“Come un prodigio”. I cristiani LGBT s’incontrano a Barcis in Friuli
Articolo di Daniele Micheluz pubblicato sul sito de Il Giornale del Friuli l’11 settembre 2015
I cristiani omosessuali si danno appuntamento a Barcis. Parte oggi, nel paese del Valcellina, una tre giorni dedicata a spiritualità e riflessione. L’appuntamento fa parte del Progetto Rùah, un’esperienza di ricerca tra fede e omosessualità attivo da 4 anni in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto Orientale e che comprende un gruppo di persone unite da una comune ricerca di fede, nella diversità di confessioni e orientamenti (religiosi e di sessualità), che hanno voglia di creare uno spazio e delle occasioni di incontro e confronto. I posti sono una trentina. Il via venerdì pomeriggio con l’arrivo dei partecipanti che condivideranno le loro riflessioni fino a domenica 13 settembre alla Casa San Giovanni. Un appuntamento certamente particolare perché mette di fronte fede e omosessualità, non sempre due termine che vanno d’accordo all’interno della Chiesa.
Il weekend sarà guidato da Arianna Petilli (psicologa cognitivo-comportamentale, autrice di ricerche sul rapporto tra fede e omosessualità), Michela Bertuola ed Elisa Carlon (insegnanti titolari di biodanza dell’associazione culturale “Kairos”) e don Christian Medos (sacerdote diocesano, licenziato in Teologia Spirituale e collaboratore del progetto “Spiritualità nelle frontiere esistenziali”) della Diocesi di Trieste.
“Il tema scelto quest’anno – si legge nell’invito – è “Mi hai fatto come un prodigio” (Sal 139,14), sulla scia delle veglie di preghiera per le vittime di omofobia organizzate in molte città italiane in queste ultime settimane. Tutti, sin da piccoli, desideriamo essere amati, ma mentre crescevamo abbiamo avvertito che in noi, in quanto omosessuali, c’era qualcosa di “non amabile”.
Abbiamo presto subìto il rifiuto di chi ci era intorno e per sopravvivere abbiamo imparato a conformarci alle attese degli altri, invece di imparare a essere noi stessi. Tutto ciò ha dato origine ad una ferita emozionale e a un sentimento di vergogna che ci hanno impedito di svilupparci pienamente.
Attraverso laboratori esperienziali, momenti spirituali e sessioni di biodanza riscopriremo insieme che invece siamo dei ‘prodigi’ così come siamo, da sempre sognati, desiderati e amati da Dio.