“Con tutte le famiglie, senza condanne”. Le reazioni dei cattolici degli Stati Uniti ai risultati del Sinodo
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 30 ottobre 2015, liberamente tradotto da Marius
“Con tutte le famiglie, senza condanne”. Era il titolo apparso domenica (25 ottobre 2015) su un quotidiano cattolico italiano, e per molti è stato un ulteriore segno del nuovo periodo avviato nella Chiesa cattolica con questo processo sinodale durato due anni. Non tutti però sono d’accordo. Qui di seguito, presenteremo diverse reazioni al Sinodo della Famiglia.Frank Bruni, editorialista apertamente gay del New York Times, a coloro che hanno seguito da vicino gli eventi del Sinodo, analizzando ogni sviluppo e commentando ogni dichiarazione, ha posto una domanda importante: “Ma alla maggior parte dei cattolici (del sinodo) interessa qualcosa?”.
In verità i cattolici, sui media, hanno seguito gli sviluppi (del Sinodo) da vicino: “La gente nei banchi delle chiese è meno assorta. Il calore e il rispetto che provano per l’attuale papa non si traduce in alcuna accettazione dei dettami della Chiesa”.
I sondaggi confermano ciò che molti cattolici sanno parzialmente, cioè che esistono profonde fratture tra l’insegnamento ufficiale e la vita dei cattolici. Secondo Bruni, i vertici della Chiesa “vedono la famiglia in termini troppo ristretti e hanno un dialogo troppo limitato”, perché sono “più interessati a dettare parametri sessuali che a celebrare l’immensità dell’amore“.
Infatti, mentre alcuni condannano le composizioni familiari contemporanee, perché svilirebbero la morale tradizionale, il giornalista dice che il dato di fatto è “più complesso e meno cupo di quello che sembra”.
Gli sviluppi nella vita familiare sono il prodotto dei movimenti femministi e LGBT che hanno innalzato gli emarginati e anche i gruppi bistrattati a condizioni di maggiore dignità e libertà. Bruni ha detto che questo è tutto “il cambiamento da cui dovremmo iniziare a costruire”: “La maggior parte di noi comprende, meglio di un tempo, che ci sono uomini che non conosceranno mai pienamente l’amore romantico e sensuale con una donna, e ci sono donne che non potranno mai sperimentarlo con un uomo. La società era migliore quando lo si negava e si intrappolavano le persone gay e lesbiche in matrimoni eterosessuali che non portavano gioia a nessuno dei due coniugi e che si basavano su una menzogna? La società ha forse ha ricevuto dei benefici nell’emarginare le persone gay e lesbiche?”. “Queste sono domande retoriche. O almeno dovrebbero esserlo”.
Egli porta come esempio famiglie che scelgono di essere famiglia, da altri considerate come non tradizionali, ma che a suo giudizio straordinarie:
“L’ho visto accadere tante volte negli anni 1980 e all’inizio del 1990, quando l’AIDS sterminava i gay americani e molti malati furono abbandonati dai propri familiari, che erano spinti dalle religioni a giudicare piuttosto che a provare compassione. Gli amici colmavano questo vuoto, correndo in aiuto, facendosi avanti come loro paladini e difensori. Dove le famiglie erano assenti, ne nacquero altre”.
Il gesuita James Martin ha identificato alcuni dei temi principali del Sinodo, come il discernimento e la coscienza, che i vescovi hanno incoraggiato e sostenuto. Ha dichiarato al giornale Salt Lake Tribune, “ci si basa sull’idea che Dio può trattare direttamente con noi, attraverso la nostra vita interiore. È un altro incoraggiamento a ricordare alla gente, soprattutto ai cattolici risposati, che una coscienza consapevole è, come la Chiesa ha sempre insegnato, l’arbitro morale finale“.
Martin ha anche realizzato un video per spiegare le sue opinioni sul Sinodo, come ad esempio: “Sulle questioni LGBT, il Sinodo non ha ancora cambiato per nulla la dottrina ma ha ricordato ai cattolici la necessità di rispettare la dignità umana delle persone LBGT e anche di avere particolare attenzione per le famiglie con membri LGBT. Questo potrebbe non sembrare granché come cambiamento, ma è una sfidaper i cattolici nei paesi dove non vige il rispetto e l’assistenza per le persone LGBT”.
In un reportage della CNN ha difeso il cambiamento nella Chiesa, dicendo che coloro che temono la riforma e il rinnovamento potrebbero aver confuso il dogma, la dottrina e la pratica; o che forse si attengono soprattutto a un “deprimente senso di legalismo,” o anche a “un odio verso i cattolici LGBT fingendo di essere preoccupati per le loro anime”.
Grant Gallicho su Commonweal Magazine ha affermato che il Sinodo ha tirato una croce sull’omosessualità, sottolineando l’incapacità del vescovo Johan Bonny di trattare la questione nel suo gruppo (sinodale), guidato da un cardinale che ha paragonato gli attivisti LGBT ai nazisti. Ma c’è una speranza, infatti Gallicho aggiunge che: “Questo Sinodo in ascolto, se vuole essere fedele alla visione entusiasmante del papa che lo ha indetto, non potrà mai arrivare veramente alla fine. È solo l’inizio“.
L’editoriale del Commonweal Magazine ha ripreso questa idea, affermando: “A questo proposito, il vero successo del Sinodo è stato il rilancio dello stesso processo sinodale, quello in cui i vescovi si sentono liberi di dire come la pensano, di non essere d’accordo tra di loro e anche di esplorare la possibilità che la riforma sia essenziale per la missione evangelica della Chiesa”.
I sinodi futuri devono includere più voci all’interno della Chiesa, dato che alcuni vescovi, come Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, hanno ammesso che questo Sinodo avrebbe beneficiato degli interventi delle persone LGBT.
Un problema emergente è l’inclusione delle persone transgender, un argomento totalmente assente in questo Sinodo. Francesco DeBernardo, direttore esecutivo di New Ways Ministry, sulla condanna della “ideologia del genere” presente nella relazione finale, ha commentato su The Advocate che: “Le osservazioni dei vescovi dimostrano che non capiscono l’esperienza transgender, o di come le persone vivano la loro identità di genere che spesso sentono come una rivelazione spirituale vivificante“.
Queste riflessioni sono solo i primi frutti dei tanti commenti e riflessioni che seguiranno (sul Sinodo), utili sia come analisi degli avvenimenti ecclesiali sia come nutrimento spirituale, di cui parla Frank Bruni nel suo articolo (sul The New York Times).
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Per leggere tutti i precedenti articoli sul Sinodo della Famiglia 2015 pubblicati su Bondings 2.0 (tradotti in italiano) basta cliccare qui.
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Testo originale: “With All Families, Without Condemnation” (And More Synod Reactions)