Cibo croccante per l’anima e il corpo (1RE 19)
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* tratte dal blog jesuslovesgays (Stati Uniti) del 10 agosto 2012, liberamente tradotte da Adriano C.
“Elia, vedendo questo, si alzò, e se ne andò per salvarsi la vita; giunse a Beer-Sceba, che appartiene a Giuda, e vi lasciò il suo servo; ma egli s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo: «Basta! Prendi la mia anima, o SIGNORE, poiché io non valgo più dei miei padri!» [1Re 19, 3-4]
Parliamo delle Regine del dramma! Elia è assolutamente uno di esse. In 1Re 18, Elia si impegnò in un concorso dal titolo “Il mio Dio è migliore del vostro dio” con i profeti di Baal. Elia vinse la gara in una esplosione di effetti speciali divini [leggetevi la storia], e celebrò la sua vittoria facendo uccidere tutti i profeti di Baal.
Questo fece arrabbiare così tanto la Regina Gezabele da mettere sulla sua testa una condanna di morte. Cosa fece Elia? Cadde nel panico. Perse la ragione. Fuggì nel deserto, si lasciò cadere sotto una ginestra, e come un novello capitano James Kirk dell’astronave Enterprise, cominciò a gridare “Abbattimi, Dio. Non voglio spendere ancora un solo minuto su questo pianeta dimenticato da Dio!”
Ho sempre sospettato che Elia soffrisse di esaurimento e che questo fu il motivo per il quale perse la ragione in maniera tanto repentina. L’esaurimento è qualcosa che ognuno generalmente sperimenta nella vita. Tuttavia, l’esaurimento è molto più frequente nella comunità “queer” a causa del maggior pregiudizio e della profonda discriminazione che affrontiamo; perdere il lavoro per essere stati rivelati; paura di essere cacciati dalle nostre chiese; perdere l’amore e il sostegno della nostra famiglia; essere oggetto di scherzo e disprezzo nella scuola; ecc. ecc. Qualche volta ci viene voglia di gridare come Elia “Abbattimi, Dio. Non voglio spendere ancora un solo minuto su questo pianeta dimenticato da Dio!”
Fortunatamente, questa non è la fine della storia… per noi e per Elia. Dopo il drammatico appello di Elia a Dio, egli si addormenta, sfinito. Due volte durante la notte, un angelo lo scuote dal suo sonno e gli dà una pagnotta croccante appena tolta dal forno e una brocca d’acqua. Questo sì che è un servizio in camera!!! Il mattino dopo, in 1RE 19, 8 ci viene detto: “per la forza che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino all’Oreb, il monte di Dio”.
La storia di Elia ci ricorda che quando ci sentiamo esauriti la cosa migliore che possiamo fare per noi stessi è quella di creare uno spazio per il riposo e la solitudine, in modo che Dio possa ristabilire iI nostro corpo, la nostra mente e il nostro spirito. Non possiamo sempre “combattere la battaglia”. A volte abbiamo bisogno di riposare bene. Pensateci.
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays
Testo originale: Crispy Critter