Come ti guarisco il gay. Anche i maoisti nepalesi ci provano ma senza successo
Articolo tratto dal mensile Pride del Maggio 2007
Un mese di prigionia in un campo di guerriglieri maoisti. È quanto è capitato a due ragazze lesbiche di 16 e 20 anni, rapite in Nepal all’inizio di marzo e riuscite a liberarsi ai primi di aprile. La vicenda è stata resa nota dalla “Blue diamond society”, unica organizzazione glbt nepalese, nei cui uffici di Katmandu le due ragazze lavoravano come addette alle pulizie.
Proprio lì sono state sorprese e rapite dai guerriglieri, che essendo stati informati del fatto che erano lesbiche hanno voluto fare un tentativo per ricondurle sulla retta via. Secondo quanto hanno raccontato dopo essere state liberate, le due ragazze sono state prima interrogate e poi tenute prigioniere con frequenti razioni di botte per convincerle a rinunciare a essere omosessuali.
Quando poi hanno promesso che non sarebbero state più lesbiche, sono state liberate all’interno del campo della guerriglia in cui erano state portate per entrare a far parte del movimento maoista. Fingendo di essersi trasformate in colonne eterosessuali della rivoluzione sono così riuscite a fuggire e a tornare a casa. I guerriglieri maoisti nepalesi, dopo lunghi anni di guerra civile contro il regime monarchico, sono entrati l’anno scorso in un governo di unità nazionale, di cui fanno parte anche le forze che sostengono il re Gyanendra, ma continuano a controllare ampie zone del paese in modo del tutto autonomo.
Le prospettive di pace aperte dalla tregua dello scorso anno avevano autorizzato la “Blue diamond society” a sperare nella fine delle persecuzioni subite da gay, lesbiche e transessuali ad opera di tutti gli schieramenti in campo. Ma come anche questo episodio dimostra, la situazione rimane drammatica.