Come ascoltare, accompagnare e servire. La Caritas Diocesana di Albano e l’inclusione delle persone LGBT+
Venerdì 6 dicembre 2024, presso il teatro della Parrocchia Beata Vergine Immacolata a Torvaianica (Roma), si è svolto un incontro di grande significato dal titolo “La Caritas Diocesana e l’inclusione delle persone LGBT+: Ascoltare – Accompagnare – Servire“. L’evento, proposto dalla Caritas della Diocesi di Albano (Roma), ha avuto come obiettivo di promuovere la riflessione sull’inclusione delle persone LGBT+ all’interno della Chiesa e nella società, unendo teologia, esperienza pastorale e testimonianze concrete.
L’incontro ha visto la partecipazione di figure rilevanti, tra cui il Vescovo di Albano, Mons. Vincenzo Viva, la dott.ssa Chiara D’Urbano Massimi, psicologa e psicoterapeuta del Dicastero per il Clero, padre Pino Piva, gesuita impegnato nella pastorale delle frontiere, e don Paolo Salvini, vicedirettore della Caritas di Roma.
L’evento è stato moderato da don Alessandro Paone, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Albano, e ha registrato una grande partecipazione da parte di credenti e non, desiderosi di approfondire il tema dell’inclusione e del riconoscimento della dignità di ogni persona. L’incontro ha gettato le basi per creare un luogo di accoglienza ed inclusione, sia dal punto di vista scientifico e psicologico e sia dal punto di vista pastorale e cristiano.
Tra i momenti più toccanti della giornata, spicca la testimonianza di fratel Tiziano Fani Braga, coordinatore di Mosaiko Cristiani LGBT+ di Roma, Piccolo Fratello dell’Accoglienza e operatore presso il centro di primo ascolto “Mi Fido di Te” (progetto de La Tenda di Gionata).
Tiziano ha condiviso con il pubblico un racconto profondo e personale del suo percorso di vita, sottolineando come i temi dell’ascolto, dell’accompagnamento e del servizio siano stati centrali nel suo cammino verso una vita pienamente vissuta e accolta dalla Chiesa.
La sua testimonianza ha tracciato un percorso che ha avuto come punto di partenza il “Ascolto”. Dopo il suo coming out e la rottura con un ambiente conservatore da cui proveniva, Tiziano ha raccontato come l’ascolto sia stato il primo passo per ricominciare, trovando uno spazio in cui esprimere le proprie sofferenze. Il primo luogo in cui ha trovato accoglienza è stata proprio la realtà di Mosaiko a Roma, che gli ha offerto un punto di riferimento sicuro e solidale.
Il secondo passo è stato l’“Accompagnamento”, che Tiziano ha descritto come un accompagnamento paritario e una riscoperta della propria dignità. Soprattutto attraverso una pastorale che accoglie senza giudicare, un processo che consente di riscoprire il valore di sé stessi. Infine, il passo finale, che rappresenta una chiamata a mettersi in gioco, è stato il “Servizio”: sottolineando che tutte le grazie ricevute dal Signore non possono essere messe da parte, ma devono essere messe a frutto, in un impegno concreto verso gli altri. Questo servizio si traduce in un’azione di cura reciproca, senza distinzioni e senza dislivelli, come segno di una Chiesa che si fa prossima a ciascuno, senza esclusioni.
L’incontro è proseguito con una testimonianza toccante delle ragazze trans della comunità di Torvaianica, che hanno avuto l’opportunità di raccontare il loro cammino, supportato in modo concreto e amorevole da Don Andrea Conocchia, un altro grande esempio di accoglienza incondizionata.
Le storie di queste donne, che hanno trovato in Don Andrea e nella comunità di Torvaianica un supporto reale, hanno dato un volto concreto all’impegno della Chiesa nel prendersi cura dei più fragili e vulnerabili, dimostrando che l’inclusione è possibile quando si costruisce una pastorale basata sull’ascolto, il rispetto e la solidarietà.
L’incontro ha rappresentato una riflessione profonda sull’inclusione, sull’accoglienza e sul servizio cristiano, valori che sono stati declinati non solo a livello teorico, ma anche con concrete testimonianze di vita. L’evento ha infatti offerto un’occasione di dialogo e di confronto tra credenti e non, tutti uniti nel riconoscere l’importanza di superare stereotipi e pregiudizi, e nel lavorare insieme per un mondo più giusto e inclusivo.
In conclusione, l’incontro a Torvaianica ha lasciato un messaggio di speranza e di impegno: la Chiesa è chiamata a essere una realtà aperta e accogliente, capace di ascoltare le diversità, accompagnare chi ha bisogno di essere sostenuto e servire il prossimo senza discriminazioni. Un’opportunità di crescita per tutti, che invita a guardare l’altro con occhi nuovi, in un cammino di dignità e rispetto reciproco.