Papa Francesco come sta facendo spazio alle persone LGBT nella chiesa cattolica?
Articolo di padre James Martin SJ pubblicato sul sito del settimanale gesuita America (Stati Uniti) il 23 settembre 2021, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Nei mesi scorsi il Santo Padre ha parlato diverse volte dell’approccio pastorale della Chiesa verso le persone LGBT. A seconda di come la si pensi, le dichiarazioni di papa Francesco possono essere una boccata d’aria fresca, o possono rappresentare uno scandalo; e per altri ancora, le sue posizioni possono sembrare confuse, o forse anche contraddittorie.
Per come la vedo io, il Papa sta ritagliando, per le persone LGBT cattoliche, uno spazio di cui c’è molto bisogno, con alcuni e ben definiti paletti, ma in ogni caso si tratta di uno spazio molto più ampio di quello che hanno concesso tutti i suoi predecessori.
I commenti di papa Francesco sottolineano questa nuova realtà. Recentemente, parlando con i gesuiti in Slovacchia durante il suo viaggio pastorale, ha sottolineato la necessità di una “cura pastorale per le coppie omosessuali”, esprimendo allo stesso tempo la sua opposizione all’“ideologia del gender”.
Durante una conferenza stampa sul volo di ritorno dalla Slovacchia, ha detto: “Se una coppia omosessuale vuol passare la vita insieme, lo Stato ha la possibilità di dare loro sicurezza, stabilità e la possibilità di ereditare”. Nella stessa risposta ha anche confermato la posizione tradizionale della Chiesa Cattolica sul matrimonio: è un sacramento riservato ad un uomo e ad una donna.
Pochi mesi prima, in una lettera a me indirizzata in occasione dell’Outreach LGBTQ Catholic Ministry Conference, ha incoraggiato chi svolge il proprio ministero a fianco del “gregge” LGBT (ha usato il termine spagnolo “feligresia”) ad accostarsi a loro nello “stile di Dio”, che descrive come un insieme di “vicinanza, compassione e tenerezza”.
In pratica, papa Francesco sta incoraggiando la Chiesa ad accompagnare pastoralmente le persone LGBT, che significa trattarle con il “rispetto, la compassione e la delicatezza” che il Catechismo della Chiesa Cattolica richiede, ascoltando le loro molteplici esperienze, aiutandole a sentirsi accolte nelle parrocchie, e sostenendo i singoli ed i gruppi che si occupano di loro in parrocchia, a scuola e in altre realtà.
E si è visto come spesso ha preso posizione contro l’omofobia. Durante una precedente conferenza stampa, mentre era in volo, Francesco ha affermato che le persone LGBT non dovrebbe essere mai cacciate dalle loro famiglie, e che Gesù non direbbe mai “vattene lontano da me” ad una persona omosessuale. Come per gran parte del suo approccio pastorale in generale, il suo impegno verso le persone LGBT è caratterizzato dalla parola “accompagnamento”.
L’approccio di Francesco è temperato dal suo sospetto verso la cosiddetta “ideologia gender” o “teoria del gender” (i cui detrattori dicono imporre costrutti ideologici sulle persone, incoraggiandole a scegliere o a cambiare il proprio genere), come anche dalla sua enfasi sulla dottrina tradizionale riguardo il sacramento del matrimonio.
Francesco, che in genere si oppone alle ideologie in quanto “astratte”, e quindi avulse dall’esperienza vissuta delle persone, in un suo discorso ai gesuiti slovacchi ha definito “pericolosa” l’“ideologia del gender”. La Congregazione Vaticana per l’Educazione ha sostenuto che essa “culmina nell’asserzione della totale emancipazione dell’individuo da ogni definizione sessuale data a priori, e nella scomparsa di classificazioni considerate eccessivamente rigide”.
Lo spazio che va ritagliando comprende anche la pastorale per le persone LGBT e l’accettazione delle coppie omosessuali nella sfera sociale, fatte salve le norme sul matrimonio sacramentale e la sua posizione sulla “ideologia di genere”.
Vorrei parlare di due aspetti degni di nota di questo nuovo “spazio”.
Primo, le parole di costante incoraggiamento del Papa per le coppie omosessuali già unite civilmente, e il suo desiderio non solo di un supporto legale che le protegga, ma anche di un loro accompagnamento pastorale, non è nulla di rivoluzionario: contrasta però con l’approccio del Papa Emerito Benedetto XVI, che recentemente ha descritto il matrimonio omosessuale come una “distorsione della coscienza”; vedi anche un suo commento del 2012, nel quale affermava che il matrimonio omosessuale “minaccia il futuro stesso dell’umanità”.
L’avallo di Francesco alla protezione legale per le coppie dello stesso sesso pone anche una sfida per la Chiesa in Paesi in cui leggi e tradizioni si oppongono violentemente a qualunque forma di accettazione delle persone LGBT. Un recente libro di Mark Gevisser, intitolato La linea rosa (Rizzoli, 2021), offre una panoramica ampia, e a volte scioccante, sugli ostacoli incontrati dalle persone LGBT, persone che cercano di vivere pacificamente come individui, e tanto più come coppie, in molte parti del mondo.
Il libro di Gevisser mostra in dettaglio i pestaggi, le molestie e le violenze sopportate dalle persone LGBT, specialmente dalle coppie, che le costringe a lasciare i propri Paesi e a chiedere asilo politico come rifugiati. Così le parole del Papa, che sembrano tiepide in Occidente, possono sembrare incandescenti altrove.
L’incoraggiamento di Francesco a raggiungere, con una pastorale ad hoc, non semplicemente i singoli individui LGBT, ma, come ha detto ai gesuiti slovacchi, le “coppie omosessuali”, è per di più in contrasto con la pratica di molte istituzioni cattoliche statunitensi di licenziare i dipendenti omosessuali sposati, spesso con l’incoraggiamento dei vescovi locali. Licenziare le persone, privandole dei mezzi di sussistenza, e spesso rimuovendole da posizioni consolidate all’interno della comunità, è il contrario di “cura pastorale”.
La questione dell’“ideologia del gender”, invece, è più complicata. È un termine notoriamente amorfo, che sembra avere tante definizioni quante sono le persone che lo usano, ma soprattutto è arrivato a significare ogni approccio filosofico, o più genericamente intellettuale, che mette in discussione qualsiasi ruolo di genere “tradizionale”. Quindi è visto, ancora una volta, come “ideologia”.
La realtà dell’esperienza vissuta, come testimoniato dalle stesse persone LGBT, sembra molto più complessa. Gran parte di loro, specialmente le persone transgender, afferma di non seguire alcuna “ideologia” filosofica o politica, visto che vivere ciò che credono di essere spesso le pone di fronte alle più dure persecuzioni.
Come ha detto in un’email Luisa Derouen, una suora domenicana che lavora con le persone transgender dal 1999, “le persone transgender sperimentano una condizione neurobiologica complessa. È la loro esperienza vissuta, e non una scelta”.
Lo scrive anche Ray Dever, un diacono padre di una figlia transgender, in un articolo per [il mensile] U.S. Catholic: “Quando sento quelle dichiarazioni sulla ‘ideologia del gender’, mi suonano false. Chiunque abbia una sia pur minima esperienza con le persone transgender non può che rimanere perplesso di fronte all’idea che esse siano in qualche modo il frutto di un’ideologia: è un fatto storico che, molto prima che esistessero gli studi di genere e che venisse coniata l’espressione ‘ideologia del gender’, le persone transgender esistevano ed erano riconosciute positivamente in alcune culture”.
L’approccio pastorale di papa Francesco può quindi essere considerato un approccio che cerca di offrire cura, accompagnamento e accoglienza, con alcuni paletti. Lo spazio ricavato da Francesco, in ogni caso, è molto più ampio di quello, limitatissimo, permesso dai suoi predecessori. Questo approccio, per come la vedo io, esprime molto meglio “la vicinanza, la compassione e la tenerezza” di Dio verso una comunità di persone che sono i nostri fratelli e le nostre sorelle.
* Il gesuita americano James Martin è editorialista del settimanale cattolico America ed autore del libro “Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt” (Editore Marcianum, 2018). Padre James ha portato un contributo sull’accoglienza delle persone LGBT nella Chiesa Cattolica all’Incontro Mondiale delle Famiglie Cattoliche di Dublino e ha portato una sua riflessione anche al 5° Forum dei cristiani LGBT italiani (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018).
Testo originale: Pope Francis is making space for LGBT people in the church—with limits. And it’s a huge step forward.