“Dio non ha riguardi personali”. Dalla veglia di Palermo per il superamento dell’omobitransfobia
La veglia ecumenica di preghiera per il superamento dell’omobitransfobia che si è tenuta giovedì 15 maggio 2025 a Palermo, presso la Cappella San Giuseppe del Gonzaga Campus, è stata molto più di una semplice celebrazione liturgica: è stata un percorso condiviso di riconciliazione, memoria e speranza, nato nel segno dell’accoglienza e dell’inclusione.
Un cammino di preghiera nato dalla storia
La veglia si è aperta ricordando una tappa fondamentale: il 17 maggio 1990, giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Un momento spartiacque che, insieme alla riforma del 2019 sull’“incongruenza di genere”, ha segnato l’inizio di una presa di coscienza collettiva: non c’è nulla da curare nelle persone LGBT+, ma molto da guarire nelle società che le discriminano.
La veglia di Palermo non nasce dal nulla: è il frutto di un cammino cominciato nel 2007, con la prima veglia cittadina nella Chiesa Valdese di via dello Spezio. Da allora, ogni anno, si è continuato a pregare “contro l’omofobia”, fino a compiere un passaggio importante: oggi si prega “per il superamento dell’omotransfobia”, spostando lo sguardo dalla condanna alla trasformazione.
Il cuore della veglia: parola, canto e testimonianza
Il tema di quest’anno è stato tratto dagli Atti degli Apostoli (10,34): “In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali”. Un versetto che ha illuminato il cammino spirituale dell’incontro, portando con sé un messaggio potente: Dio non fa preferenze, e ama ogni sua creatura per ciò che è.
La liturgia si è snodata attraverso momenti intensi: Il canto d’ingresso “Amazing Grace” ha aperto la veglia con le sue note di grazia e redenzione, ricordando che la salvezza passa spesso attraverso la riscoperta di sé.
La confessione dei peccati, tratta dalla lettera agli Efesini (2,14), ha toccato corde profonde: “Ti confessiamo, Padre, la nostra personale resistenza alla sorella e al fratello che hanno scelto di essere fedeli a se stessi… Ti confessiamo la radice velenosa della paura del diverso”.
La testimonianza ha avuto un ruolo centrale, restituendo voce e volto alle esperienze di chi ha conosciuto la discriminazione ma ha anche incontrato accoglienza. Non c’è conversione senza ascolto di chi ha sofferto.
Le Chiese si mettono insieme
Una parte fondamentale della veglia è stata rappresentata dalle preghiere di intercessione, ognuna proposta da una confessione diversa: anglicana, cattolica, avventista, luterana, valdese. È la testimonianza concreta che l’ecumenismo non è un sogno, ma una realtà che prende forma nell’unità della preghiera.
Anche la benedizione finale, tratta dal Libro dei Numeri (6,24-26), ha avuto un tono profetico: “Il Signore ti sorrida nella sua bontà… ti dia la sua pace”. La pace è dono, ma anche responsabilità: costruirla è un compito condiviso. “Così nelle sue mani vivrai…”
La veglia si è conclusa con il canto “Ali d’aquila”, icona potente di resurrezione e protezione. È un’immagine che ci ricorda che anche chi è stato ferito, se amato, può volare in alto.
Nel cuore della liturgia anche un momento dedicato alla solidarietà concreta, con una raccolta fondi a sostegno di persone LGBT+ che vivono in situazioni di estrema vulnerabilità in Africa.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Palermo, ha visto l’adesione corale di oltre trenta realtà ecclesiali e civili, tra cui Ali d’Aquila, CVX, REFO, Libera, Chiesa Avventista, Cammini di Speranza, Centro Diaconale La Noce e molte altre.
E in un tempo segnato ancora da esclusioni e ostilità, la veglia ha rilanciato un messaggio limpido e necessario: Dio non esclude nessuno. È con le mani aperte che ci attende, ci benedice e ci accompagna.
Come ha detto uno dei partecipanti nella sua testimonianza: “Mi sento abbracciato da Dio, non nonostante ciò che sono, ma proprio perché sono così come sono”.
> Liturgia della Veglia per il superamento dell’omotransfobia 2025 di Palermo (file pdf)
> Tutte le città dove si veglierà a maggio/giugno 2025 per il superamento dell’omotransbifobia
