni cristiani della Bibbia che, contrastando violenze verbali e fisiche contro gli omosessuali – in questo caso i seguaci della bizzarra setta battista di Westboro – hanno dimostrato che è difficile difendere contemporaneamente forme di pregiudizio e combattere la discriminazione all’interno della propria comunità.
I pionieri oggi in questo movimento, Accepting Evangelicals, si organizzano attorno ad un network di cristiani che prendono la Bibbia con grande serietà, ma argomentano che ciò che una manciata di versi dice sugli omosessuali non è indirizzato contro le moderne relazioni dello stesso sesso costruite su un reale rapporto d’amore, ma contro la pratica della pederastia, il culto della prostituzione e la violenza sessuale in diversi contesti religiosi e culturali.
Essi sono supportati su questa linea da diversi studiosi della Bibbia e da cristiani di altre confessioni, con i quali condividono la convinzione che essere seguaci di Gesù nel mondo moderno implichi avere una libertà responsabile e non paure ataviche.
La loro dichiarazione è stata firmata anche da Network of Baptists Affirming Lesbian e Gay Christians, Evangelical Fellowship for Lesbian and Gay Christians, Ekklesia (che accoglie molti evangelici), e da Courage UK – un’organizzazione che iniziò come ministero per “ex-gay” ma che adesso include l’accettazione e la tolleranza tra i valori fondamentali tratti dal Vangelo. Courage UK, fondata nel 1998, fu forzata ad uscire dall’ Evangelical Alliance nel 2002 per le sue posizioni.
Coloro che sono a capo delle organizzazioni evangeliche sanno che ci sono dissenzienti fra i loro ranghi, ma temono il dibattito che risulterebbe da un atteggiamento troppo aperto.
I fautori della linea dura si pongono come difensori dell’ortodossia nei confronti di un supposto nemico “liberale” che vuole diluire il messaggio del Vangelo. Simili strategie sono state anche usate per cercare di confutare gli abolizionisti (della schivitù).
E’ strano, in verità, che l’opposizione alle relazione tra persone dello stesso sesso sia diventare la cartina di tornasole per certi correnti ortodosse in alcuni circoli evangelici, nonostante Gesù non abbia detto niente al riguardo.
Al contrario, egli stigmatizzò chiaramente pregiudizi religiosi verso gruppi emarginati dalla società, e propugnò azioni come il perdono o il sostegno economico come simboli di autentica devozione – non ostracizzazioni religiosamente fondate.
Tuttavia, le cose stanno cambiando. Il rifiuto di un dibattito serio intorno ai temi della sessualità è stato messo in dubbio e abbandonato in molte regioni del mondo evangelico: tra i giovani impegnati nella creazione di nuove forme di vita religiosa, nei festival come Greenbelt e anche nei concili delle vecchie roccaforti.
Lo scorso Novembre, Richard Cizik, uomo molto rispettato, ha rinunciato alla carica di vice presidente per gli affari governativi per la National Association of Evangelicals statunitense (50 milioni di fedeli) per il polverone suscitato da alcune sue dichiarazioni a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Molti però privatamente si sono detti d’accordo con Cizik. Alcuni influenti leader evangelici, come Tony e Peggy Campolo, hanno pubblicamente dibattuto il tema dell’omosessualità, e Peggy ha assunto un posizione decisamente favorevole.
In Gran Bretagna gli evangelici pro-gay stanno facendo “coming out”. Pochi anni fa, il veterano metodista George Hopper ha pubblicato online un libro in cui indica le difficoltà di questo cambiamento, ma anche la sua auspicabilità. Si intitolava “Reluctant Journey – A pilgrimage of faith from homophobia to Christian love”.
La lotta contro il pregiudizio gay non deve essere solo una prerogativa della Chiesa. Nei pub, sui giornali, negli uffici e a casa, si annida l’odio contro gli omosessuali benché nascosto dietro una sottile velo di liberalismo.
Gli evangelici sono fortemente impegnati in questo problema. Ma se imparano dalla loro storia e rileggono il messaggio della Bibbia dal punto di vista di Cristo, essi allora possono cambiare la storia.
* Simon Barrow è co-direttore di Ekklesia, un gruppo di esperti cristiani che si occupa della religione nella vita pubblica e che promuove la trasformazione della teologia. Tra i sui libri segnaliamo “Fear or Freedom? Why a warring church must change” (La paura o la libertà? Perché una chiesa in guerra deve cambiare) pubblicato da Shoving Leopard e Threatened With Resurrection: The difficult peace of Christ (Minacciati dalla Risurrezione: la difficile pace di Cristo), che sarà presto pubblicato.
Simon ha lavorato nel giornalismo di attualità, nella formazione e la consulenza teologica di gruppi di comunità e organizzazioni. Prima di entrare a Ekklesia, ha lavorato per la Churches Together in Britain and Ireland (organismo ecumenico ufficiale) di cui è stato assistente e segretario generale dal 2000-2003. Il suo weblog è FaithInSociety http://faithinsociety.blogspot.com mentre il suo sito web è a http://www.simonbarrow.net
Questo testo è un adattamento del suo articolo intitolato “Evangelicals who love their gay neighbours” pubblicato su il Guardian del 25 Febbraio 2009
Testo originale