Cos’è una Chiesa inclusiva?
Riflessioni di Jean Vilbas tratte da blogspirit.com (Francia), tradotte da Dino M.
L’inclusività non è una nozione astratta ma è “un percorso di vita”. Il termine inclusività non lo si ritrova nella Bibbia. E’ un termine nuovo tradotto dall’inglese (“inclusivity”). L’inclusività può essere definita per mezzo del suo contrario, che è “l’esclusione”. Una Chiesa inclusiva è un luogo che accoglierà tutti, ognuno con le sue imperfezioni, con il suo modo di essere diverso.
Per esempio, le Chiese della Metropolitan Community Churches (MCC) sono inclusive; accolgono le persone GLBT, ma anche sorelle e fratelli che hanno difficoltà nella vista o nell’udito, che sono affette da un handicap di qualsiasi genere, che si sentono rifiutate o isolate.
All’interno delle comunità inclusive non ci sono discriminazioni di nessuna natura e nemmeno vengono etichettate le persone, che sono invece accolte in nome dell’amore incondizionato di Cristo per tutta la Sua creazione.
Oggi le Chiese tradizionali (cattoliche, protestanti, anglicane, ortodosse, ecc.) prendono posizione contro il razzismo, il sessismo, la discriminazione dell’handicap. Ma fanno tuttavia un’eccezione nei confronti delle persone GLBT (eccetto la Chiesa Episcopale per esempio – ndr)!
Le Chiese MCC hanno forse il difetto di basarsi su particolarismi? Oggi le sfide sono legate alla diversità delle identità all’interno delle comunità. Le Chiese MCC fanno riferimento ai Vangeli; vogliono portare un messaggio specifico alle persone rifiutate dalle altre Chiese, come sono le persone GLBT.
Rimane comunque una domanda che di proposito lascerò senza risposta: “E’ quindi necessario esporre la bandiera arcobaleno o altri simboli specifici alla porta di queste nuove Chiese?”.
Articolo originale: Qu’est-ce qu’une Eglise inclusive ?