Coming out. La posta in gioco
Articolo tratto dal sito Zagay (Francia), 11 febbraio 2008, liberamente tradotto da Dino
Coming out: Paura di essere respinti, Paura di deludere, Paura di non essere compresi. Il coming out è un momento molto intenso, una mescolanza di diversi sentimenti. E’ indubitabile che la paura sia presente in modo marcato, ma quando si afferma la propria omosessualità c’è anche un forte senso di sollievo.
Infine, quando si fa il proprio comig out, è come se si colpisse in faccia le persone, e non si comprende l’importanza di questo colpo se non molto dopo, e per chi lo riceve avviene la stessa cosa.
– La paura: Quando si fa il proprio coming out, si prova un senso di paura. Questa paura può essere legata alla paura dell’ignoto, quando si esce allo scoperto per la prima volta. Tuttavia, anche quando il coming out viene nuovamente ripetuto, la paura rimane presente. Come spiegare questo fatto?
Paura di essere respinti, Paura di deludere, Paura di non essere compresi: “La paura che qualcuno tra di loro non accetti e mi respinga al punto da non volermi più parlare o vedere, questo mi angoscia terribilmente.”; “Il senso di paura col tempo scompare. All’inizio stavo male fisicamente. Avevo la voce rotta, tremavo, in seguito per ore avevo dolore al ventre.”
– Il sollievo: la paura non è certo il solo sentimento che si prova, c’è anche il sollievo: come spiegare che dopo la confessione si ha la sensazione di essere completamente svuotati, sollevati, liberi… ? “E il sollievo non arrivava che molte ore più tardi, a volte anche il giorno dopo.”, “Ma ora sono più libero e mi sento bene dentro di me, e i miei amici ci sono ancora tutti. Sono rimasti, e anche i miei parenti.”
– La presa di coscienza: Quando ci si confronta per la prima volta con una persona che conosce il nostro orientamento, cosa succede a livello dell’immagine trasmessa a quasta persona? E’ la prima volta che ci si trova in completa sintonia col proprio vero “io” e che la persona che ci sta di fronte condivide questa verità, questa libertà, questa felicità.
“Che cosa pensa, come mi vede adesso, cosa avviene in questo momento?”, “Ho provato un grande sollievo ma per qualche giorno non ero più me stesso. Del tipo, che cosa ho detto? Temevo la reazione del dopo-annuncio. Perchè sul momento le persone che abbiamo di fronte si trovano sotto shock.”, “L’unico vero disagio che ho avuto è stato quando prima di rivedere la persona mi sono detto: mentre mi parla penserà che sono omosessuale.”
– “Un coming out permette di guardarsi allo specchio”. La posta in gioco supera largamente il semplice fatto di comunicare il proprio orientamento sessuale. Come gestire in seguito questo flusso emotivo? Ma dopo, quando la reazione è positiva, va decisamente meglio.
Talmente meglio da non dover più mentire o dissimulare. Talmente meglio da non aver più questa amara piccola domanda che ritorna sempre, lancinante: “se questa persona sapesse, mi apprezzerebbe ancora?”
“E’ come tutti i riti di passaggio, è difficile, fa paura, ma fa crescere e rende felici.”. Tutta la varietà di emozioni che scaturisce al momento del coming out si spiega col fatto che in precedenza non ci si è mai trovati di fronte a questo fatto e nemmeno preparati ad esso. Non si impara ancora a scuola a dire: “sono omosessuale, e allora?”.