“Dio non fa preferenze”: voci, vita e fede nella veglia ecumenica di Napoli






Una preghiera semplice e intensa, sobria e profondamente corale: è questo il volto della veglia ecumenica per il superamento dell’omotransbifobia che si è svolta il 17 maggio a Napoli, con la partecipazione delle Chiese evangeliche (valdese e luterana), della Chiesa cattolica, del gruppo cristiano LGBTQ+ “Ponti da Costruire”, dell’Associazione Samaria APS, dell’AGESCI Caserta 2 e dell’Associazione Scenari Sonori, che ha curato l’accompagnamento musicale con un quartetto a fiati.
Il cuore della liturgia è stato il passo degli Atti degli Apostoli, riportato anche nella locandina ufficiale dell’evento: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito.» (Atti 10,34-35 )
Una parola proclamata e meditata da ciascun rappresentante delle Chiese presenti, che ha saputo “risuonare nei nostri cuori e alimentare viva speranza”.
La veglia è stata costruita come un percorso di ascolto, memoria e desiderio di giustizia, guidato da voci diverse, unite in una preghiera comune. Nella preghiera di invocazione si legge: “Ci chiami, come hai chiamato i dodici. Eccoci qui, insieme a te, attraverso fallimenti, nuovi inizi, speranze; Sii con noi mentre cantiamo le tue lodi e cammina con noi. Ci chiami, come hai chiamato la folla. Per prendere la tua e la nostra croce e seguirti. Per lasciare la sicurezza alle spalle e venire con cuore e mente aperti; Siamo pronti ad accogliere la tua parola, perché tu cammini con noi, oggi. Ci chiami, come hai chiamato i tuoi amici e le tue amiche. Per diffondere il tuo vangelo nel mondo”.
Parole che aprono uno spazio di verità, in cui le ferite non sono nascoste, ma accolte nella luce del Vangelo.
Nella preghiera centrale, dedicata alla pace e all’umanità intera, si è riconosciuto il dono della diversità e si è chiesto a Dio di guidare il cammino delle comunità cristiane.
Nel mezzo della veglia, le testimonianze e le performance teatrali hanno dato voce a storie di vita LGBTQ+, mostrando come la violenza, l’indifferenza e la discriminazione non siano solo errori del passato, ma ferite vive che ancora oggi chiedono cura, ascolto e cambiamento.
Con i suoni suggestivi del quartetto a fiati “Scenari Sonori”, la comunità ha pregato insieme per interrompere la catena dell’odio e lasciarsi guidare da un’altra logica, quella dell’amore che abbraccia, della Chiesa che non esclude, ma si fa grembo accogliente.
La veglia si è conclusa con la meditazione sul passo di Michea 6,8: “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio.”.
Una parola che diventa invito quotidiano. Perché, come si è pregato, “Con il tuo aiuto, noi ci impegniamo, nel nostro piccolo, a costruire un mondo in cui l’amore scacci la paura, un mondo in cui si bacino la giustizia e la pace.
Come popolo arcobaleno, ti ringraziamo per l’amicizia che vince la solitudine, per le famiglie e le Comunità di fede che si uniscono in questo lungo viaggio, per proteggere e celebrare le diversità sessuali e di genere in tutto il mondo. Nel Nome di Gesù, la Parola fattasi carne nostra, noi ti preghiamo”.
> Tutte le città dove si veglierà a maggio/giugno 2025 per il superamento dell’omotransbifobia
