Dio accoglie e noi? “Allarga la tua tenda” (Is 54:2) per accogliere le persone LGBT+
Riflessioni a cura dei volontari de La tenda di Gionata
“Allarga lo spazio della tua tenda” (Isaia 54:2). Queste parole del profeta Isaia sono un invito profetico per le comunità cristiane di oggi: un invito a espandere i loro confini, a fare spazio, a essere luoghi in cui tutti possano trovare riparo, amore e appartenenza.
Per le persone LGBTQ+, questa chiamata a “allargare la tenda” è un richiamo potente a trasformare le chiese in santuari di accoglienza e sostegno, dove nessuno sia escluso a causa del proprio orientamento sessuale, identità di genere o espressione di sé.
La tenda, nella Bibbia, è spesso un simbolo di ospitalità, di protezione e di segno della presenza di Dio tra noi. È un luogo in cui lo straniero, l’emarginato, il viaggiatore stanco può trovare rifugio. Allargare la tenda significa riconoscere che l’amore di Dio non è limitato da confini umani, ma è vasto, inclusivo e trasforma.
Per le comunità cristiane, questo significa fare spazio alle persone LGBTQ+, non come un segno di tolleranza, ma come un gesto profetico. Troppo spesso, le persone LGBTQ+ hanno sentito le chiese come luoghi di esclusione, giudizio e rifiuto. Hanno sentito le loro porte chiudersi davanti a loro, hanno visto le loro voci silenziate, le loro identità negate. Eppure, il messaggio del Vangelo è chiaro: Gesù è venuto per “annunciare la buona notizia ai poveri, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi” (Luca 4:18).
Le persone LGBTQ+, spesso oppresse da sistemi religiosi e culturali, sono tra coloro che più hanno bisogno di sentire questa buona notizia. Allargare la tenda significa, quindi, diventare comunità che ascoltano, che accolgono, che guariscono.
Significa riconoscere che le persone LGBTQ+ non sono “altro” da noi, ma sono parte del corpo di Cristo, portatrici di doni unici e di una spiritualità che arricchisce l’intera comunità. Significa abbracciare una teologia dell’inclusione che celebra la diversità come riflesso della creatività di Dio.
Significa ripensare le interpretazioni bibliche e le pratiche che hanno causato dolore, per fare spazio a una comprensione più ampia e compassionevole del messaggio di Gesù. Solo così le comunità cristiane hanno l’opportunità di diventare “santuari di accoglienza e sostegno”, non solo per le persone LGBTQ+, ma per ogni persona colpita da discriminazione e messa ai margini.
Serve un impegno concreto per sfidare le norme culturali e religiose consolidate che escludono, a denunciare l’ingiustizia e a costruire ponti di comprensione e solidarietà. Richiede anche un lavoro interiore di conversione, per riconoscere i modi in cui abbiamo contribuito al dolore degli altri e per impegnarci a fare meglio.
Allargare la tenda è un atto di fede: è credere che lo Spirito di Dio sia all’opera in ogni persona, anche in quelle che sfidano le nostre comprensioni limitate. È riconoscere che Dio è già presente nelle vite delle persone LGBTQ+, spesso in modi che ci chiamano a crescere, a cambiare, a diventare più autenticamente cristiani. È abbracciare la verità che l’amore di Dio non conosce confini e che la sua grazia è per tutti.
Il nostro sogno è che le comunità cristiane possano rispondere a questa chiamata con coraggio e compassione, allargando le loro tende per fare spazio a tutte le persone, senza eccezioni. Che possano diventare luoghi in cui le persone LGBTQ+ e i loro familiari non solo si sentano accettate, ma accolte per chi sono, nella loro interezza.
Perché, in fondo, non è forse questo il cuore del Vangelo: un amore così grande non può essere contenuto. Una tenda così ampia non può che abbracciare il mondo intero?
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