Dio non si stanca mai di modellarci (Geremia 18:1-11)
Riflessioni bibliche* di Charles W. Allen, Marti J. Steussy e Helene Tallon Russell tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Chiunque sia uscito allo scoperto in quanto lesbica, gay, bisessuale o transgender sa quanto caro possa costare. Forse gli amici e la famiglia hanno detto ”Come puoi farci questo? Come puoi essere così egoista? Come puoi voltare le spalle alla vita che speravamo per te?”
Le persone che si rivelavano seguaci di Gesù affrontavano spesso le stesse reazioni: venivano accusate di disprezzare e perfino odiare gli amici e la famiglia.
Gesù sembra confermare i peggiori sospetti: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Luca 14:26).
Il sospetto è che questa sia un’iperbole, un’esagerazione fatta per catturare l’attenzione. Ma, iperbole o no, non può sminuire la dura realtà che se vogliamo essere fedeli alla vita a cui siamo destinati, se vogliamo scegliere la vita (Deuteronomio 30:19), le persone che non possono sopportare questo, anche se sono i nostri cari, probabilmente ci accuseranno di odiarli.
Uscire allo scoperto costa caro: vuol dire remare controcorrente, e non dovremmo sorprenderci delle resistenze che incontriamo.
– Quanto vi è costato essere onesti su ciò che siete e che siete destinati ad essere?
Potremmo chiederci, dopo aver letto Geremia 18:1-11, se alcune delle resistenze che incontriamo vengano da Dio, perché abbiamo osato scegliere l’unica vita che abbiamo saputo scegliere.
Vediamo un Dio le cui promesse sono condizionate: ciò che ci ha promesso può essere ripreso se a Dio non piace la nostra risposta (versetti 9-10).
Sentiamo come una eco l’attribuire l’Undici Settembre o l’uragano Katrina alle lotte per le famiglie alternative. Ma, come Charles Allen fa notare, la metafora qui parla di un vasaio che non smette di lavorare quando la creta non mantiene la forma.
Invece di scartarla, il vasaio modella una nuova forma “come ai suoi occhi pare giusto” (versetti 3-4). Ecco come Geremia giunge a vedere la mano di Dio intimamente coinvolta negli eventi del suo tempo.
Anche se Geremia utilizza la metafora del vasaio per avvertire che Dio sta “preparando una calamità” contro il suo popolo (versetto 11), la metafora originale ci dice che Dio è sempre all’opera, anche in questi eventi disastrosi, rifacendo, “come ai suoi occhi pare giusto”, una nuova forma per il popolo di Dio.
Il Salmo 138 (139) echeggia la consapevolezza del coinvolgimento intimo e inevitabile di Dio nel modellare ciascuna delle nostre vite, forse con qualche ambivalenza da parte del salmista. Marti Steussy vi rintraccia anche una certa protesta di innocenza, forse in risposta a delle accuse di blasfemia: “Dio, tu mi conosci.”
In ogni caso, ciascuna e ciascuno di noi “tu lo hai fatto come un prodigio” (versetto 14). Helene Russell ritiene che la metafora del vasaio e il salmista sottintendano che Dio si sia così intimamente compromesso con noi che il nostro essere influenza il suo.
– Come fa Dio a modellare la vostra vita? Se non siete venuti fuori come ci si attendeva, riuscite a vedere la bontà della forma che ora avete preso?
Come Geremia, Deuteronomio 30:15-20 e il Salmo 1 mettono in guardia dalle terribili conseguenze del non seguire le leggi di Dio. Senz’altro chi mette in pratica i valori famigliari alternativi ha udito passi come questi citati contro di noi molte volte, non importa più quante. Charles Allen risponde che, se accettiamo il posteriore criterio rabbinico e cristiano secondo il quale “chi ama il suo simile ha adempiuto la legge” (Romani 13:8), allora possiamo deliziarci nella legge ed essere d’accordo che amare il prossimo significa scegliere la vita e non amare per nulla significa scegliere la morte.
Marti Steussy osserva che questo capitolo del Deuteronomio è stato probabilmente aggiunto al resto del libro dopo la caduta di Gerusalemme ed è in effetti un ordine di cominciare una nuova vita da parte del popolo di Dio. Helene Russell intende “scegliere la vita” come scegliere la nostra autentica identità, sia che noi e i nostri discendenti diventeremo una benedizione sia che diventeremo una maledizione per gli altri o per noi.
– In che modo la vita che scegliete può diventare una benedizione, non solo per voi ma anche per chi vi sta attorno? Le vostre scelte sono modellate da ciò che la vostra vita vi dice sul vostro amore per il prossimo?
Filemone 1-21 è una lettera a dir poco controversa. Fin dal tempo di Crisostomo, nel IV secolo, è stata citata a difesa dell’istituzione della schiavitù, ma né Helene Russell, né Marti Steussy né Charles Allen vi vedono un avallo della schiavitù.
In tempi recenti alcuni studiosi hanno persino messo in dubbio che Onesimo fosse uno schiavo. La lettera non dice che appartenesse a Filemone e la richiesta di Paolo che questi riceva Onesimo “non più però come schiavo, ma molto più che schiavo” (versetto 16) è ambigua.
“Come” può indicare una condizione virtuale e non materiale, e lo stesso versetto sembra indicare che Onesimo e Filemone fossero fratelli, non solo spiritualmente ma “nella carne”. In ogni caso, anche se Onesimo era uno schiavo (come conclude la maggior parte dei commentari), Paolo lo considera “non più però come schiavo, ma molto più che schiavo”, e non si riferisce solo alla sua condizione spirituale ma anche a quella fisica. Notevole è la decisione di Paolo di fare appello all’amore e alla persuasione invece di mettere in campo la sua autorità.
Il tono di Paolo è intimo e riflette la visione di una famiglia alternativa, di una struttura sociale alternativa che prevalga sulle norme, e invita Filemone a uscire allo scoperto come membro di una di quelle famiglie alternative.
– Cosa vi spinge a volerne sapere di più sulla Bibbia e leggere Out in Scripture? È il senso del dovere o l’amore e la persuasione, o un po’ di tutte queste cose?
La nostra preghiera
Parlaci, o Dio
attraverso il nostro amore e le nostre vite;
dacci il coraggio di scegliere ciò che favorisce la vita
per noi e chi ci sta attorno
anche quando molti ci deridono.
Formaci in comunità fondate sull’amore, non sul dovere.
Amen
* I testi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
Testo originale: Ordinary Time through Reign of Christ Sunday Year C