Dio non vede i generi, ma vede nel cuore
Testimonianza* di Aleandra
Quando ero bambina vivevo in Perù con i miei genitori e i miei fratelli. Ho avuto un’infanzia troppo difficile. La mia mamma è morta quando avevo sette anni. L’ha uccisa lui, mio padre, ed è andato in prigione.
Fin da piccola mi mettevo l’asciugamano in testa per fare finta di avere i capelli lunghi, perché mi sono sempre sentita una bambina. Il mio modo di fare dava fastidio a mio fratello, che mi considerava effeminato, e spesso mi trattava male e mi picchiava. Inizialmente pensai di essere omosessuale, più tardi transessuale, poi capii semplicemente che ero una donna. Per non stare in casa, cominciai a vivere per strada, iniziai a bere e a drogarmi.
Ho conosciuto a un certo punto una pappona (nella nostra lingua una caffetina), che mi ha proposto di andare in Italia. Quando sono arrivata in Italia la caffetina mi ha obbligato ad andare in strada a prostituirmi, per pagarle il debito del viaggio, quattordicimila euro. Questo mi ha indotto a drogarmi e a bere ancora di più, perché l’unica cosa che mi scaldava e mi faceva passare tanti brutti pensieri era una bottiglia di whisky.
Alcuni mesi fa ero stanca di essere sfruttata: anche a Reggio Emilia dovevo pagare 400 euro a settimana per il posto letto in una camera con un’altra persona, e così era anche nelle altre città dove ero stata. Un giorno ho detto: «Basta!». Ho trovato un posto abbandonato, dove non c’era acqua per lavarmi, né luce, c’era solo un letto che avevo trovato io nella spazzatura.
Sono rimasta in quel posto terribile per alcuni mesi, poi è arrivato il freddo. Prendevo l’acqua al supermercato, mi lavavo con un fazzoletto bagnato e andavo a mangiare alla mensa della Caritas vicino alla chiesa di Pieve.
Poi ho conosciuto i volontari dell’Associazione Rabbunì che mi hanno salvato, mi hanno portato il Vangelo di Gesù nella mia lingua, e sono riuscita a fare la scelta di cambiare questa vita.
Adesso lavoro al laboratorio di sartoria Zig Zag. Mi piace cucire: ricordo che anche la mia mamma cuciva, faceva i vestiti, i pigiami, le uniformi per i bambini della scuola. Con le altre ragazze in laboratorio abbiamo fatto gli scaldacolli per le ragazze che sono ancora in strada e anche per le persone che non hanno un posto per dormire e vivono in stazione o per strada.
Sono stata inserita in un progetto che mi aiuta in tutto: ho smesso di bere, vado al SERT e al gruppo degli alcolisti anonimi, non mi drogo più. Mi hanno anche dato una casa dove posso vivere tranquillamente, c’è l’acqua, c’è caldo, c’è tutto. Le persone che ho vicino adesso sono persone che mi vogliono bene. Prima le persone che avevo intorno volevano solo dei soldi per loro stessi.
Mi sento molto bene e sono molto contenta. Adesso mi sento una persona normale, una figlia di Dio come tutti voi. Dio non vede i generi, ma vede il cuore della persona. Nel mio cuore c’è l’amore, la carità da dare a tutti. Vorrei dire a chi è ancora sfruttato e sulla strada: «Credi in Dio, cerca in Dio un modo che ti può aiutare. Dio non si dimentica mai di te. Non sarà oggi, non sarà domani, ma prima o poi ti darà una possibilità di aiuto, come ha fatto con me. Basta credere in Dio».
La forza in questi anni me l’ha data Dio!
* Testimonianza raccolta grazie agli amici di Reggio Emilia nell’ambito del progetto “Nati due volte”, con cui i volontari del Progetto Gionata vogliono raccontare i cammini di fede delle persone transgender e dei loro familiari. A maggio 2025, in occasione delle Veglie di preghiera per il superamento dell’omotransbifobia, alcune di queste storie saranno raccolte da La tenda di Gionata in un libretto a stampa gratuito che racconterà i percorsi di fede delle persone transgender, cattoliche e evangeliche, e dei loro familiari nelle diverse chiese. Una raccolta di testimonianze con cui vogliamo tessere un ponte di conoscenza tra questi due mondi spesso lontani, per contribuire a buttare giù muri e pregiudizi. Per leggere le testimonianze che abbiamo già raccolto clicca su https://www.gionata.org/tag/nati-due-volte/ . Se vuoi aggiungere la tua scrivi a tendadigionata@gmail.com PASSAparola