Ciascuno a suo modo. Imparare a essere se stessi oltre i pregiudizi
Testo tratto da Acéptenme como soy*, guida per genitori di figli e figlie omosessuali della PLAG Argentina del 2003, liberamente tradotto da Alessandra C.
Ci sentiamo bene quando siamo in armonia con noi stessi e con l’ambiente che ci circonda, quando abbiamo qualcosa da condividere con gli altri e qualcosa da condividere solo con chi ci fidiamo. E quando una caratteristica personale sottolinea la nostra personalità inconfondibile.
Questo è il sentimento che sta alla base del “volersi bene”, vivendo in armonia con se stessi e col proprio mondo.
Sentimenti interni e aspettative esterne
Il sentimento di autostima e la coscienza individuale sono composti da diversi fattori. Vengono modificati dalle esperienze, con la valutazione critica delle stesse e dal modo in cui i bisogni, i sentimenti e i pensieri possano essere relazionati alle aspettative e alle pressioni esterne.
Quando sorgono i problemi, l’equilibrio personale raggiunto inizia ad oscillare. A volte solo in modo passeggero e superficiale, ma molte altre volte anche a lungo termine e in modo profondo.
A volte, le immagini dei ruoli portano ad uno sviluppo passeggero, altre volte ad uno sviluppo permanente e profondo.
Ognuno è diverso dagli altri
La formazione dell’immagine dei ruoli e dello sviluppo dell’orientamento sessuale, cambia completamente da persona a persona:
• Ci sono donne adolescenti che si avvicinano a uomini e manifestano in modo attivo i propri desideri sessuali, a volte spaventandoli.
• Altre donne preferiscono farsi conquistare, accettando le richieste degli uomini.
• Alcuni uomini si sentono apprezzati solo mostrandosi forti, attivi e potenti e quando le donne apprezzano queste qualità.
• Altri uomini danno importanza soprattutto ai sentimenti, alla fiducia e all’amore, prima di intraprendere un rapporto sessuale.
• Alcuni uomini sono realmente innamorati, ma hanno paura di stare vicini l’un l’altro e di sfruttare la vicinanza fisica senza sentire l’eccitazione sessuale e concretizzare il desiderio.
• Spesso, le donne adolescenti, hanno simpatie intime, affettuose; le tengono per sé, in segreto, e condividono tutto ciò che per loro è importante, senza sentire eccitazione fisica.
• Alcuni, coscientemente, si avventurano in contatti fisici eccitanti con uomini o donne, ma senza impegnarsi.
• Sempre più spesso, uomini e donne con sentimenti e desideri omosessuali accettano la propria sessualità davanti a se stessi e ciò che li circonda. In molti cercano coscientemente gruppi di amici con la stessa idiosincrasia, che appoggiano la loro identità. Molte volte designano se stessi come “gay” e “lesbiche” per dimostrare che non si vergognano dei propri sentimenti.
• Alcuni giovani non capiscono molto bene da chi si sentono più attratti e si mettono alla prova. Ciò non avviene sempre in modo cosciente. Per questo molti lottano e nascondono i propri impulsi omosessuali e prendono anche le distanze da altri omosessuali che si accettano apertamente, per timore di venire rifiutati dai genitori, dagli insegnanti e dagli amici.
• Molti uomini e donne usano essere attivi, o passivi, o romantici, a volte provocatoriamente sensuali, in base a come si sentono e a seconda della situazione.
Si cerca armonia tra i propri sentimenti, desideri e la concezione dei valori con le aspettative degli altri e in base ad ogni situazione. “Essere diverso” dunque, significa contrastare le aspettative del gruppo per avvicinarsi di più a se stessi.
Allontanarsi dalla normalità può essere doloroso.
Non si arriva a ciò senza discussioni, ricerche ed esperienze dolorose, ma oggi, la situazione viene assunta in modo più cosciente e più responsabile.
E, soprattutto, ammettendo la diversità della vita: perciò la vita, determinata biologicamente, spiritualmente, socialmente e materialmente, è femminile e maschile, etero-, bi- e omosessuale, giovane e vecchia, piena o ristretta, e molte altre cose ancora.
Rispettare la vita significa rispettare la dignità, così come l’espressione fisica e spirituale di ogni essere.
I bisogni sono molti e solo un cammino è prestabilito?
Nonostante le differenze della sessualità, nella nostra società esiste una “strada principale preferibile” che determinerebbe lo sviluppo della sessualità.
I bambini piccoli giocano a mamma e papà. La cerchia delle amicizie e conoscenze è composta da coppie eterosessuali e persone single che non hanno trovato la propria metà o non hanno interesse a convivere con qualcuno in modo stabile, coloro che (così i bambini sentono dire dai genitori) magari poi, in segreto, saranno gay o lesbiche.
Nelle pubblicità vediamo sempre baciarsi uomini e donne, affinché, per esempio, un profumo eserciti un’azione molto attraente. “Elisa ama Giovanni” gridano i bambini all’asilo, per scherzare.
Ma che Giovanni possa amare Guglielmo non passa a nessuno per la testa. E, a scuola, si sa che per ferire profondamente un compagno basti attribuire ad una femmina un amore con un’altra femmina, e ad un maschio con un altro maschio.
“Passerà…”
I giochi sessuali, soliti tra maschi, sono proibiti dagli adulti o considerati come una fase passeggera. “Passerà”, perciò, naturalmente, il sesso opposto diventerà più interessante.
Se un’adolescente di 16 anni non ha ancora un amico, potrebbe significare che non sia attraente, che sia una ragazza emancipata, o forse lesbica, e dunque messa da parte. I maschi hanno bisogno dell’amicizia delle femmine per comprovare la propria attrattiva e importanza.
I libri scolastici parlano sempre di famiglie “intatte” e, ultimamente, di famiglie con un solo genitore. Però mai, nelle famiglie convivono in coppia due donne o due uomini. Le storie d’amore raccontano della passione o della separazione di coppie eterosessuali.
I genitori iniziano ad innervosirsi se il figlio diciassettenne non ha ancora portato a casa una ragazza. I venditori di sistemi di guadagno per la casa promettono un futuro felice alle famiglie con figli.
Nell’insegnamento della sessualità vengono trattati quasi esclusivamente gli aspetti biologici delle relazioni eterosessuali e la prevenzione della gravidanza. L’omosessualità compare soltanto, se compare, come un aspetto singolare, che naturalmente deve essere rispettato.
IL CAMMINO PRESTABILITO È L’ETEROSESSUALITÀ
L’omosessualità, spesso, ha un valore negativo
I segnali che ricevono le ragazze, i ragazzi e le persone giovani nel corso del proprio sviluppo specificano l’amore eterosessuale.
L’essere gay o lesbica si tace o, in genere, assume un valore negativo. Ciò provoca un’immensa pressione, che da fuori è impossibile valutare, e molte volte fa in modo che la persona fedele alle proprie inclinazioni si senta “fuorviata” e in bisogno di giustificarsi.
Non sorprende che ci riescano solo in pochi. La maggior parte cerca di eludere la pressione e di adattarvisi ad ogni costo. E il costo può anche essere molto alto: amicizie disoneste, doppia vita, solitudine, addirittura pensiero di suicidio.
Quante persone si comportano etero- o omosessualmente?
Le ricerche mostrano che, fino ai 15 anni, il 30% delle persone si comporta parzialmente in modo omosessuale e il 10% in modo esclusivamente omosessuale.
Ai 25 anni queste cifre si dimezzano, e cioè il 17% si comporta occasionalmente in modo omosessuale e il 3% in modo esclusivamente omosessuale.
Chiaramente maschile! – Chiaramente femminile!
L’attribuzione unilaterale di qualità maschili agli uomini e femminili alle donne, ostacola il pieno sviluppo delle proprie possibilità per vivere i propri ruoli sessuali in modo soddisfacente e sano.
Vengono bloccati i propri sentimenti e desideri di relazione, comprensione, l’incontro personale informale, non solo tra uomini e donne ma anche tra due uomini e tra due donne.
Ciò include il fatto di mostrare i propri sentimenti all’altro, di avvicinarsi in modo affettuoso, di avere un contatto fisico, di farsi carico dei bisogni dell’amico, di farsi forza e di consolarsi reciprocamente.
Tuttavia, molti di questi comportamenti, fondamentali per il benessere personale, ci disorientano quando a mostrarli sono degli uomini.
Come se queste caratteristiche fossero proprie delle donne o degli uomini gay. La svalutazione degli uomini omosessuali sarebbe vincolata alla paura dell’uomo che, come tale, può anche essere passivo, recettivo, sensibile, affettuoso.
Gli uomini verrebbero disprezzati dai compagni se si comportassero in modo “tipicamente femminile”
Invece alle donne lesbiche si attribuiscono proprietà “tipicamente maschili”: sono fredde, dure, poco sensuali e severe. Il rifiuto e la svalutazione delle donne lesbiche sarebbe relazionata ad un comportamento definito come “poco femminile”.
Questi rigidi pregiudizi fanno in modo che i gay che si comportano in modo tradizionalmente maschie, e le lesbiche che si adattano al ruolo femminile, in genere non vengano riconosciuti.
“M., 20 anni, ha constatato che la gente eterosessuale riconosce le lesbiche solo quando queste si presentano “così” mascoline, ipoteticamente fredde. Se hanno capelli lunghi o scarpe coi tacchi alti, gli eterosessuali non attribuirebbero mai loro rapporti omosessuali.
Le lesbiche che si mostrano “così”, ossia con modi mascolini, freddi, sono quelle che si riconoscono come tali, e, credo, non siano neanche la maggioranza.” (Lesbianas – Cuando mujeres aman a mujeres – Folleto Berlín 1991, pag. 40)
I soliti stereotipi di “gay fondamentalmente effemminati” e “lesbiche fondamentalmente mascoline” sono, dunque, prodotti del pregiudizio e della paura di allontanarsi dai soliti ruoli, più che dell’esperienza di una vita reale delle persone che amano persone del proprio sesso.
* Guida tratta dal testo tedesco “Unser Kind fällt aus der Rolle” (Nostro figlio esce fuori dal coro), Bundeszentrale für Gesundheitliche Aufklärung (Centro Nazionale di Educazion della Salute), Colonia, Germania (1994)
Testo originale: En busca del rol propio. aceptarse, sentirse bien