Come combattere la paura di non essere accettati
Articolo di Delia Vaccarello tratto da l’Unità del 26 settembre 2012, p.18
«Non temere io sono sempre con te, qualcuno è sempre con te»: è una esperienza vissuta da molti di coloro che hanno attraversato momenti tragici ed estremi. C’è una presenza, spesso impalpabile, che sostiene nei momenti di terrore. È Dio?»
Proprio di paura, e con la frase tra virgolette che farà da guida, si parlerà questa sera a Roma nella sede dell’associazione Nuova Proposta in occasione del primo di una serie di incontri che termineranno a giugno 2013.
Il tema è il rapporto tra i timori e l’omosessualità ed è visto anche dall’ottica di coloro che hanno fede.
Un nodo tematico forte che riguarda le radici stesse dell’esistere perché la paura, e in primo luogo la paura del giudizio altrui, blocca o inceppa molte energie con l’esito di creare individui privi di una spiccata personalità che barattano costantemente ciò che desiderano fare con ciò che ritengono sia loro permesso. E lo fanno spesso in modo inconsapevole.
Si tratta di una questione cruciale che sfugge a molti di coloro che per posizionarsi politicamente agitano la questione gay dicendosi a favore o contro le unioni civili, le nozze, l’adozione. Un dibattito già caldo condotto sovente con troppa superficialità. I temi vanno affrontati certamente ma con competenza e sensibilità.
Troppo spesso, invece, chi ne disserta è come se usasse le paro- le disincarnandole, mostrando di citare l’argomento dei diritti senza avvertire che i diretti interessati devono affronta- re grandi paure in quanto raggiunti da un pesante giudizio sociale manifesto o implicito.
Le Testimonianze
Per disinnescare la paura e le sue complicazioni può avere un ruolo fondamentale l’affettività. «No fear in love» è il logo del video diffuso nel web da Nuova proposta (http://youtu.be/KwJlDyX- bIJU). «Una delle paure più forti è stata condividere la mia omosessualità con la mia famiglia – dice Caterina – la paura più forte è quella di essere giudicati, di non essere accolti per ciò che si è. Questo blocca
Caterina parla a volto scoperto, non tutti lo fanno, non lo fa l’uomo che dice di aver provato paura a dare un nome ai propri sentimenti. «Per molti anni la paura mi ha condizionato tanto, ero arrivato al punto di controlla re tutto quello che succedeva intorno a me, dentro e fuori di me», dice Andrea. In che modo questa riflessione chiama in ballo la fede? «Gesù ci ama fino in fondo così come siamo», dice Beppe.
Il rapporto con Dio diventa possibilità di affermazione e di nuova vita. Che sia la percezione della possibilità di essere accolti e amati dalle persone care, che sia la fede nell’amore di Dio, è proprio la cultura degli affetti quella che aiuta ad affrontare la paura.
Ma oggi è un valore l’affettività? E la società: usa o rispetta? Se il cattivo silenzio sulla questione gay alimenta la paura, non è affatto detto che il discorso strumentale la smorzi. Incontri con relatori, counseling, momenti di preghiera, esperienze condivise scandiranno il programma (www.nuovapropostaroma.it).
In un contesto che non favorisce un cammino sereno, dicono a Nuova Proposta, «ad un certo punto, è necessario, ognuno con i suoi tempi e le sue modalità, cercare di vincere la schiavitù della paura e cominciare a vivere, amare. E vivere significa farlo con una progettualità piena».